POLITICA

Regionali 2024 Basilicata : caos campo largo Lacerenza verso il ritiro

Non c’è pace per la coalizione di centrosinistra in Basilicata. In questi minuti, il dottore Domenico Lacerenza  sta valutando un clamoroso dietrofront.

Dopo lunghi mesi di confronto e accesi dibattiti, i partiti sembravano aver trovato la sintesi puntando sulla figura del dottor Lacerenza, annunciato nella serata di mercoledì 15 marzo come candidato presidente.

Ma la scelta del professionista barlettano, residente da oltre trent’anni a Venosa (Potenza), non ha entusiasmato gli esponenti politici locali che lamentano la scarsa considerazione del territorio nella scelta finale del candidato.

Da qui il passo indietro di parecchi candidati consiglieri e, di conseguenza, le difficoltà per la chiusura delle liste elettorali, il cui termine ultimo è fissato sabato 23 marzo.

Una situazione difficile da digerire che, nelle scorse ore, ha portato a diversi riunioni di coalizione nei comitati elettorali allestiti a Potenza. In tanti nel Partito Democratico chiedono di ritirare il nome di Lacerenza e puntare su una figura maggiormente inclusiva, dal momento che, ad oggi, i partiti di Azione, Italia Viva e Partito Socialista Italiano fanno sapere di non essere interessati ad aderire al campo largo lucano.

Cresce la tensione

Dunque cresce la tensione nei dem e nel centrosinistra con Giovanni Petruzzi, coordinatore regionale della Mozione Cuperlo, che guida la contestazione.

Attraverso un documento politico – firmato da una vasta coalizione di attivisti, sindaci, amministratori e sindacalisti – si esprime l’assoluta contrarietà verso la candidatura presidenziale di Lacerenza, ritenuto privo di esperienza politica e imposto senza un adeguato confronto democratico.

Nel documento si sottolinea la profonda delusione per «l’oligarchica indicazione di uno stimato professionista completamente a digiuno di politica a candidato presidente per sottostare agli incomprensibili veti del M5S».

Una decisione che «mortifica» le energie messe in campo attorno alla persona di Angelo Chiorazzo (leader del movimento civico Basilicata Casa Comune che ha tentato di candidarsi come presidente) e «svilisce il ruolo» del massimo organismo di direzione politica del Pd di Basilicata.

I promotori evidenziano una «individuazione verticistica» del candidato presidente della Regione. A loro avviso, in questo modo, quindi, «si offende la dignità e l’autonomia del popolo lucano che si riconosce nel centrosinistra e rischia di regalare, senza neanche l’onore delle armi, altri 5 anni di non governo Bardi ai nostri avversari politici del centrodestra».

Per questo motivo, rivolgono un appello affinché si azzeri la situazione e si converga sull’indicazione della migliore candidatura possibile per sconfiggere il centrodestra. «Per noi, la migliore candidatura continua ad essere quella di Angelo Chiorazzo, o in alternativa su una candidatura effettivamente espressione del territorio, magari forgiatasi nell’impegnativa funzione quotidiana di guidare uno dei nostri meravigliosi Comuni».

Un vero e proprio ultimatum da parte dei promotori, i quali valutano anche le condizioni per promuovere autonomamente «un innovativo polo dell’orgoglio lucano», che tenti di contrastare sia il centrodestra che l’attuale proposta di centrosinistra nelle imminenti elezioni regionali del 21 e 22 aprile.

Dello stesso avviso anche Salvatore Margiotta, ex parlamentare Pd e componente della direzione nazionale: «”Testardamente unitari” per me vale anche per Azione e Italia Viva. Tenerli fuori dalla coalizione in Basilicata è un grave errore politico, oltreché masochismo elettorale», scrive su X (Twitter).

FONTE CORRIERE DELLA SERA BARI

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