Cia Matera e Oprol: agricoltori ed olivicoltori di Matera e del Materano sono allarmati

Anche se sinora l’Ufficio Fitosanitario della Regione Basilicata non ha rilevato la presenza del batterio Xylella nelle nostre aziende olivicole, agricoltori ed olivicoltori di Matera e del Materano sono allarmati e continuano a registrare scarso interesse da parte della politica e delle istituzioni, ad eccezione del Comune di Ferrandina che si sta dimostrando molto attivo sulla problematica.
Cia Matera (Cosimo Gaudiano) e Oprol (Paolo Colonna) a pochi giorni dal convegno di Ferrandina – Xylella alle porte della Basilicata: aggiornamento di un quadro complesso – rilanciano l’attenzione.
Per Cosimo Gaudiano (Cia) la novità è data dall’ingresso di due nuove sottospecie del batterio Xylella. Oltre alla sottospecie pauca, già presente in Salento, si tratta della sottospecie multiplex e della sottospecie fastidiosa. All’apparenza solo una questione di biologia, le tre sottospecie equivalgono a tre patogeni differenti che colpiscono colture diverse, complicando ulteriormente il quadro finora esistente e rendendo necessario il continuo aggiornamento dei regolamenti applicativi.
La “fastidiosa” rappresenta la famosa Malattia di Pierce della vite, rendendone problematica la coltivazione in molte aree della California. Essa è confinata nell’area sud barese ed è in corso un tentativo di eradicazione del patogeno da parte della regione Puglia. Mentre risulta più vicina al confine con la Basilicata la sottospecie “multiplex”. Essa colpisce i mandorli e altri alberi da frutto come albicocchi e peschi ed è in corso un ulteriore monitoraggio nelle aree materane limitrofe. La problematica – dice Gaudiano – potrebbe coinvolgere, in futuro, anche colture ed economie che finora non sono state toccate da questo organismo alieno.
Per Paolo Colonna (Oprol) per l’ennesima volta la Basilicata e la provincia di Matera, con i suoi agricoltori, gli olivicoltori e le sue istituzioni, è chiamata ad un ruolo fondamentale in uno scacchiere di economia e paesaggio come quello dell’olivicoltura meridionale e, più in generale, della agricoltura mediterranea. OPROL si è dimostrata in prima linea nell’affrontare risolutamente la problematica e, a detta di molti, l’unico soggetto che ha il coraggio di parlarne in Basilicata.
Siamo la cerniera geografica per l’intera olivicoltura meridionale. Occorre tenere alta la guardia e occorre sinergia con la vicina regione Puglia, la quale ha già accumulato esperienza ormai decennale nel settore. Evitare gli errori fatti nel passato come la diffusione di notizie false ed affidarsi totalmente alle buone pratiche agronomiche, da sempre applicate nei nostri oliveti, e affidarsi agli strumenti di monitoraggio e lotta fitosanitaria messi a nostra disposizione da parte del mondo della ricerca scientifica.
Solo così riusciremo a limitare i danni di una eventuale alla diffusione di questa patologia nei territori lucani.
Investire tanto nella ricerca per continuare a riconoscere cultivar di olivo tolleranti, tra quelle tradizionalmente diffuse nel territorio Lucano, o costituirne di nuove che abbiano cultivar tradizionali nella loro base genetica.
L’eccellenza dell’olio extravergine “made in Italy” – conclude Colonna – potrà ancora essere rappresentata grazie all’integrazione del contemporaneo uso dei metodi di contenimento di Xylella, selezione delle varietà tolleranti e sapienti conoscenze e fruizione costruiti in secoli attorno a questo prezioso albero.