CRONACA

SENISE Dall’assemblea CGIL duro monito no precarizzazione del lavoro e lottizzazione politica della sanità lucana

Giuseppina De Donato CGIL Senise:

Siamo qui questa sera per discutere del tema “Giu’ le mani dalla sanità”,ho invitato tutti i sindaci dell’area a partecipare a questa riunione importante, la CGIL sta lavorando da tempo sulla campagna di sensibilizzazione sul riordino della sanità che riguarda i nostri territori, una politica regionale che non pensa alla tutela della salute del cittadino, ma si avvia verso una privatizzazione del settore sanitario a discapito dei tanti cittadini magari pensionati che non possono permettersi le cure, atto grave il commissariamento delle ASP Potenza,Matera e delle altre strutture, a norma di legge i direttori generali a fine mandato vengono sostituiti attingendo dalla graduatoria delle persone idonee. Invece con il commissariamento immotivato ( non ci sono situazioni di grande deficit) si da spazio ad una politica clientelare per nominare i direttori sanitari delle ASP.

Una politica che ha leso e sta svuotando il diritto dei cittadini alla tutela della salute, altra grave azione il bando da 45 milioni di euro per l’assunzione di personale in ASP e Regione con contratti a chiamata per gli interinali affidati a società di risorse umane.

La CGIL ha presentato delle proposte, delle idee di modifica al Piano Sanitario Regionale in contrapposizione a quanto proposto dalla Regione, per migliorare i vari aspetti sociali e tutelare i diritti del cittadino.

Manca la sanità di base, molte volte il cittadino deve percorrere un lungo tragitto per raggiungere l’ospedale di Lagonegro,la distanza dal punto di emergenza, il non migliorare la rete di emergenza è un fattore grave perché poter contare rapidamente su un efficace sistema di pronto soccorso di emergenza, in molti casi può fare la differenza tra il salvare la vita e non salvarla.

Assistiamo invece ad un sistema di governo che punta sempre di più sulla sanità privata,ogni cittadino ha il diritto di essere curato ed assistito, se si prosegue su questa strada sarà inesorabile l’ulteriore spopolamento, secondo problema l’invecchiamento, la sanità va difesa a denti stretti in modo particolare nei nostri territori sempre più dimenticati che si avviano ad un lento ed inesorabile spopolamento, vi è una grande apatia, ma bisogna provarci, lottare e difendere i diritti ed il territorio, per evitare l’impoverimento e la mancanza di servizi essenziali per il cittadino.

 

Giuliana Scarano:

Nella riforma del sistema sanitario regionale vi sono due punti di criticità

  1. L’aggregazione ed accentramento dei presidi territoriali al San Carlo di Potenza (Unico DEA DI II Livello),assegnando compiti impropri, sottraendo energie in termini di personale e fondi,all’implementazione dei servizi di alta specialità, propri della sua mission.
  2. L’attivazione di due diversi modelli in una piccola regione per le due ASP di Potenza e Matera

La CGIL in diverse occasioni ed incontri aveva sottolineato il rischio di un accentramento delle funzioni concentrato al San Carlo di Potenza, che di fatto depotenzia tutte le altre strutture presenti sul territorio, si stanno verificando tutti i rischi sottolineati in precedenza.

Il 2018 è l’anno di attuazione del Piano Socio Sanitario Regionale,bisogna costruire un modello adeguato ed ampio, di sanità pubblica gratuita per tutti i cittadini, ognuno deve poter avere lo stesso diritto e lo stesso livello di assistenza. La riforma del SSR poteva e doveva essere l’occasione per migliorare la qualità dei servizi offerti e rispondere al meglio al bisogno di salute dei cittadini di Basilicata.

Questa battaglia che stiamo portando avanti, riguarda tutti i cittadini, una battaglia per la tutela della legalità e dei diritti,a nostro avviso le norme non sono fatte per essere aggirate dalle Istituzioni Regionali.

Dopo aver per anni vantato il merito di essere l’unica regione del mezzogiorno a non aver mai subito un commissariamento,dopo questo tanto pubblicizzato riordino del sistema sanitario regionale rispondente unicamente all’intento di “aggirare” norme che impongono piani di rientro ai presidi ospedalieri fuori parametro, è ancora più incomprensibile il  commissariamento in assenza di ogni presupposto giuridico e al solo scopo di confermare gli attuali direttori generali, in barba alle norme che vietano il conferimento di incarichi a soggetti già lavoratori privati o pubblici in pensione.

La precarizzazione del lavoro, per la prima volta in Basilicata si aprono le porte al lavoro interinale, un lavoro a chiamata, clientelare,che non solo porterà ad una totale svalorizzazione delle professioni sanitarie, ma che avrà come conseguenza un abbassamento della qualità dei livelli di assistenza, con una spesa di 45 milioni di euro per un bando per l’assunzione di personale interinale, tramite agenzie interinali che si occupano delle risorse umane.

