POLITICA

Dopo di noi e Centro dialettologia i temi al centro della IV Ccp

Sono stati ascoltati il presidente dell'Associazione “Dopo di noi” Carlone, l’amministratore unico dell’Ater di Potenza De Paolis e l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Potenza Picerno. Per il CID audito il prof. Di Vincenzo dell’Unibas

Due i temi all’ordine del giorno, ieri, della quarta Commissione consiliare permanente (Politica sociale), presieduta dalla consigliera Dina Sileo (Gm): la “Casa domotica” e il Centro Internazionale di Dialettologa dell’Università degli studi della Basilicata.

Sul primo argomento sono stati auditi il presidente dell’Associazione “Dopo di noi”, Vincenzo Carlone, l’amministratore unico dell’Ater di Potenza, Vincenzo De Paolis coadiuvato dal direttore Pierluigi Arcieri, e l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Potenza, Fernando Picerno insieme al dirigente al ramo Giuseppe Romaniello.

Il presidente dell’Associazione “Dopo di noi”, Vincenzo Carlone, ha ricordato il lungo iter del progetto “Casa domotica”, una unità abitativa di circa 300 metri quadri con tutti i servizi e una piscina per la terapia acquatica da adibire a comunità alloggio per persone con disabilità, in località Bucaletto a Potenza.  Un percorso iniziato nel 2011 e conclusosi nel 2019 dopo varie vicende burocratiche tra l’Ater di Potenza e il Comune di Potenza. “La struttura – ha precisato Carlone – avrebbe dovuto essere acquisita dal Comune di Potenza per poi essere destinata al suo scopo ma nel frattempo è stata occupata abusivamente da una famiglia con un figlio disabile togliendo quindi la possibilità ad altri 7 ragazzi di poterne usufruire. Una situazione, questa, davvero incresciosa anche perché, essendo la struttura dedicata al sociale, non si può procedere con la procedura di sfratto”.

Sono intervenuti poi l’amministratore unico dell’Ater De Paolis e il direttore Arcieri i quali hanno fatto il punto sui diversi provvedimenti succedutisi in questi anni per il completamento della struttura. “Il primo atto risale al 2008. Con questo provvedimento – hanno riferito De Paolis e Arcieri – furono definiti gli atti di indirizzo. Contemporaneamente il Comune di Potenza doveva prevedere una Fondazione partecipata ‘Dopo di noi’ con procedimenti paralleli. Anche le fasi successive, progettazione e realizzazione, dovevano tener conto della finalità della struttura. L’Ater, nonostante la mancanza della Fondazione, ha proseguito i lavori attraverso l’utilizzazione dei fondi messi a disposizione dalla Regione. Prima dell’ultimazione dei lavori, a gennaio 2019, abbiamo inviato una nota al Comune di Potenza chiedendo di mettere in campo tutte le iniziative necessarie per l’individuazione del soggetto destinatario della struttura. Più volte abbiamo rappresentato questa necessità proprio per evitare eventuali occupazioni abusive”.

Subito dopo hanno preso la parola l’assessore Picerno e il dirigente Romaniello. “Appena mi sono insediato – ha precisato Picerno – ho avuto sollecitazioni dal presidente Carlone per la casa domotica. In essere c’era un altro progetto fermo, la Comunità alloggio denominata “Casa Antonia”, destinata a 7 persone con disabilità psicofisica, residenti nel Comune di Potenza. Struttura completata che al momento presenta ancora dei posti liberi. Nel frattempo stiamo completando un’altra casa a Marrucaro, una struttura requisita alla mafia, per dare risposte ad altre 5 persone con disabilità. L’amministrazione comunale ha finalmente completato il Piano sociale di zona, un documento essenziale per l’accesso ai fondi e una conquista per l’intero territorio e per tutte le associazioni che operano in materia di disabilità. Per quanto riguarda l’occupazione della casa domotica, mi sono rivolto più volte al Prefetto. Dov’è lo Stato? Il Comune di Potenza, con la casa “Antonia” e con la struttura di Marrucaro sta rispondendo alle esigenze sollecitate dalle associazioni. Non possiamo affidare direttamente la casa domotica all’associazione ‘Dopo di noi’ ma bisogna procedere con gli avvisi pubblici”. “Il progetto di realizzazione della Casa domotica di Via Mallet a Bucaletto – ha spiegato Romaniello – è stato ammesso a finanziamento a valere sulle risorse del PNRR (Avviso 1/2022 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali). Con nota del 3 novembre 2022 abbiamo chiesto all’Ater l’immediata messa in disponibilità dell’immobile e la relativa consegna delle chiavi ma, purtroppo, non è stato possibile procedere perché l’Ater ci ha comunicato che era nella impossibilità materiale e giuridica di procedere alla consegna delle chiavi dell’immobile in quanto occupato abusivamente da una famiglia con un figlio in situazione di fragilità e che occorrerebbe avviare una formale azione legale per ottenere una pronuncia giudiziale per il rilascio dell’immobile”.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Bellettieri (FI) che si è detto “preoccupato per i tempi dell’esito del giudizio di mediazione”, Perrino (M5s) il quale ha evidenziato che: “Quando si è cominciato a parlare della Casa domotica nella scorsa legislatura, ponemmo il problema di pubblicare un avviso pubblico. Purtroppo, ancora una volta, per inerzia della Pa registriamo ritardi e di fronte al fatto compiuto dell’occupazione abusiva non possiamo fare nulla”. La presidente Sileo, dopo aver ascoltato tutti gli interventi, ha proposto di trovare un altro alloggio per la famiglia occupante restituendo così la casa domotica a chi ne ha diritto e ha programmato per le prossime riunioni della Commissione l’audizione di tutti i comuni capofila dei piani d’ambito sociale.

