CRONACA

Kiev: attivati due corridoi terrestri per esportare il grano

Attraverso Polonia e Romania. Si lavora a un terzo con gli Stati baltici

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è intenzionato a parlare con i presidenti russo e ucraino Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky la prossima settimana per discutere la situazione in Ucraina.

Lo scrive l’agenzia russa Tass.

Erdogan ha aggiunto che intende affrontare il tema del “corridoio per il grano”. L’Ucraina ha creato due corridoi terrestri attraverso la Polonia e la Romania per esportare grano ed evitare una crisi alimentare globale, anche se ‘colli di bottiglia’ rallentano la catena di approvvigionamento: lo ha detto il viceministro degli esteri di Kiev, Dmytro Senik.

Il ministro, citato dal Guardian, ha ribadito che la sicurezza alimentare globale è a rischio perché l’invasione russa dell’Ucraina ha fermato le esportazioni di grano ucraino dal Mar Nero. L’Ucraina – ha detto – è anche in trattativa con gli Stati baltici per aggiungere un terzo corridoio per le esportazioni alimentari, ha aggiunto Senik.

L’EUROPA
In merito alla concessione dello status di candidato Ue all’Ucraina “la sfida è uscire dal Consiglio europeo con una posizione unitaria che rifletta la grandezza di queste storiche decisioni“.

Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando con un gruppo di media internazionali, tra cui l’ANSA, sulla via del ritorno dalla sua visita a Kiev.

“Il mio auspicio è che guardando indietro, in questi ultimi venti anni, possiamo dire di aver preso la giusta decisione” mostrando “di non essere timidi e con una mentalità chiusa”, ha aggiunto von der Leyen.

“L’Ucraina ha raggiunto molti” dei suoi obiettivi “in questi dieci anni e molti altri devono essere ancora raggiunti. Il nostro parere deve riflettere tutto questo con grande attenzione.

Il percorso” di uno Stato “verso l’adesione all’Ue è noto a tutti. E’ basato sul merito“, ha ancora sottolineato la presidente della Commissione. Von der Leyen, dopo aver lasciato Kiev, è rientrata con un treno notturno nell’Est della Polonia.

Secondo quanto rivelato dalla testata tedesca Bild, Il cancelliere Olaf Scholz sta preparando una visita a Kiev con il premier italiano Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron. I tre leader europei vorrebbero incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky prima del summit del G7, in programma a fine giugno.

LE DIPLOMAZIE ORIENTALI – CINA E COREA DEL NORD
La Cina non ha mai fornito alcun supporto materiale alla Russia nella guerra contro l’Ucraina: il ministro della Difesa, Wei Fenghe, parlando al vertice sulla sicurezza dello Shangri-La Dialogue di Singapore, ha affermato che Pechino ha sostenuto i colloqui di pace e si è opposta alla fornitura di armi, mostrando pieno scetticismo sull’efficacia delle sanzioni.

“Qual è la causa principale della crisi? Chi è la mente di tutto? Chi perde di più? E chi può guadagnare di più? Chi sta promuovendo la pace e chi sta aggiungendo benzina sul fuoco? Penso che tutti conosciamo le risposte”, ha proseguito senza articolare la posizione cinese.

Un conflitto o una guerra “sono l’ultima cosa che la Cina vorrebbe vedere in Ucraina. Allo stesso tempo, non crediamo che la massima pressione o sanzioni possano risolvere il problema“, ha aggiunto Wei, osservando che, al contrario, potrebbero “causare ancora più tensioni e peggiorare ulteriormente il problema”.

A schierarsi apertamente con la Russia è la Corea del Nord. Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha ribadito il pieno sostegno al presidente russo Vladimir Putin, a dispetto della condanna internazionale per la sua invasione ai danni dell’Ucraina.

Il popolo russo ha “ottenuto grandi successi nel portare a termine la giusta causa di difesa della dignità e della sicurezza del proprio Paese, affrontando ogni sorta di sfide e difficoltà – ha affermato Kim in un messaggio a Putin per il Russia Day, nel resoconto dell’agenzia ufficiale Kcna -. Il popolo coreano offre loro pieno sostegno e incoraggiamento”.

L’apparente riferimento di Kim all’attacco non provocato contro l’Ucraina come una “giusta causa” a tutela della per difendere la sicurezza della Russia è l’ultimo segnale che rimarca gli stretti legami bilaterali tra i due Paesi.

Kim ha espresso anche la convinzione che le relazioni amichevoli continueranno a rafforzarsi in tutte le aree e nel “viaggio per la difesa della giustizia internazionale e per garantire la sicurezza globale”. Nel 2019, Kim e Putin tennero il loro primo vertice bilaterale nella città di Vladivostok, nell’Estremo Oriente russo.

