CALCIO & SPORT

Basket: Milano batte Bologna in gara 6, è campione d’Italia

L'Olimpia vince 81-64 e chiude la serie sul 4-2. E' il 29/o titolo

Lo Scudetto della redenzione per l’Olimpia Milano arriva 372 giorni quel terribile 0-4 di Bologna che aveva lasciato fantasmi anche nella testa di un vincente come coach Messina, al quinto tricolore con tre squadre diverse come solo Bianchini e Recalcati.

E l’invasione di campo con cui il pubblico, una mastodontica marea rossa, celebra la proprietà (al quarto scudetto in 8 anni), la squadra, lo staff è la sublimazione di una paura ormai dissolta, trasformata in pura gioia.

Un trionfo reso ancora più dolce perché arriva come risposta granitica all’indomani delle accuse del patron Zanetti contro gli arbitri e la presunta “sudditanza psicologica”, dichiarazioni considerate irricevibili dalla galassia Olimpia.

“Noi non eravamo certo soli contro tutti – la punzecchiatura di Messina, in riferimento alle parole del CEO della Virtus Luca Baraldi – avevamo il nostro gruppo, il nostro pubblico. Non bisogna mai festeggiare contro qualcuno ma festeggiare solo con chi ti vuole bene”.

Non c’è storia in gara6, chiusa nettamente 81-64: Bologna resta avanti per un possesso, al 1′ dopo la tripla del 3-2 di Shenghelia.

Milano, caricata a molla da un pubblico infuocato, inizia come una furia: dopo 11′ è sul +11 (32-16) e solo un moto di orgoglio di Hackett, Alibegovic e Jaiteh riporta Bologna a contatto (-5, 39-34). Ma la Virtus è tradita dalle sue stelle: Belinelli e Teodosic molto opachi per tutta la serie.

La seconda spallata di Milano dopo l’intervallo è quella buona: Bologna è lasciata a 10 punti nel terzo quarto e sprofonda a -27.

L’ultimo quarto è accademia, garbage time. Piange in panchina Datome, al primo scudetto da protagonista e autore di una prova sublime (23 punti); Messina accoglie Rodriguez – probabilmente alla sua ultima per Milano, lo attende il Real – e Hines, i suoi pretoriani che hanno alzato il livello del progetto tecnico; il pubblico invoca Shields, mvp delle finali, e canta e balla con Melli che dedica il titolo alla figlia.

Sorride Ricci che un anno fa aveva vinto il titolo da capitano della Virtus. Pozzecco, pronto a fare il ct full time della Nazionale, resta senza voce. Risuonano le note di “o mia bela Madunina”.

Poi c’è solo l’invasione, con la sicurezza che non riesce a sgombrare il campo, e la coppa alzata da Armani che fa il paio con la Coppa Italia di febbraio. E’ la festa grande di Milano, 29 volte campione d’Italia, con la terza stella nel mirino.

ANSA

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