Rapporto Uil: tariffe servizio idrico elevate, ma scadente. “Patto per l’Acqua Lucana – Strategia 2030”.

Le famiglie lucane continuano a pagare tariffe sostenute per il servizio idrico ed il servizio offerto è fortemente compromesso da reti obsolete, manutenzione insufficiente e perdite idriche che superano ogni soglia accettabile. A lanciare l’allarme è uno studio del Servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali e Previdenziali, Immigrazione della Uil, diretto dal Segretario confederale Santo Biondo che ha rilevato come, nel 2023, in un terzo delle città del Sud l’acqua è stata razionata, con disservizi che hanno colpito oltre 2 milioni 300 mila famiglie (fonte Istat). A livello nazionale, la perdita idrica è arrivata al 45,5%, con punte drammatiche in Basilicata superiore al 60% e in Calabria e Sicilia. Alcune reti locali, inoltre, disperdono più della metà dell’acqua immessa. Secondo lo studio Uil a Potenza e Matera per un consumo medio di 180 mc la bolletta nel 2024 è stata in media per le famiglie di entrambi i capoluoghi di 416 euro e la previsione di spesa per il 2025 è identica. Le tariffe che, come è noto, si compongono di una quota fissa e di una variabile che dipende dal consumo dei volumi annui, da componenti perequative e dall’Iva al 10% sono riferite agli anni 2024 e 2025 e distinte per uso domestico residente. La casistica presa in esame si riferisce a un nucleo familiare composto da 3 componenti e a consumo annuo pari a 180 mc per due annualità.
La Uil rileva l’assenza di investimenti strutturali, come confermato da Utilitalia: al Sud si investono circa 30 euro per abitante all’anno, contro i 95 euro del Centro-Nord. Il risultato è un circolo vizioso: tariffe più basse rispetto alle città metropolitane, servizi scadenti, reti in rovina e incapacità di accedere ai fondi Pnrr per ma mancanza di progetti tecnici o personale qualificato. Un quadro preoccupante, aggravato dai cambiamenti climatici, ma anche dai ritardi strutturali e dall’inefficienza di lunga data nella gestione pubblica e privata delle infrastrutture. Dai dati del Pnrr disponibili, infatti, emerge che almeno 20 misure, tra cui molte legate all’acqua e all’energia, sono in affanno, con ritardi, gare deserte e opere ferme. Si segnala anche che su alcuni interventi come le “reti idriche al Sud”, i progetti sono in fase di stallo, mentre le perdite idriche continuano a crescere.
In Italia, le famiglie destinano in media l’1,2% del proprio reddito al pagamento del servizio idrico, ma, nonostante ciò, una parte significativa della popolazione continua a non fidarsi dell’acqua del rubinetto: una famiglia su tre preferisce acquistare acqua minerale in bottiglia, una scelta che comporta rilevanti implicazioni ambientali ed economiche. A questa diffidenza si aggiungono problemi oggettivi, come le irregolarità nell’erogazione dell’acqua, segnalate da quasi una famiglia su dieci, che alimentano ulteriormente il ricorso a soluzioni alternative.
Non possiamo accettare – ha dichiarato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo – che milioni di cittadine e cittadini paghino per un servizio che talvolta non ricevono o che presenta delle oggettive inefficienze. Le responsabilità non sono solo climatiche: il problema è strutturale, è nella mancata programmazione e nella gestione non adeguata di molte amministrazioni locali. Per questo – ha aggiunto il segretario – chiediamo trasparenza immediata sui fondi Pnrr effettivamente spesi e sui progetti attivati per l’acqua nel Mezzogiorno; un piano straordinario di sostegno tecnico e operativo ai comuni del Sud per l’accesso ai finanziamenti; una manutenzione urgente delle reti esistenti, con obiettivi vincolanti di riduzione delle perdite e un livello minimo essenziale del servizio idrico da garantire per legge in tutto il Paese. È tempo – ha concluso Biondo – che lo Stato agisca in modo uniforme e responsabile, con risposte strutturate, e che non lasci i cittadini, in particolare quelli del Sud senza servizi primari mentre pagano, anche indirettamente, le tasse per finanziare riforme che non arrivano mai a destinazione.
Per il segretario regionale Uil Vincenzo Tortorelli lo studio Uil ha una forte attualità perché da noi l’emergenza idrica è tutt’altro che superata e richiede pertanto una strategia come il “Patto per l’Acqua Lucana – Strategia 2030” che la Uil ha proposto con interventi e misure a breve e medio termine a partire dall’istituzione di una Cabina di regia regionale per l’acqua.
- Cabina di Regia . Si tratta di un organismo permanente che coinvolga Regione, Consorzi di bonifica, Acquedotto Lucano, associazioni agricole, ambientaliste, sindacati, università e ARPAB, con il compito di:
- Coordinare le azioni tra invasi, agricoltura, usi civili e industriali.
- Monitorare in tempo reale la disponibilità e qualità delle risorse idriche.
- Gestire in modo partecipato le emergenze.
- Piano di manutenzione e digitalizzazione delle reti
- Riduzione delle perdite idriche (oggi oltre il 50% in molte aree) tramite investimenti in sensoristica, mappatura digitale delle condotte e tecnologie smart.
- Finanziamento attraverso fondi PNRR residui, FSC e risorse europee 2021–2027 (FESR/FEASR).
- Doppia rete e riutilizzo delle acque reflue trattate
- Realizzazione di una rete secondaria per l’utilizzo agricolo e industriale di acque reflue depurate (già previsto dal DL Siccità ma mai attuato in regione).
- Incentivi per i comuni e i consorzi irrigui che investono nel riuso.
- Nuova cultura dell’acqua nei territori
- Campagne educative nelle scuole e nelle comunità per promuovere il risparmio idrico.
- Formazione professionale e supporto tecnico agli agricoltori per pratiche irrigue efficienti (es. irrigazione a goccia, sensoristica per il fabbisogno idrico).
- Politica industriale e agricola sostenibile
- Stop agli usi indiscriminati di acqua da parte di insediamenti industriali ad alta intensità idrica non strategici per lo sviluppo regionale.
- Promozione di colture resilienti e adatte al nuovo contesto climatico.
- Supporto alla riconversione ecologica delle aziende agricole.
- Accordo interregionale sull’acqua
- Rinegoziazione degli accordi con Puglia e Campania per una gestione equa, trasparente e remunerata dell’acqua lucana.
- Clausole di salvaguardia per l’approvvigionamento interno e criteri di compensazione per i territori che ospitano gli invasi.
Questa nostra proposta – dice Tortorelli – può essere inserita nel Piano Strategico Regionale e nel nuovo ciclo di programmazione per fare della Basilicata una regione leader nella gestione sostenibile delle risorse idriche, trasformando una fragilità in leva di sviluppo, innovazione e giustizia ambientale.