CULTURA E EVENTI

The Fabelmans, quando Spielberg s’innamorò del cinema

Emozione e malinconia per film da Oscar su infanzia regista

Arriva in sala, il film amarcord di Steven Spielberg, The Fabelmans, presentato a Toronto, poi in anteprima italiana alla Festa di Roma e Alice nella citta’, candidato a cinque Golden Globe e certamente considerato per le nomination agli Oscar.

Prodotto da Amblin Entertainment, The Fabelmans è un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group con Rai Cinema, nei cinema dal 22 dicembre con 01 Distribution, con un’anteprima in 250 cinema sabato 17 e domenica 18 dicembre.

Il film emoziona ai limiti della commozione ma soprattutto lascia grande malinconia: Spielberg parlando della sua famiglia evocava in fondo delle ombre, delle persone care scomparse. Incipit straordinario per The Fabelmans, con un piccolo Spielberg (nel film si chiama Sam), che sta per essere iniziato alla sala cinematografica da un dolcissimo padre (Paul Dano) e da una energica madre (Michelle Williams).

Per convincerlo a entrare nel buio della sala per assistere al suo primo film, il padre, che e’ un proto informatico, da’ fondo a tutte le sue nozioni di fisica, ma ne vale la pena. Sammy infatti, di fronte a una dinamica scena dello scontro tra un treno con un auto, e’ segnato per sempre.

Vuole rappresentarla mille e mille volte. E lo fa con la prima macchina da presa e il suo trenino. Tra bullismo subito a scuola, anche per le sue origini ebree, Sammy cresce (da ragazzo e’ Gabriel LaBelle) con una telecamera in mano. Una telecamera che gli fara’ vedere bene anche una particolare amicizia della madre per un amico di famiglia e che lo difende poi dai soprusi dei suoi amici palestrati.

E ancora per il ragazzo, una storia d’amore con un’integralista cattolica che lo vede come un Gesu’ (“anche lui era ebreo” gli dice) e poi la sua voglia di cinema, quello di serie A. E, nel finale, l’incontro con il metafisico John Ford, inarrivabile e avvolto dal fumo del suo sigaro.

Da lui una sola lezione: “Quello che conta – dice – e’ solo dove e’ posto l’orizzonte in una scena.

Se e’ al centro e’ da buttare. Buono invece l’orizzonte in alto e in basso”. Un po’ poco, ma abbastanza per Spielberg.

Il resto lo imparera’ da solo. Sam Fabelman è l’alter ego del regista quattro volte Premio Oscar che firma la sua opera più personale rivelando aspetti poco noti della sua vita e della sua famiglia in quello che è un racconto di formazione appassionante e universale.

Per interpretare i Fabelmans Spielberg ha scelto un cast artistico e tecnico d’eccellenza: Gabriel LaBelle nel ruolo del giovane Sam Fabelman, la quattro volte candidata all’Oscar Michelle Williams è la madre Mitzi, Paul Dano è il padre Burt, il candidato all’Oscar Judd Hirsch è lo zio Boris, Seth Rogen l’amico di famiglia Bennie.

Il film è accompagnato dalle musiche originali del cinque volte premio Oscar John Williams (protagonista lunedì 12 dicembre di un travolgente concerto alla Scala di Milano), con la fotografia Janusz Kaminski, il montaggio di Michael Kahn e Sarah Broshar e i costumi di Mark Bridges, tutti vincitori di due Academy Awards.

ANSA

Pulsante per tornare all'inizio