CRONACA

Bonus Gas, la promessa tradita: cittadini nel caos, la politica in silenzio

Doveva essere una boccata d’ossigeno. Si è trasformata in una voragine di dubbi, rabbia e bollette gonfiate. Il Bonus Gas della Regione Basilicata, presentato come una conquista storica per i lucani, sta rivelando in queste settimane tutte le sue fragilità. La misura, sbandierata in campagna elettorale come simbolo di buon governo, oggi appare per molti come una beffa.

Migliaia di famiglie si trovano a fronteggiare conguagli a debito anche pesanti, ricevuti tra lo stupore e l’incredulità. Le società fornitrici, com’è nel loro pieno diritto, bussano alla porta per riscuotere quanto dovuto. Nel frattempo, dalla politica arrivano parole confuse, a tratti contraddittorie, che non aiutano a sciogliere il nodo.

Il presidente della Regione, Vito Bardi, ha dichiarato che i cittadini non dovranno pagare gli importi a debito, perché “verranno spalmati nelle bollette e assorbiti dal bonus”. Di tutt’altro avviso l’assessore regionale Mongiello, secondo cui le somme andranno restituite – magari a rate – per non incorrere in danni erariali. Due versioni ufficiali, due verità incompatibili. In mezzo, i cittadini, le famiglie, i pensionati, i disoccupati, lasciati senza una guida chiara.

A denunciare questa situazione è anche Centro Consumatori Italia, con parole dure: “I lucani sono stati presi in giro durante la campagna elettorale. È ora che Bardi dica la verità”. Perché la domanda che tutti si pongono è semplice, ma fondamentale: devono pagare, oppure no? E se non pagano, chi li protegge dalle azioni delle società energetiche?

A rincarare la dose arriva lo SPI CGIL Basilicata, che definisce il bonus “un pasticcio” e “una trovata elettorale sulla pelle dei lucani”. Il segretario Angelo Summa non usa mezzi termini: le risorse regionali, anziché trasformarsi in uno strumento di equità e sviluppo, sono diventate un meccanismo regressivo, che ha avvantaggiato chi consuma di più – ovvero, chi ha redditi più alti. Chi invece lotta ogni mese per pagare le bollette si ritrova ad affrontare non solo l’aumento del costo della vita, ma anche un sistema di bonus che si ritorce contro.

A monte, c’è un errore strutturale: non si può distribuire una risorsa strategica come il gas “a pioggia”, senza criteri di reddito, senza una visione redistributiva, senza pensare agli effetti reali sulle fasce più fragili. Le scelte politiche, quando non sono accompagnate da pianificazione e trasparenza, si trasformano in trappole. E quando queste scelte diventano strumenti di propaganda elettorale, il danno è doppio: economico e di fiducia.

Il risultato? I cittadini si sentono abbandonati, usati, presi in giro. In una terra come la Basilicata, dove la ricchezza energetica è stata spesso promessa ma mai davvero redistribuita, questo ennesimo scivolone fa ancora più male. Si è persa l’occasione di usare il gas regionale per investire sul futuro: infrastrutture, servizi, lavoro. Si è preferito invece costruire consenso con uno sconto in bolletta, oggi diventato un boomerang.

È il momento delle responsabilità. Il presidente Bardi non può più rimandare: servono parole chiare, un’assunzione netta di responsabilità politica e soprattutto una soluzione immediata per evitare che le famiglie lucane paghino il prezzo di errori altrui.

La Basilicata non ha bisogno di bonus elettorali, ma di politiche strutturali, inclusive e lungimiranti. Altrimenti, da questa terra continueranno ad andarsene i giovani, continueranno a moltiplicarsi le disuguaglianze, e ogni promessa – anche la più giusta – sarà percepita come l’ennesima illusione.

R.P.

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