CRONACA

Ucciso l’ex premier del Giappone Shinzo Abe: è stato colpito durante un evento elettorale

A Nara. Era stato subito trasportato in ospedale. Il killer: 'Ero insoddisfatto, ho sparato per ucciderlo'

Il Giappone è sotto shock per l’assassinio dell’ex primo ministro Shinzo Abe, tra i leader nipponici più influenti del dopoguerra, ucciso a 67 anni da due colpi sparati da una pistola artigianale di legno e metallo durante un comizio elettorale.

L’auto con il feretro dell’ex premier nipponico è arrivata stamane nella residenza di famiglia a Tokyo, raggiunta anche dalle personalità di spicco del suo partito Liberal Democratico, incluso il premier Fumio Kishida.

Vestiti di nero, secondo le immagini trasmesse dalle tv giapponesi, si sono messi in fila per rendere omaggio.

I media giapponesi hanno riferito che lunedì sera si terrà una veglia funebre e martedì un funerale per la famiglia e i collaboratori di stretti di Abe.

Da ieri sera, un flusso costante di persone in lutto ha desposto fiori e pregato per Abe, il primo ministro giapponese più longevo del dopoguerra, con manifestazioni di cordoglio registrate in tutto il Paese.

Il partito Liberal Democratico, guidato per un lungo tempo da Abe, e le altre forze politiche hanno annunciato la ripresa della campagna in vista delle elezioni di rinnovo della Camera Alta in programma domani, a dimostrare che la migliore risposta all’assassinio era di far continuare “il corso della democrazia”.

Shinzo Abe è stato “un leader trasformativo per il Giappone e per le relazioni giapponesi con ciascuno dei nostri Paesi” con “un ruolo formativo nella fondazione della partnership Quad”, lavorando “instancabilmente per promuovere una visione condivisa per un Indo-Pacifico libero e aperto”.

In una nota congiunta il presidente Usa Joe Biden, il premier indiano Narendra Modi e australiano Anthony Blinken, si dicono “scioccati dal tragico assassinio” di Abe.

“Onoreremo la sua memoria raddoppiando il nostro lavoro per una regione pacifica e prospera”. Il Quad è il gruppo sulla sicurezza con Usa, Giappone, India e Australia.

Il presidente cinese Xi Jinping ha inviato un messaggio di cordoglio al premier nipponico Fumio Kishida per la morte di Abe.

“A nome di governo e popolo cinesi e a suo nome, Xi Jinping ha espresso profondo cordoglio per la morte prematura dell’ex primo ministro Shinzo Abe, esteso ai suoi parenti”, ha detto l’emittente statale Cctv, aggiungendo che Xi era “profondamente addolorato per la sua improvvisa scomparsa”.

Xi era l’ultimo tra i principali leader mondiali a non essersi ancora espresso sul brutale assassinio di Abe.

Xi, nel suo messaggio, ha sottolineato che Abe ha compiuto sforzi per promuovere il miglioramento delle relazioni bilaterali e ha dato contributi positivi durante il suo mandato, assicurando a Kishida di essere disposto a continuare a sviluppare le relazioni di buon vicinato e di cooperazione tra Cina e Giappone, in conformità con i principi stabiliti nei quattro documenti politici siglati dai due Paesi.

La Cctv, inoltre, ha riferito che Xi e sua moglie Peng Liyuan avevano inviato un messaggio separato di cordoglio alla vedova di Abe, Akie Abe.

Tra i due leader, saliti al potere nello stesso periodo a fine 2012, c’era una relazione stabile ma fredda: Abe, nel suo secondo mandato da premier, aveva tentato di ricucire i legami, nonostante gli aspri dissapori sul passato militarista imperiale nipponico e la disputa ribollente sulla sovranità delle isole Senkaku (Diaoyu in cinese), il piccolo aricpelago controllato da Tokyo e rivendicato da Pechino tra Okinawa e Taiwan.

Famosa è rimasta la gelida stretta di mano tra Xi e Abe, in occasione del summit Apec ospitato a Pechino a novembre 2014.

Dopo le dimissioni del 2020 dalla Kantei, sede ufficiale del premier giapponese, a causa di problemi di salute, Abe comincià la sua campagna di sostegno a Taiwan, invitando gli Stati Uniti e il Giappone a difendere l’isola in caso di invasione militare da parte della Cina e chiedendo a Washington di risolvere “la sua ambiguità strategica a favore di scelte nette”.

