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La proteina salva-cellule è anche un jolly anti-invecchiamento

Risolto un cold case della biologia. Aiuterà a capire anche i tumori

Caso risolto per il giallo’rimasto senza soluzione per molti anni sulla proteina salva-cellule, che difende dallo stress metabolico che si verifica quando i livelli di energia scendono troppo.

La proteina si chiama Fnip1 ed e’ stata finalmente identificata grazie allo studio pubblicato sulla rivista Science e guidato dal californiano Salk Institute. Secondo i ricercatori, guidati da Nazma Malik, si tratta di un avanzamento fondamentale che aiutera’ a comprendere i processi coinvolti nell’invecchiamento, nell’insorgenza dei tumori e nelle malattie neurodegenerative e che “comparira’ nei libri di testo per gli anni a venire”.

Quando i mitocondri, le centraline energetiche delle cellule, sono danneggiati oppure quando i livelli di zucchero o di ossigeno diminuiscono, i livelli di energia all’interno delle cellule scendono rapidamente: e’ sufficiente un calo del 10% per innescare una serie di risposte che si concludono con la rimozione dei mitocondri danneggiati e la loro sostituzione.

In questo puzzle, pero’ , finora mancava il pezzo chiave, cioe’ la proteina che permetteva l’avvio di questo complesso meccanismo.

La proteina Fnip1 era gia’ tra i sospettati, ma la conferma e’ arrivata soltanto adesso. Gli autori dello studio hanno dimostrato che questo era l’anello mancante tra altre due proteine: Ampk, che si attiva per prima in risposta ai bassi livelli energetici, e Tfeb, che entra in gioco per ultima istruendo i geni a produrre lisosomi (i centri di riciclo delle cellule) per rimuovere i mitocondri ormai inservibili e a fabbricare nuove centrali energetiche.

Senza la proteina Fnip1, che riceve il segnale dalla prima, l’ultima proteina del trio rimane bloccata all’esterno del nucleo cellulare, impedendo la fondamentale risposta allo stress metabolico senza la quale il nostro corpo non potrebbe funzionare in modo efficiente.

ANSA

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