SUL TERRENO
Ha provocato almeno 22 feriti un raid russo compiuto ieri nella regione di Ternopil, nell’ovest dell’Ucraina, stando al governatore regionale Volodymyr Trush. “Ieri, alle 19.46 (ora locale, le 18.46 in Italia), Chortkiv è stata colpita da quattrom missili, tutti lanciati dal Mar Nero”, ha specificato il governatore Volodymyr Trush in un post pubblicato su Facebook, aggiungendo che tutti i feriti sono stati trasportati in ospedale.

In merito all’operazione, l’esercito russo ha annunciato di aver colpito un sito che custodiva armi fornite a Kiev da paesi occidentali, vicino Chortkiv, nell’Ucraina occidentale, area fino ad ora in gran parte risparmiata dai combattimenti. Il ministero della Difesa russo ha affermato che con “missili Kalibr lanciati dal mare” è stato distrutto un deposito di armi vicino Chortkiv con “sistemi missilistici anticarro, sistemi di difesa aerea e proiettili forniti a Kiev da Stati Uniti e Paesi europei”.

In Lugansk, secondo il governetore Serhiy Gaidai, le forze russe hanno già distrutto due dei tre ponti che portano a Severodonetsk. “I russi hanno distrutto nella notte il secondo ponte che porta al centro regionale, in questo momento stanno bombardando l’ultimo terzo cavalcavia della città: stanno facendo tutto per tagliare Severodonetsk. I prossimi due o tre i giorni saranno significativi e non escludiamo attacchi in altre direzioni, ovvero la rotta Lysychansk-Bakhmut, di cui stanno cercando di prendere il controllo”, ha aggiunto Gaidai.

Sempre nel Lugansk, le forze russe ieri hanno distrutto 26 case, oltre a un centro commerciale e un negozio.

Per un funzionario della Difesa americana, citato dal Washington Post, è probabile che la russia acquisisca il controllo dell’intera regione del Lugansk in Ucraina nel giro di poche settimane.

Le città di Severodonetsk e Lysychansk sono già sotto forte pressione e potrebbero cadere sotto il peso delle forze russe in una settimana, riferisce il funzionario Usa secondo il quale i progressi della Russia stanno arrivando a un costo pesante per il suo esercito in termini di morti e feriti.

In un videomessaggio pubblicato nella Notte tra sabato e domenica, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che “le truppe ucraine stanno gradualmente liberando il territorio della regione di Kherson“. Ieri “il villaggio di Tavriis’ke è stato aggiunto all’elenco degli insediamenti restituiti al nostro Stato.

E c’è un certo progresso anche nella regione di Zaporizhzhia”. Il presidente ucraino ha commentato poi la distribuzione di passaporti russi a Kherson e a Melitopol. “E’ stato mostrato come i residenti presumibilmente vogliano passaporti russi. Beh, non sembravano code per ottenere un passaporto, ma un tentativo di ottenere un biglietto per fuggire”.

OGGI E’ LA GIORNATA DELLA RUSSIA
Oggi è LA Giornata dell’Indipendenza della Russia. viene celebrata il 12 giugno, giorno in cui è stata adottata la Dichiarazione di Sovranità di Stato nel 1990. davanti al ministero della Difesa stamani è comparso uno striscione contro la guerra, con su scritto “oggi non è il mio giorno”.

In opccasione della Giornata della Russia, Abu Mazen si è congratulato con Vladimir Putin. In un telegramma, il presidente palestinese – citato dalla Wafa – ha augurato a Putin “salute, benessere e successo per il suo Paese e il suo popolo. Ulteriore progresso e prosperità”

BERLUSCONI: “IO AVREI CONVINTO PUNTIN”
“Voglio dire davvero cosa ho pensato. Se fossi stato presidente della Repubblica avrei potuto andare e ripetere con Putin quello che ho fatto nel 2008″, con la situazione della Georgia. Lo ha detto l’ex premier Silvio Berlusconi parlando della guerra in Ucraina a margine del voto a Milano per i referendum sulla giustizia.

“Lo tenni al telefono cinque ore e gli dissi ‘sappi che se domani mattina invadi la Georgia divorzi dall’Unione Europea, dalla Nato e dagli Usa’ – ha raccontato -. Alle 10 di mattina arrivò l’ordine da Mosca alla truppa di ritirarsi”.

“Putin non l’ho sentito di recente. Eravamo molto amici, ho fatto due telefonate all’inizio di questa operazione e non ho avuto risposte”, ha aggiunto Berliusconi. “Allora dopo questo mi sono astenuto da ulteriori tentativi”, ha concluso.

ANSA

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