 

Beatrice Galasso:

Negli ultimi tempi stiamo assistendo dalla scuola alla sanità dei problemi gravosi per i pensionati che vivono in un territorio abbandonato, tramite incontri ed assemblee abbiamo ricevuto da tanti pensionati un rafforzamento nel proseguire le battaglie per la difesa dei diritti ed in particolare per la difesa al diritto alle cure ed all’assistenza sanitaria, bisogna impedire il ritorno al vecchio sistema delle mutue, dove i cittadini venivano curati in base alle possibilità ed all’appartenenza alla classe sociale, la CGIL è sempre in prima linea, altro problema l’INPS  molti pensionati non hanno un computer e non sanno accedere in rete, con l’informatizzazione dei servizi diventa difficile per tanti pensionati acquisire online il PIN di accesso ai servizi INPS,non bisogna fare passi indietro, bisogna guardare avanti e non far decidere gli altri al posto nostro.

 

Dott. Vincenzo Clemente Presidente A.R.S.S.A.B: Questa sera voglio soffermarmi su due semplici constatazioni, a Lauria è stato aperto un Hospes Pediatrico per Bambini,il solo pensiero mi fa rabbrividire, possibile che in Basilicata vi siano tanti bambini gravemente malati? ( sarebbe davvero molto grave e preoccupante la situazione), sempre a Lauria strano caso o coincidenza è stato aperto un centro per pazienti con disabilità mentali (arriva decenni dopo di ritardo, dopo la chiusura dei manicomi), vi sono 8 dipendenti pubblici che percepiscono lo stipendio senza assistere alcun paziente, il sistema sanitario deve migliorare e sopratutto deve limitare lo spreco di denaro.

Antonio Amatucci:La riforma sanitaria del sistema lucano è stata concepita male, l’ASP San Carlo perde la sua eccellenza ed ingloba tutti gli altri presidi del territorio, riducendosi ad eseguire piccoli interventi di routine, gli ospedali distrettuali non esistono, trasformati in lungo degenza per anziani,non possono sostituire i punti di emergenza di primo soccorso, che attualmente funzionano con due autoambulanze prive di medico a bordo, e di un autoambulanza medicalizzata a Senise, si perde molto tempo prezioso nel caso di emergenza circa 1ora e 40 minuti per raggiungere l’ospedale più vicino, in caso di infarto od altro tutto questo tempo perso potrebbe risultare letale. La medicina territoriale non esiste,siamo in balia di scellerati che non conoscono il territorio e fanno credere a 26.000 utenti che l’ospedale c’è, un ospedale che non può garantire i servizi minimi di assistenza, con una viabilità stradale precaria, e le ambulanze che non sono pronte ne idonee. Una riorganizzazione sanitaria che viola le norme, con le nomine illegittime dei commissari delle ASP (legge n.39 e legge 223) ma anche delle normative recenti che impediscono a personale privato o pubblico in pensione di svolgere lavoro con funzioni di dirigente,aggirato con la nomina dei commissari per i quali esiste una deroga. LA CGIL è l’unica organizzazione che si è mossa per tempo ed in tempi non sospetti con una sollevazione intelligente della problematica, la negatività del processo in atto non si è ancora conclusa, si vuole avviare un sistema di privatizzazione della sanità, per non garantire a tutti gli stessi diritti di cura. Presso la struttura di Chiaromonte vi è un centro per la prevenzione della dialisi,un punto oculistico e pochi altri servizi,l’elisoccorso notturno funziona male, bisogna contattare i gestori dei campi sportivi che devono attivarsi per aprire le luci per far atterrare l’elicottero e per aprire i cancelli, in ultimo un commissariamento da 139mila euro lordi che si poteva benissimo evitare,considerando che non sussistono le motivazioni per commissariare. Bisogna fare rete, e portare avanti le battaglie,la voce dei cittadini è importante.

 

Segretario Generale CGIL Basilicata Angelo Summa:

Bisogna riformare la sanità partendo dai bisogni dei cittadini, bisogna condividere ed allargare l’azione di sensibilizzazione,l’assenza dei cittadini nel poter decidere sulla programmazione sanitaria è una distorsione manca il patto tra il cittadino e chi deve programmare.

La CGIL prima di attivare la campagna di sensibilizzazione ha dialogato con il presidente e con la regione chiedendo di non commissariare le strutture sanitarie, il commissariamento è una strada che il presidente della regione non puo’ utilizzare poiché non ha la facoltà di poterlo fare,le nomine dei direttori delle ASP sono illegittime, ho inviato un esposto alla procura della repubblica per violazione della legge.

