CRONACA

Leonardo, il supercomputer al servizio della ricerca Il quarto più potente al mondo. Inaugurato a Bologna con Mattarella

Si è alzato il sipario su ‘Leonardo’, il supercomputer da 240 milioni di euro – 120 investiti da Roma e 120 da Bruxelles – quarto calcolatore al mondo per velocità e potenza destinato a progetti di ricerca, uso scientifico e accademico e applicazioni industriali.

Il setup di ‘Leonardo’ è iniziato a luglio, ed è proseguito per tutta l’estate con la consegna dei 155 rack e delle migliaia di componenti del supercomputer la cui attività spazierà dall’osservazione del cosmo alla scienza dei materiali, dalla ‘Space Economy’ ai cambiamenti climatici, dalla genomica ai gemelli digitali di città e della Terra, dalla previsione di eventi naturali estremi alla medicina personalizzata.

Posto all’ombra delle Due Torri, Bologna e l’Emilia si aggiudicano, dunque, il titolo di Big Data Valley, la ‘Silicon Valley’ tricolore.

Italia ed Europa entrano tra le potenze internazionali del calcolo con l’obiettivo di competere, da pari, con America e Cina. Sotto le Due Torri – davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella seduto in platea al Tecnopolo felsineo – la macchina è stata disvelata.

Accesa dallo scorso ottobre e ospitata sotto le volte della ex Manifattura Tabacchi progettata da Pier Luigi Nervi, sarà gestita dal Cineca e ha una performance misurata di High-Performance Linpack (Hpl) di 174,7 petaflop. Grazie a questi numeri si posiziona sul quarto gradino della Top500 mondiale, la lista dei supercomputer più potenti del pianeta.

Il ‘supercervellone’ ha una capacità totale di 250 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo con una capacità di archiviazione di oltre 100 petabyte. A livello planetario più potenti di ‘Leonardo’ restano solo l’americano ‘Fronter’ che si trova al centro di calcolo di Oak Ridge nel Tennessee, ‘Fugaku’ del Riken di Kobe, in Giappone e il finlandese Lumi, che insieme al computer del Cineca, e’ l’unico europeo fra i primi dieci.

‘Leonardo’ arriva nel capoluogo emiliano grazie anche agli investimenti della Regione Emilia-Romagna sul Tecnopolo, cittadella della scienza dove si trovano già il Data Center del Centro Meteo Europeo, l’Agenzia Italia Meteo e dove troveranno sede l’iFab-Fondazione internazionale Big Data e intelligenza artificiale per lo sviluppo umano, centri di ricerca come Infn, Cineca e Cnr con l’arrivo previsto a Bologna di circa 1.500 ricercatori da tutto il mondo.

Innanzi al Capo dello Stato sono intervenuti il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il presidente del Cineca, Francesco Ubertini e il direttore Generale Reti di comunicazione, contenuti e tecnologia della Commissione Europea, Roberto Viola.

E se Bonaccini non ha esitato a definire quella di oggi “una giornata storica” , Bernini ha parlato di un “sogno che si realizza, anzi due: il sogno tecnologico con il genio scientifico e artistico di Leonardo che vive nel supercomputer e il sogno europeo”.

Capace di eseguire oltre di un miliardo di miliardi di operazioni al secondo, la nuova macchina potrà essere utilizzata per studiare eventi sismici, eruzioni vulcaniche e maremoti, rileva in una nota l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), che oggi ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione con il suo presidente Carlo Doglioni e con i direttori delle sezioni dell’Ingv di Bologna e Pisa, Micol Todesco e Tomaso Esposti Ongaro.

“La possibilità di elaborare quantità finora inimmaginabili di dati apre nuovi orizzonti e nuovi spazi di ricerca”, ha osservato Todesco.

“Partecipare al varo di questa incredibile risorsa è un’emozione vivissima. Un po’ come il telescopio di Galileo, questo nuovo strumento allargherà il nostro sguardo sul mondo rivelando dettagli sconosciuti e regalandoci nuove dimensioni da esplorare”, ha aggiunto.

Per Esposti Ongaro il supercomputer Leonardo “è un’opportunità incredibile per l’Ingv e per tutta la comunità scientifica, soprattutto per i giovani e le giovani ricercatrici che credono nel futuro dell’integrazione di grandi moli di dati nei modelli digitali del sistema Terra”.

Il supercomputer diventa così un altro potente strumento a disposizione delle Scienze della Terra e dei progetti europei in questo settore ai quali l’Ingv già partecipa, come Cheese (Centre of Excellence for Exascale in Solid Earth) per i servizi di calcolo urgente per l’allerta precoce e la valutazione dei rischi in caso di eventi naturali calamitosi, Dt-Geo (Digital Twin for GEOphysical extremes) che mira ad analizzare e prevedere l’impatto di tsunami, terremoti, vulcani e sismicità antropogenica, eFlows4HPC (Enabling dynamic and intelligent workflows in the future EuroHPC ecosystem), che punta a sviluppare procedure HPC per la risposta in emergenza alle catastrofi, Geo-Inquire, per monitorare e modellare i processi dinamici all’interno della geosfera a nuovi livelli di dettaglio e precisione spaziali e temporali, e il nuovo Centro per le Geoscienze Computazionali recentemente istituito dall’Ingv e finanziato in ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

ANSA

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