CRONACA

Il paradosso delle restrizioni: Pasqua in rosso, turismo vietato solo in Italia, all’estero si può andare

Non si può uscire dal proprio comune di residenza, o dalla propria casa, ma si può raggiungere l’aeroporto o il porto per fare un viaggio all’estero.

E questo anche se lo scalo si trova in una Regione rossa: è quanto chiarisce una nota protocollata del ministero dell’Interno che sta già destando non poche perplessità, soprattutto tra gli operatori turistici che chiedono lumi sul perché, a prescindere dal livello delle restrizioni, si possa viaggiare verso l’estero ma non nel territorio nazionale, lamentando una “discriminazione”.

“Gli alberghi e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia”, è la protesta espressa dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca.

In effetti le restrizioni previste per aprile e per i tre giorni intorno a Pasqua prevedono l’uscita da casa solo per comprovate ragioni di necessità, tra cui motivi di salute o lavoro, e comunque sempre entro la Regione di residenza, sia in caso di zone rosse che arancione. Però, dice la nota, ci si potrà muovere verso gli aeroporti anche se questi fossero fuori regione.

Con buona pace dei titolari di albeghi o B&B nostrani, che non possono ricevere clienti italiani, “sono giustificati gli spostamenti finalizzati a raggiungere il luogo di partenza di questo tipo di viaggi che, in quanto generalmente consentiti, non possono subire compressioni o limitazioni al proprio svolgimento”, spiega la ministra Lamorgese, purché muniti di autocertificazione.

Dove si può andare per turismo

Il Corriere della Sera fa la cernita dei Paesi verso cui si può andare. Tra questi rientrano  Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, comprese isole Faer Oer e Groenlandia, Estonia, Finlandia, Francia – ma esclusi luoghi situati fuori dai confini europei -, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco. Ovviamente in ognuno di questi Stati sarà necessario rispettare le restrizioni locali. Inoltre nella maggior parte dei casi al rientro sarà necessario sottoporsi al tampone e, in altri casi, fare la quarantena di 14 giorni, come nel caso di chi rientra dall’Austria, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti. Isolamento fiduciario anche per chi rientra da Australia, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, Tailandia.

In Italia invece il turismo di fatto non è possibile. Fino al 30 aprile infatti, chi sta in zona arancione non può uscire dal proprio comune di residenza e dalla propria abitazione chi sta in zona rossa, salvo per visite a parenti e amici ma sempre massimo in due adulti e minori di 14 anni e sempre tenendo conto che il coprifuoco scatta alle 22. Tra le motivazioni di necessità non sarà quindi possibile addurre il viaggio per turismo che potrà essere fatto solo verso l’estero. A ben vedere è la distorsione che si sta verificando anche in altri Paesi come Spagna, dove i turisti stranieri circolano liberamente mentre gli spagnoli sono in lockdown.

Seconde case: quando si può andare

Nelle seconde case si può andare, ma solo il nucleo familiare e solo le si possiede da prima del 14 gennaio e purché la casa non sia abitata da altri.

Qui subentrano però le singole legislazioni regionali. Per esempio in Alto Adige possono andare nella seconda casa solo i residenti, mentre in Campania e Puglia non ci possono andare nemmeno i residenti, così come in Toscana e Valle d’Aosta i non residenti non possono entrare.

Anche la Sardegna chiude le porte ai non residenti mentre i residenti dovranno esibire il tampone negativo effettuato nelle precedenti 48 ore oppure un certificato di avvenuta vaccinazione. Tampone anche per entrare in Sicilia.

Fonte: TiscaliNews

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