CRONACA

Medio Oriente: ‘A Gaza, sette morti per fame nelle ultime 24 ore’

Ribera: 'Immagini come ad Auschwitz'

Il Ministero della Salute palestinese ha annunciato che negli ospedali di Gaza sono stati registrati sette decessi dovuti a fame e malnutrizione nelle ultime 24 ore.

Lo riportano i media israeliani. Secondo i dati del Ministero della Salute della Striscia di Gaza, guidato da Hamas, dall’inizio della guerra sono morte di fame 154 persone, di cui 89 bambini.

Le immagini di persone che “muoiono di fame” a Gaza “ricordano” quelle di altri momenti tragici della storia come “quelle del ghetto di Varsavia” o “della liberazione di Auschwitz”, ha commentato la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Teresa Ribera, parlando alla radio spagnola Cadena Ser. “Stiamo assistendo a uno spettacolo dantesco, intollerabile, inumano e immorale”, ha aggiunto.

Wafa, due vittime in un attacco dell’Idf a Gaza

L’agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che due persone sono stati uccise e altre ferite dal fuoco dell’Idf nei pressi dell’incrocio di Netzarim, nella Striscia di Gaza centrale. L’esercito israeliano, riporta l’agenzia, ha bombardato anche la zona occidentale di Satar a Khan Yunis, a sud di Gaza.

Trump: ‘La distribuzione di cibo a Gaza inizierà molto presto’

I centri per la distribuzione di cibo a Gaza saranno attivi “molto presto”. Lo ha detto Donald Trump ai giornalisti al seguito. “Stiamo trattando con Israele e pensiamo che possano fare un buon lavoro”,ha detto il presidente. “Vogliono farlo”.

Il New York Times si corregge su bimbo di Gaza. Bennett attacca: ‘Vergogna’

L’ex primo ministro israeliano Naftali Bennett ha attaccato duramente il New York Times dopo che il quotidiano ha ammesso di aver aggiornato solo in un secondo momento un articolo su un bambino malnutrito a Gaza, rivelando che il piccolo soffriva di gravi patologie pregresse.

In un post pubblicato sul suo account X, Bennett ha condiviso la dichiarazione ufficiale del giornale e ha scritto: “Sapevate esattamente cosa avrebbe provocato quella foto.

È stata una calunnia. Non avete vergogna?”. Il bambino in questione, Mohammed Zakaria al-Mutawaq, ha circa 18 mesi ed era stato mostrato come simbolo della crisi umanitaria nella Striscia. Il New York Times ha spiegato di aver ricevuto successivamente informazioni mediche dall’ospedale che lo ha curato, e di aver aggiornato l’articolo per includere il contesto clinico mancante.

Il Console Generale d’Israele a New York, Ofir Akunis, che ha avuto colloqui con il quotidiano Usa ha dichiarato: “È deplorevole che i media internazionali credano ripetutamente alle abominevoli menzogne di Hamas. Prima pubblicano, poi verificano, se mai lo fanno.

La correzione del New York Times è solo l’inizio. Continueremo a lottare per la verità e i fatti senza sosta e a stroncare l’atroce propaganda di Hamas in ogni modo”.

Famiglie ostaggi: ‘Riconoscere lo Stato Palestinese è un premio al terrore’

Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha attaccato le iniziative europee per il riconoscimento di uno Stato palestinese, affermando che “riconoscere uno Stato palestinese mentre 50 ostaggi si trovano ancora nei tunnel di Hamas significa premiare il terrore”.

Secondo il Forum, “questa decisione non rappresenta un passo verso la pace, ma una grave violazione del diritto internazionale e una vergognosa e pericolosa legittimazione dei crimini di guerra più orrendi”.

Riconoscimento della Palestina, ora Gb corteggia il Canada

Potrebbe essere il Canada, alleato chiave del Regno Unito e membro del Commonwealth, il prossimo Paese occidentale tradizionalmente filo-israeliano in corsa per unirsi a un riconoscimento formale immediato dello Stato palestinese: lo ipotizzano oggi fonti di Londra, dopo l’annuncio con il quale ieri il premier britannico Keir Starmer ha reso noto di essere pronto a riconoscere la Palestina all’Onu a settembre, in tandem con la Francia, se Israele non accetterà una serie di stringenti condizioni verso la pace, a cominciare da un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

A suggerirlo è il fatto che sir Keir abbia sentito ieri sera – subito dopo l’annuncio di Downing Street – un solo alleato dell’Occidente, il primo ministro canadese Mark Carney, oltre ai leader interessati (il premier israeliano Benyamin Netanyahu, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen e il re di Giordania, Abdallah). E abbia discusso con lui proprio del dossier Palestina, come riporta Number 10.

L’iniziativa britannica, presentata da più parti come una sorta di ultimatum, è stata già accolta dalla furiosa reazione pubblica di Netanyahu, che ne ha parlato come di “un appeasement” verso Hamas.

Mentre non è stata esplicitamente criticata per ora dagli Usa, a differenza di quanto Donald Trump – che ha incontrato Starmer in Scozia giusto il giorno prima dell’annuncio evitando qualunque polemica su questo punto e denunciando a sua volta l’emergenza fame a Gaza – aveva fatto a suo tempo nei confronti del presidente francese Emmanuel Macron.

ANSA

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