CRONACA

Chiedono solo acqua. Nient’altro.

Non protestano per un privilegio o per ottenere vantaggi. Gli agricoltori della fascia ionica oggi alzano la voce per qualcosa di essenziale, vitale: l’acqua. Ne serve per i campi, sempre più secchi e aridi non solo a causa della siccità, ma – dicono – per colpa di una gestione inadeguata di una risorsa che dovrebbe essere garantita.

E oggi è un altro giorno di lotta.
Nel pomeriggio saranno a Potenza, davanti alla sede della Regione Basilicata, mentre all’interno si terrà un consiglio straordinario dedicato proprio a questa emergenza.

Nel frattempo, un’altra mobilitazione è in corso a Montalbano Jonico, dove agricoltori e cittadini si ritrovano per sostenere l’appello del Comune: chiedere lo stato di emergenza, perché ormai i danni sono evidenti, e il rischio è che peggiorino ancora.

Il cuore della protesta è il sistema di distribuzione dell’acqua. Gli imprenditori agricoli non chiedono miracoli: vogliono solo sapere quando e quanta acqua avranno a disposizione. Servono certezze sui tempi, una pressione adeguata per far arrivare l’acqua alle colture, e una quantità sufficiente per salvare i raccolti.

C’è poi la questione degli accordi con la Puglia. In un contesto così fragile, gli agricoltori non riescono ad accettare che parte dell’acqua lucana venga destinata altrove. “Prima bisogna garantire la sopravvivenza dell’agricoltura qui, poi se ne può parlare”, è il messaggio.

Ma intanto, sotto il sole cocente, i campi si spengono.
Albicocche, arance, susine: tutta la frutta di stagione è in sofferenza. Interi raccolti sono già andati persi, e i terreni – curati per mesi con fatica – stanno diventando inutilizzabili.

Nel mirino, anche la gestione delle dighe. Gli agricoltori accusano Acque del Sud di non aver garantito una manutenzione adeguata, rendendo inefficace l’accumulo dell’acqua. Non è solo colpa del clima, sostengono: questa “siccità” ha anche radici umane, e istituzionali.

Le richieste sono chiare: ristori economici, sospensione degli oneri consortili, e soprattutto misure concrete per evitare che ogni estate diventi un’emergenza.

A lanciare l’allarme è anche la Cisl Basilicata. Il segretario generale Vincenzo Cavallo non usa mezzi termini:

“La crisi idrica peggiora di giorno in giorno. Le difficoltà strutturali di invasi e reti si stanno trasformando in una crisi economica e sociale: decine di aziende agricole sono in ginocchio, con pesanti conseguenze sul lavoro stagionale e sui redditi delle famiglie.”

Cavallo chiede che si passi dai buoni propositi ai fatti.
“Bene il confronto in Consiglio regionale – dice – ma ora servono risposte forti. Non possiamo più vivere ogni estate in emergenza. Servono investimenti veri, una manutenzione costante, una governance pubblica e partecipata dell’acqua che coinvolga anche chi lavora nei campi.”

Nel suo appello finale, il sindacato chiede un impegno preciso:

  • un piano straordinario di aiuti per le aziende colpite,

  • un cronoprogramma chiaro degli interventi da realizzare,

  • e un tavolo permanente per affrontare anche l’impatto sul lavoro.

Perché l’acqua non è solo una questione agricola: è una questione di dignità, di futuro e di giustizia.

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