Associazione Cuochi Italiani: al via attività 2024
all’insegna dell’evoluzione nella cucina e nell’interpretare nuovi scenari dell’alimentazione
L’attività per il 2024 dell’Associazione Cuochi Italiani, presieduta dalla lucana Enza Barbaro (Premio Thalia 2023, “testimonial” della cucina euro mediterranea della tradizione e del mangiare sano), in partnership con l’Associazione Cuochi Italiani della Repubblica Moldavia e l’Università della Cucina Italiana (UIC), comincia all’insegna dell’evoluzione nella cucina e nell’interpretare nuovi scenari dell’alimentazione. A farlo in un’esperienza educativa unica è stato chiamato il professor Chef Guido Mori , figura notevole nel campo della cucina internazionale, fondatore della UIC di Firenze.
Tra le tante attività che svolge, lo Chef Mori insegna cucina scientifica presso ALMA (scuola di cucina n. 1 in Italia) e collabora per diversi anni con Gambero Rosso, piattaforma leader nella formazione, promozione e consulenza nel settore Italiano Wine Travel Food. L’evento si terrà con il supporto di Casa Rinaldi in Moldavia.
“Oggi la tecnologia”, spiega Mori, “ci offre possibilità inedite di elaborare le materie prime, creando forme e sapori finora sconosciuti, ma dai valori nutrizionali equilibrati e piacevoli al palato.
Questo avviene da sempre nella storia dell’uomo, si pensi alla trasformazione del latte in formaggio, avvenuta 2.500 anni fa”.
“Le tecnologie cruelty free e a basso impatto ambientale”, continua, “possono aiutare a trovare nuovi prodotti e processi di filiera utili a garantire un’alimentazione sicura e sana per tutti.
La corsa a occupare il mercato è già iniziata e restare indietro, per un paese leader mondiale nel settore food come l’Italia, sarebbe l’ennesima occasione persa”.
Enza Barbaro sottolinea la crescita organizzativa e di professionalità dell’Aci avvenuta nel giro di pochi anni in Italia e nei Paesi esteri. “Nessuno ha mai creato un piatto dal nulla, ma – dice – è sempre partito da qualcosa di preesistente, applicando ad esso variazioni e miglioramenti e ha aggiunto: «Studiare la cucina che ci ha preceduto amplia il bagaglio culturale di cuoco-cuoca, come lo farebbe l’incontro con la gastronomia di un altro Paese e gli permette di avere più riferimenti per le proprie creazioni.
La selezione degli ingredienti, le tecniche e i metodi di realizzazione dei piatti derivano tutti da una tradizione secolare che abbiamo alle spalle su cui poggiamo per fare cucina”.
E Guido Mori aggiunge che studiare le origini di una ricetta e la storia dei piatti è un passaggio fondamentale per un giovane cuoco che si avvicina a questa professione e afferma: «A parte i curiosi episodi di “colore” restituiti dalle cronache, la cucina italiana si basa su una continua innovazione e sulla sintesi di quanto meglio esiste nelle culture del mondo.
L’Università della Cucina Italiana osserva la tradizione culinaria con occhi scevri da interessi, tale da guardare al futuro con un approccio laico, aperto alla sintesi culturale e mai sull’isolazionismo»