Di norma allo scadere del mandato i direttori generali vengono sostituiti attingendo all’apposito albo delle persone idonee, invece con il commissariamento si aggira la legge Madia sugli incarichi a personale già in pensione, una norma che prevede la deroga soltanto per i commissari.

Non è eticamente corretto piegare gli interessi generali, per favorire interessi particolari, nominando chi non ha titolo, i dirigenti generali hanno l’incarico da 3 fino a 5 anni, il presidente può decidere di nominare tutte le persone con i requisiti che ritiene opportuno, non è corretto nominare questi commissari per 1 anno, con la scusante delle imminenti elezioni e che tali prossime nomine spetterebbero al nuovo governo regionale.

La legalità è essenziale per chi presiede le istituzioni pubbliche, il rispetto della separazione dei poteri, una battaglia non sul piano personale, ma se vengono poste delle domande bisogna rispondere sul merito non cercare scappatoie adducendo altro.

Tutti i cittadini devono avere lo stesso diritto e possibilità di curarsi, nel 1999 parti’ la riforma degli ospedali, con una scelta intelligente di programmazione e riconversione degli ospedali per rafforzare la rete distrettuale e la rete di emergenza insieme alla diagnostica preventiva ed alla riduzione delle liste di attesa.

Nel 2018 ricorrono i 40 anni dall’istituzione della legge 833 del 1978 che rivoluziono’ il sistema sanitario (prima il diritto alla salute non era garantito a tutti i cittadini).

Il San Carlo deve tornare a fare il San Carlo,con un numero di posti opportuno, decidere una programmazione sanitaria di alta specializzazione ed evitare ridondanze, i territori svuotati dei servizi base soccombono.

Il sindacato oltre a denunciare, studia e sviluppa proposte alternative ed aggiuntive per il Piano Sanitario,bisogna sviluppare una rete di alleanze, in Basilicata vi è un forte rischio di lottizzazione politica, la sanità non deve  essere oggetto di contesa politica, ancora per poco i conti della Basilicata sono in ordine.

Bisogna cancellare la legge n.2 della riforma sanitaria, rimodulare gli ospedali sulla base delle esigenze e delle specificità dei territori, operando scelte oculate, attualmente non vi è stata alcuna integrazione tra l’ospedale San Carlo di Potenza e le altre strutture, non vi è stato scambio e turnover dei medici e del personale per sopperire alle emergenze del territorio, vi è un vuoto politico di rappresentanza, non possono i direttori generali scrivere le riforme, loro possono attuarle ma non sono legislatori.

Poteva e doveva essere l’occasione per fare nuovi concorsi pubblici selezionando giovani preparati a cui dare la dignità di un lavoro stabile e a cui affidare la cura della salute.

Tutto questo avrebbe presupposto una lettura ed un analisi puntuale dei bisogni della popolazione partendo dalle attuali criticità che, come nel caso delle liste d’attesa costituiscono un reale ostacolo per l’accesso alle cure e da un esame della migrazione sanitaria,verificandone i motivi e le specialità maggiormente interessate dal fenomeno.

Bisognava pensare ad una diversificazione dei servizi offerti che potesse rispondere alle differenti esigenze territoriali e puntare a costruire un modello sostenibile nel tempo, efficace in grado di offrire servizi di qualità ai cittadini allocando risorse e tecnologie nei presidi territoriali e garantendo qualità,equità e universalità di accesso, principi cardine del nostro sistema di welfare.

Bisogna costruire una rete per rafforzare i servizi sanitari, d’istruzione,socio-assistenziale, per creare un punto di equilibrio nelle aree interne molto penalizzate, il diritto alla salute è un bene primario, l’aspettativa della vita si sta riducendo sempre di più, il non poter avere una prevenzione diagnostica con liste d’attesa interminabili non è accettabile poiché le cure potrebbero arrivare troppo tardi.

Bisogna salvare le eccellenze sanitarie, potenziare e migliorare la rete di emergenza e di diagnostica preventiva, ridurre le liste d’attesa, differenziare l’offerta,confrontarsi per apportare miglioramenti e suggerimenti per emendare il Piano Sanitario attraverso la CGI che è pronta ad accogliere e recepire tutti i suggerimenti provenienti dai cittadini.

LA CGIL è stata sinora l’unica voce sul campo a difesa del diritto alla salute dei cittadini lucani, l’unica voce contro questa riforma che produrrà danni enormi al sistema sanitario lucano, l’unica a credere ed a battersi per un lavoro stabile,professionalizzato e che valorizzi il merito, gli unici che in questi mesi hanno denunciato ogni giorno i rischi di una totale debacle contro il silenzio assordante del resto del sindacato e di tutta la politica.

Per la CGIL la vertenza sanità continuerà ad essere una priorità

 

 

 

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