CULTURA E EVENTI

A Matera la presentazione dell’ultimo libro di Paolo Borrometi intitolato “Traditori”

Si è tenuta ieri presso il Palazzo Arcivescovile di Matera la presentazione dell’ultimo libro di Paolo Borrometi intitolato “Traditori” promossa dalla Fondazione Sassi e dall’ Associazione Giovane Europa.
Non è stato un semplice evento di promozione ma un incontro nel senso più profondo del termine dove più personalità si sono avvicendate nell’introdurre con i loro interventi il libro “Traditori”.
Oltre allo spessore dei temi trattati sono stati forti la stima e l’affetto trasmessi a Paolo Borrometi condirettore dell’ agenzia giornalistica AGI nonché uno tra i più noti giornalisti d’inchiesta in Italia.
Nel suo libro Paolo Borrometi denuncia il nostro Paese che sembra dimenticare le vittime delle mafie e fa sentire abbandonati a sé stessi i familiari che attendono e ricercano la verità mentre chi, schiavo e servo del potere, depista ed inquina le prove.
Gli ospiti e la platea sono stati salutati da Maria Giovanna Salerno, Presidente della Fondazione Sassi di Matera, che dopo essersi soffermata sull’attenzione dell’Associazione alla promozione e valorizzazione della cultura, alla conservazione del patrimonio naturale, storico, artistico ed architettonico dei Sassi di Matera ha introdotto con entusiasmo e carica emotiva la presentazione del libro.
Vito Salinaro del quotidiano Avvenire ha moderato in modo magistrale e si è soffermato sulle tematiche affrontate nel libro in particolare sul ricordo di Peppino Impastato noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra, a seguito delle quali fu assassinato il 9 maggio 1978.
Luca Braia, Consigliere regionale, dopo aver portato i saluti della Regione Basilicata si è soffermato sulla parola credibilità: un valore che non dovrebbe essere aggiunto ma fondamentale soprattutto per la classe dirigente.
Vittorio di Trapani, presidente della FNSI, ha ricordato alla platea le urla di Vincenzo Agostino rappresentative di tutte quelle voci inascoltate. Il libro rende giustizia a tutte le persone che cercano la verità e attendono giustizia perché ci sono stati e ci sono traditori.
Il Senatore Filippo Bubbico citando i fondamentali del Diritto ha ricordato che Falcone è stato ucciso ancor prima del giorno del fatale attentato ovvero da quando gli è stato impedito di svolgere il suo lavoro contro la mafia.
L’Arcivescovo di Matera Mons. Pino Caiazzo ha portato il suo vissuto personale. Nativo di Isola di Capo Rizzuto ha testimoniato la difficoltà di crescere e poi essere Sacerdote e Vescovo in territori così cruenti come la Calabria dove ha cercato di strappare i giovani alla cultura mafiosa.
Don Marcello Cozzi con pathos ha fatto riflettere su quanto sia differente leggere le carte processuali dallo stare vicini alle vittime della mafia. Nel libro Paolo Borrometi dà voce alle vittime.
Angelo Chiorazzo, cofondatore della Cooperativa Auxilium e Presidente dell’Associazione Giovane Europa parla dell’importanza delle regole: “Una comunità territoriale, un Paese crescono solo nel rispetto delle regole”.
Quando gli viene chiesto perché un imprenditore, una Cooperativa come Auxilium devolve fondi per scopi sociali ed investe sulla legalità Angelo Chiorazzo risponde con naturalezza: “I valori di Auxilium hanno un’origine lontana, siamo cresciuti nella Chiesa e con sacerdoti che ci hanno trasmesso l’importanza della testimonianza e dell’impegno quotidiano nella società.
Investiamo le nostre energie per condividere valori perché è semplicemente un dovere per chi crede nella cooperazione.”
Il Sindaco di Matera, Domenico Bennardi, ha ricordato le parole del Giudice Nicola Gratteri che parlando a Matera disse che la mafia si può sradicare partendo dalla cultura e dalle scuole.
L’ospite d’onore Paolo Borrometi, palesemente toccato dalla calorosa accoglienza ricevuta ha presentato il suo libro introducendolo un arguto interrogativo.
Come si può tornare alla normalità? La via sbagliata più facile è nascondendo la polvere sotto i tappeti, la via giusta è il coraggio di voler fare i conti con la nostra storia e non delegando tutto alla magistratura. Il giornalismo d’inchiesta rappresenta un valido strumento in questa direzione.
Nel suo libro Borrometi denuncia come in realtà nel nostro Paese non abbiamo voltato pagina perché non abbiamo avuto il coraggio di fare i conti con gli accadimenti e gli errori passati. Il nostro presente nasce dalle nostre scelte e dalle nostre azioni quotidiane.
Un giornalista non influenza le masse ma racconta in modo preciso e puntuale dopo essersi scrupolosamente documentato mettendo il lettore nelle condizioni di poter scegliere.
L’interminabile finale applauso è stato ricambiato dai ringraziamenti e dai sorrisi di Paolo Borrometi visibilmente felice dell’accoglienza e del calore ricevuto e che speriamo, gli abbia fatto dimenticare per un po’ di vivere una vita sotto scorta per le sue coraggiose scelte professionali e di vita.
Questa sera, alle 18, si replica a Latronico con il sindaco Fausto De Maria, il vescovo della Diocesi Tursi-Lagonegro Vincenzo Orofino e i giornalisti Giovanni Rivelli e Angelo Oliveto insieme al presidente dell’Associazione Giovane Europa  Angelo Chiorazzo.
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