POLITICA

Dibattito sulla pace a Potenza nella sede del comitato Basilicata una Storia Nuova Angelo Chiorazzo e Marco Tarquinio

“Occorre concentrarsi sull’aspetto umano”, afferma Marco Tarquinio, giornalista e ex direttore di Avvenire, durante un dibattito sulla Pace a Potenza. Il monito contro l’indifferenza e la necessità di guardare oltre le vittime delle guerre emergono come temi centrali. Tarquinio sottolinea che fermare le guerre richiede annullare l’indifferenza e coltivare uno sguardo collettivo non egoista.

Il dibattito, ospitato dal Comitato “Basilicata una storia nuova”, moderato dalla giornalista Loredana Costanza, affronta vari aspetti della Pace, inclusi giustizia e solidarietà sociale.

Marina Buoncristiano evidenzia la molteplicità dei volti della povertà e l’importanza di superare l’indifferenza, mentre don Giuseppe Molfese della Caritas sottolinea il valore sacro dell’accoglienza nel costruire la pace.

Tamim Arya, testimone diretto delle atrocità in Afghanistan, racconta la sua esperienza in Italia e sottolinea il ruolo cruciale dell’accoglienza nel fornire prospettive a chi fugge da situazioni di guerra e povertà.

Il candidato governatore di Basilicata Casa Comune, Angelo Chiorazzo, riflette profondamente sul tema della pace, partendo da una visione critica degli eventi globali. Chiorazzo evidenzia la delusione e la lezione appresa dalla generazione che ha vissuto la “guerra fredda” e la caduta del muro di Berlino, sottolineando come il concetto di una nuova stagione di pace sia stato tradito.

Il candidato sottolinea il rischio di una “guerra mondiale a pezzi” che potrebbe unificarsi in un conflitto globale. Questo rappresenta una deviazione dalla visione occidentale che, in passato, considerava i conflitti come limitati alle cosiddette aree “marginali” della Terra. Chiorazzo richiama l’attenzione sul fatto che non esistono aree o persone marginali nel mondo, e che tutti hanno diritto alla felicità, alla tranquillità e alla pace.

Analizzando gli errori del passato, il candidato critica la mancanza di uno sforzo collettivo per garantire sviluppo ed equità dopo la caduta dell’Unione Sovietica, sottolineando come il mondo non sia diventato più coeso, ma abbia accentuato egoismi e la logica del più forte. La storia diventa la chiave per interpretare la realtà attuale, inclusi i tragici eventi nel Medio Oriente, dove la mancanza di equità ha contribuito a una situazione difficile da districare.

Chiorazzo riconosce la necessità di agire per fermare le armi e affrontare le catastrofi umanitarie, sottolineando che la pace e la democrazia richiedono giustizia sociale. Questo principio si applica anche alle dinamiche nord-sud del mondo, dove affrontare le migrazioni richiede un intervento radicale a livello di giustizia ed equità nelle realtà di origine.

Il candidato sottolinea che la costruzione della pace richiede azioni quotidiane, dalle scelte politiche ai consumi, alla sostenibilità ambientale. Avverte del pericolo di un mondo che si chiude su sé stesso mentre economie totalitaristiche investono in Paesi in difficoltà, minando i valori fondamentali delle democrazie.

Infine, Chiorazzo ribadisce che la pace è ciò di cui l’umanità ha più bisogno oggi, e la costruzione della giustizia non può essere delegata solo agli altri. Nessuno è escluso da questa responsabilità, e il candidato chiude la riflessione sottolineando che non c’è pace senza giustizia.

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