Successivamente, l’organismo consiliare ha audito il rappresentante dell’Unibas, prof. Onofrio Mario Di Vincenzo in sostituzione del Rettore Mancini, in merito al progetto in scadenza relativo al Centro internazionale di dialettologia.

La presidente Sileo, dopo aver richiamato l’attenzione sulla proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzionalizzazione del CID (primo firmatario e promotore della legge il Sindaco di Ruoti) e aver espresso parole di apprezzamento per l’attività svolta sinora dal Centro, ha evidenziato la prossimità della scadenza del protocollo d’intesa tra Unibas e Regione Basilicata, mese di luglio 2023, e quella del CID che ha scadenza 2024. “Il CID – ha sottolineato Sileo rivolgendosi al professor Di Vincenzo – ha prodotto una pregevole attività di ricerca e divulgazione scientifica per la conoscenza e la salvaguardia dei dialetti lucani. In vista delle prossime scadenze, vorremo capire cosa pensano gli attori principali di questo percorso e quali sono le indicazioni dell’Unibas per il proseguimento di questo progetto”.

“Il progetto A.L.Ba. (Atlante Linguistico della Basilicata) – ha spiegato Di Vincenzo – è nato nel 2007 da un’idea della professoressa Patrizia Del Puente, docente di Glottologia e Linguistica dell’Università degli Studi della Basilicata. Dal mese di marzo 2018 è diventato Centro Internazionale di Dialettologia (CID), interateneo con l’Università di Palermo e in partenariato con le università di Cambridge, Oxford e Pisa. In questi anni l’attività scientifica è stata posta in essere grazie anche al prezioso contributo dei titolari di assegno di ricerca che, con le indagini sul campo, hanno coinvolto in modo attivo la popolazione di Basilicata. L’ultima convenzione con gli assegnisti è stata sottoscritta nel mese di febbraio 2022 con scadenza 23 agosto 2023. Il CID, come evidenziato dalla presidente Sileo, ha scadenza 2024. Il nostro orizzonte – ha proseguito Di Vincenzo – è il 23 agosto 2023 e non possiamo proporre un rinnovo degli assegni di ricerca. Sono diversi i ricercatori precari che hanno trovato finanziamento sui diversi bandi, una platea di personale non strutturato che ha aspirazioni legittime e che costituiscono tutti risorse preziose per l’Università degli studi della Basilicata. Riguardo alla proposta di legge di iniziativa popolare, ci fa piacere che il Centro abbia riscosso l’interesse delle comunità lucane ma rispetto alla forma giuridica proposta nutriamo delle perplessità. La legge non può imporci di entrare in una società. La scelta giuridica più idonea potrebbe essere quella della Fondazione. Un modello potrebbe essere il Centro che esiste in Sicilia che coinvolge l’università di Palermo. Se dovessero arrivare dei finanziamenti da parte della Regione – ha concluso Di Vincenzo – potremmo essere disposti a gestire questa tipologia di iniziativa”. Nel dibattito è poi intervenuto il consigliere Cifarelli che ha annunciato la presentazione di una proposta di legge tesa a rifinanziare il Centro di dialettologia. La presidente Sileo, dopo aver ribadito la necessità di trovare una soluzione idonea per evitare il dispendio di risorse pubbliche ha programmato per la prossima riunione dedicata al tema, l’audizione dell’assessore allo Sviluppo economico e lavoro, Michele Casino.

Erano presenti ai lavori oltre alla presidente Sileo (Gm), i consiglieri Cifarelli (Pd), Trerotola (Pl), Baldassarre (Idea), Bellettieri (FI), Polese (Iv), Perrino (M5s), Giorgetti (M5s), Aliandro (Lega).

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