CRONACA

Peculato, dipendente istituto di credito e tre imprenditori nel mirino dell’operazione Guardia di Finanza

Nelle prime ore della mattinata odierna, su disposizione di questa Procura della Repubblica militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Potenza e della sezione di polizia giudiziaria della Procura hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali nei confronti di quattro indagati, di cui due associati presso la locale Casa Circondariale e due posti agli arresti domiciliari, in relazione a plurimi episodi di peculato ai danni di quatto comuni lucani.

Le misure restrittive disposte dal G.I.P. del Tribunale di Potenza l’ultimo tassello di una meticolosa attività investigativa, coordinata da questa Procura della Repubblica e condotta dalla G.d.F in forza alla locale Sezione di P.G. con la collaborazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria.

Le indagini hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di Cristofaro Donato, dipendente di un Istituto di credito, a cui era stato affidato il servizio di Tesoreria dei Comuni di Ripacandida, Oppido Lucano, Genzano di Lucania e Cancellara, il quale, abusando del suo ruolo, distraeva fondi pubblici, allo stato calcolati in oltre due milioni di euro di cui si appropriava in favore suo e di suoi complici.

In particolare, Donato Cristofaro, di Oppido Lucano, già funzionario bancario, con complessi artifici contabili e bonifici, le cui provviste erano tratte dai conti correnti dei Comuni interessati, anziché pagare il dovuto agli Enti Pubblici che dovevano essere destinatari delle somme, in realtà emetteva bonifici bancari in favore di tre imprenditori compiacenti, A.M di Avigliano, G.L di Atella e G.S di Ruvo del Monte che, per questi motivi, sono stati chiamati a rispondere a titolo di concorso nel delitto contestato al C.

Dal compendio indiziario acquisito è emerso che l’abile bancario, con condotte particolarmente insidiose, denotando, altresì, conoscenze di tecniche informatiche, al fine di dissimulare le distrazioni di denaro, alterava i dati telematici relativi ai mandati di pagamento realmente emessi dai Comuni.

Il sistema, come detto, ha consentito ai sodali di conseguire, nell’ultimo quinquennio, proventi illeciti per almeno 2 milioni di euro.

Dopo aver svuotato le casse comunali, dovendo mensilmente trasmettere i saldi contabili alla Tesoreria Provinciale, il C. scaltramente manipolava anche le relative voci dei bilanci degli stessi Enti Locali, trasmessi attraverso il sistema informatico della Banca d’Italia.

Per questo è chiamato a rispondere anche di accesso abusivo ad un sistema informatico di interesse pubblico di cui ne ha alterato il regolare funzionamento.

L’input investigativo è stato fornito da una denuncia presentata ai finanzieri proprio di Credito tesoriere che, durante una migrazione dei dati, conseguente ad un aggiornamento dei software gestionali, si accorgeva di una discrasia tra le disponibilità economiche riportate nei bilanci comunali e le reali disponibilità finanziare giacenti su conti degli Enti, rilevando notevoli ammanchi.

Le indagini sono in pieno svolgimento per verificare l’esistenza di ulteriori beneficiari delle somme distratte e per accertare ulteriori complicità, anche omissive, che hanno consentito l’operatività, per anni, di tale sistema truffaldino che arrecava ingentissimi danni all’erario.

Sono in corso le operazioni volte al sequestro preventivo diretto e per equivalente delle ingenti somme illecitamente sottratte.

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