Il tributo di Xi all’ex primo ministro è maturato con forte ritardo rispetto a molti altri leader mondiali. Abe era profondamente impopolare in Cina in parte a causa delle sue ripetute visite al santuario Yasakuni, un controverso santuario shintoista dedicato ai caduti in guerra del Giappone, quindi anche ai criminali di guerra.

Prima ancora che fosse ufficializzata la morte dell’ex premier, sui media cinesi è partita ieri, a corredo della foto di Abe steso per terra subito dopo i due spari fatali, la corsa alle conseguenze del gesto che, nella lettura prevalente, avrebbe rafforzato la parte più conservatrice dei Liberal Democratici e della società nipponica.

Sui social media, invece, c’è stato chi ha espresso soddisfazione per l’uccisione dell’ex premier.

L’uomo accusato dell’uccisione dell’ex premier giapponese Shinzo Abe intendeva compiere un attentato contro il capo di un gruppo religioso, che in qualche modo riteneva collegato ad Abe.

È quanto traspare dai primi interrogatori della polizia nella città di Nara, riportati dai media locali, in cui il 41enne arrestato, Tetsuya Yamagami, ha riferito che sua madre era profondamente coinvolta nell’organizzazione attraverso diverse donazioni di soldi, che avevano causato seri problemi economici alla sua famiglia.

La prefettura di Nara, il luogo del Giappone centrale dove si è consumato il tragico incidente, ha detto che metterà a disposizione circa 90 investigatori per seguire le analisi sull’omicidio di Abe, che è stato il premier nipponico più longevo di sempre, e certamente la personalità politica più influente e riconoscibile nel Paese negli ultimi 10 anni.

Le dichiarazioni del sospettato, tuttavia, confermano l’attuale disorientamento delle indagini, che vanno di pari passo con il senso di sgomento della intera nazione.

Secondo quanto riferisce la polizia, Yamagami nutriva risentimento per una non specifica organizzazione religiosa ma ha escluso di essere stato contrario all’ideologia politica dell’ex premier.

Dopo aver scoperto la sera prima su internet che Abe sarebbe arrivato per un comizio nella cittadina, ha deciso di recarsi sul posto in treno.

L’arma da fuoco artigianale utilizzata per l’attentato era lunga 40 centimetri e facilmente occultabile in un comizio elettorale in Giappone, paragonabile a una sagra alimentare in termini di sicurezza, e faceva parte di una collezione di esplosivi e altri tipi di armamenti rinvenuti nella sua abitazione.

Un omicidio brutale che ha suscitato sgomento nel mondo, con manifestazioni di solidarietà e incredulità espresse da tutti i leader globali. Il premier più longevo della storia del Giappone è stato colpito da un uomo di 41 anni, Tetsuya Yamagami, che gli si è avvicinato alle spalle intorno alle 11.30 locali (le 4.30 in Italia) brandendo una pistola fatta in casa e camuffata con cura mentre Abe stava parlando davanti a una stazione a Nara, città del Giappone centro-occidentale, a sostegno dei candidati liberaldemocratici per le elezioni di domenica della Camera Alta.

Per chi ha conoscenza delle abitudini nipponiche, i comizi elettorali sono quanto di più lontano dagli scenari di pericolo: auto-disciplinati, ordinati e con la polizia ridotta al lumicino.

Le immagini trasmesse senza sosta dal network statale Nhk e dai canali privati mostrano prima Yamagami seguire con attenzione gli spostamenti dell’ex premier, per poi avvicinarsi indisturbato ed esplodere i due colpi letali.

Momenti drammatici e violenti che hanno spinto Facebook, Twitter e altri social media a rimuovere il video dell’assassinio.

Ai primi soccorritori le condizioni di Abe sono apparse subito critiche: dopo un insistente massaggio cardiaco, è stato autorizzato il trasporto d’urgenza in ospedale.

Il killer invece è stato placcato dagli agenti di scorta quando era ormai troppo tardi, arrestato e portato via. “Non è stato un gesto contro le convinzioni politiche dell’ex primo ministro”, ha affermato la polizia riferendo le parole dell’attentatore.

La perquisizione della sua abitazione a Nara ha portato al ritrovamento di altre pistole fatte in casa così come di esplosivi, circostanza che ha fatto scattare l’evacuazione dell’intero isolato.

Il decesso di Abe al Nara Medical University Hospital – dove si è precipitata la moglie Akie – è stato ufficializzato alle 17.03 (le 10.03 in Italia): una delle due pallottole aveva raggiunto il cuore.

