CRONACA

I dettagli dell’indagine ‘Casa Covid’. Una coppia in carcere: accusati di omicidio colposo in 22 casi

Con le accuse di epidemia colposa e omicidio colposo in danno di 22 anziani e circonvenzione di incapaci, i Carabinieri del Nas di Potenza e della Compagnia di Viggiano (Potenza) hanno arrestato i due soci titolari di una casa alloggio per anziani di Marsicovetere (Potenza).

L’operazione “Casa Covid” è coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza, che lo scorso 2 ottobre dispose il sequestro preventivo della struttura. Nel pieno della seconda ondata, il provvedimento deciso dopo che in due giorni furono registrati quattro decessi per Covid di persone che erano ospiti della struttura.

In quel momento, in totale i positivi erano una trentina, alcuni dei quali furono poi trasferiti in altre strutture. Per i due soci titolari, stamani i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere

Il procedimento ha preso il via nel mese di settembre scorso, dopo la morte di un ospite, seguita poi da altri 21 ospiti deceduti.

A seguito dei primi decessi, la Procura di Potenza ha disposto degli accertamenti dei Carabinieri del Nas e della Compagnia di Viggiano. Gli esiti, come riferito dalla Procura, hanno evidenziato “un vasto focolaio di Covid-19 che coinvolgeva ospiti e operatori”.

Le indagini, condotte anche tramite intercettazioni telefoniche e pedinamenti oltre che ispezioni dei luoghi e testimonianze, hanno portato a gravi indizi di reato per la coppia.

Le indagini hanno dato modo di appurare, a livello di gravità indiziaria, un quadro di assoluta inadeguatezza della struttura. “Per ragioni economiche e di profitto, per un verso, ospitava un numero almeno doppio di persone fragili e, per l’altro verso, risparmiava su tutte le più elementari procedure anti-Covid”, scrive la Procura.

Nella struttura autorizzata per ospitare 22 ospiti, ne venivano individuati 49, che venivano ospitati anche nella sala mortuaria della struttura.

Documentazione falsa sulla registrazione in entrata e in uscita degli ospiti, nessuna procedura messa in atto per le misure anti-contagio, mancanza totale di DPI (con i dipendenti obbligati ad acquistarli con soldi propri), nessun tampone dopo aver accertato i contagi.

Inoltre, dopo il sequestro della struttura, gli indagati hanno attivato altre due strutture, abusivamente, individuate e sottoposte a chiusura.

Addirittura, uno degli indagati “approfittando dello stato di infermità di un anziano ospite, lo induceva a fare atti dispositivi del proprio patrimonio in suo favore”. Le accuse sono pesantissime: cooperazione in epidemia, cooperazione in 22 casi di omicidio colposo e circonvenzione di incapaci.

I dettagli sono stati resi noti dal Procuratore Capo di Potenza, Francesco Curcio.

Pulsante per tornare all'inizio