“Abe è giunto in ospedale senza segni di vita, in arresto cardiorespiratorio e con due ferite. Non è stato possibile fermare l’emorragia”, ha spiegato Hidetada Fukushima, il chirurgo che ha seguito i soccorsi. “Abbiamo provato per ore a rianimarlo, ma il battito cardiaco non è ripartito”.

Il premier Fumio Kishida, tornato nel suo ufficio a Tokyo, ha condannato l’aggressione “nel modo più forte possibile.

L’atto barbaro che ha tolto la vita all’ex primo ministro Abe è avvenuto durante un’elezione che è il fondamento della democrazia. La sua morte mi lascia senza parole”, ha aggiunto in lacrime.

Una riunione d’emergenza del governo ha deciso di rafforzare le misure di sicurezza a ministri e politici, e di confermare la tornata elettorale.

La polizia ha riferito che Yamagami, impassibile durante l’interrogatorio, è arrivato sul luogo dell’attentato in treno portando una borsa di stoffa, confessando l’omicidio e motivandolo per il rancore nei confronti di una “organizzazione specifica”, convinto fosse collegata ad Abe.

L’uomo si era licenziato a maggio per imprecisati motivi di salute. “Sono sbalordito, indignato e profondamente rattristato dalla notizia – ha dichiarato il presidente Usa Joe Biden -.

La violenza armata lascia sempre una profonda cicatrice”. Il capo del Cremlino Vladimir Putin ha parlato di “perdita irreparabile”, mentre per la Cina il cordoglio è stato espresso dal ministero degli Esteri.

Da premier Abe aveva profuso molti dei suoi sforzi per cementare l’alleanza di sicurezza con gli Stati Uniti e allo stesso tempo rafforzare il suo Paese sul piano militare, spingendo per una costituzione meno pacifista e più tarata sulle nuove minacce, a partire dalla crescente assertività di Pechino.

Giappone, ‘gravi falle nella sicurezza dell’ex premier Abe’
Il capo della polizia di Nara ammette errori sulla vigilanza

Ci sono state notevoli falle nella protezione dell’ex premier giapponese Shinzo Abe, assassinato venerdì durante un comizio elettorale nella città di Nara.

A dirlo in una conferenza stampa è il capo della polizia locale, Tomoaki Onizuka, il giorno dopo l’attentato.

“È innegabile che ci siano stati problemi nella sicurezza”.

Intanto l’auto con il feretro dell’ex premier nipponico Shinzo Abe è arrivata nella residenza di famiglia a Tokyo, raggiunta anche dalle personalità di spicco del suo partito Liberal Democratico, incluso il premier Fumio Kishida.

Vestiti di nero, secondo le immagini trasmesse dalle tv giapponesi, si sono messi in fila per rendere omaggio.

Abe è stato assassinato ieri a un comizio elettorale a Nara da un uomo di 41 anni, Tetsuya Yamagami, che ha usato una sorta di pistola artigianale fatta di legno e ferro.

L’episodio ha scioccato l’intera nazione, caratterizzata da un tasso di criminalità tra i più bassi al mondo. I media giapponesi hanno riferito che lunedì sera si terrà una veglia funebre e martedì un funerale per la famiglia e i collaboratori di stretti di Abe.

Da ieri sera, un flusso costante di persone in lutto ha desposto fiori e pregato per Abe, il primo ministro giapponese più longevo del dopoguerra, con manifestazioni di cordoglio registrate in tutto il Paese.

I funerali dell’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe si terranno lunedì e martedì: lo ha reso noto l’ufficio di Abe alla Cnn. Lunedì si terrà una veglia funebre, seguita da una funzione commemorativa martedì.

Da parte sua, l’emittente pubblica giapponese NHK riporta che il funerale sarà celebrato dalla vedova Akie Abe in un tempio di Tokyo. La partecipazione sarà limitata ai membri della famiglia e alle persone vicine ad Abe, ha aggiunto NHK.

Papa Francesco ha inviato un telegramma di cordoglio per l’assassinio dell’ex primo ministro del Giappone, Shinzo Abe. Il Papa – si legge nel messaggio trasmesso a nome del Pontefice dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin al nunzio apostolico in Giappone mons. Leo Boccardi – “è rimasto profondamente addolorato nell’apprendere dell’assassino” di Abe e formula “sentite condoglianze alla sua famiglia, agli amici e al popolo del Giappone”.

“Sull’onda di questo atto insensato – aggiunge il messaggio -, egli prega perché la società giapponese sia rafforzata nel suo storico impegno per la pace e la non violenza”.

ANSA

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