POLITICA

Ferrone Pd: a PSG per chiedere “verità e giustizia” sulle condizioni degli ospiti del centro CPR

Ho partecipato ieri a Palazzo San Gervasio – insieme ad una delegazione del Pd con il segretario regionale Giovanni Lettieri – al sit-in “Mai più violenza al CPR di Palazzo San Gervasio” indetto da movimenti della società civile per sensibilizzare sull’importanza dei diritti umani.

La partecipazione riflette un impegno attivo nella difesa dei principi fondamentali della dignità e della giustizia. In attesa che la magistratura accerti responsabilità per quanto è a avvenuto al CPR di Palazzo, sul piano politico sosteniamo una nuova Legge quadro sull’immigrazione che sostituisca la Bossi-Fini.

Una nuova Legge fondata sull’immigrazione legale (e dunque sui canali d’accesso legali, affinché le persone non salgano mai sui “barchini” controllati dai trafficanti), sul potenziamento dei corridoi umanitari, la realizzazione di un grande piano nazionale per l’Integrazione, piano che in questi anni non è mai stato effettivamente né pensato né messo in pratica.

E’ necessario rilanciare una grande strategia europea che rafforzi le politiche riguardanti la cooperazione internazionale e il sostegno allo sviluppo. In altre parole, si deve ripartire dal tema dell’Africa, dell’investimento su progetti e politiche che consentano di fornire un’alternativa vera alle migrazioni.

Le proposte del Pd sull’immigrazione sono da tempo note al Governo: attuare di concerto con i sindaci e le amministrazioni comunali un grande piano per l’accoglienza diffusa, al fine di evitare grandi concentrazioni di persone accolte in poche singole strutture e in poche città e con l’obiettivo di riaffermare, anche attraverso il pieno coinvolgimento del Terzo Settore, un sistema di accoglienza di qualità, supporto alla persona, consulenza legale e psicologica, insegnamento d’italiano, corsi di formazione.

Tutte cose in parte presenti nella tradizione migliore dell’accoglienza organizzata italiana e progressivamente colpite dall’azione del Governo.

Bisogna porre fine ai grandi Centri come quello di Palazzo e ristabilire diffusione dell’accoglienza in piccole strutture distribuite sul territorio anche come condizione per favorire l’inclusione sociale e rendere più sicure le nostre comunità. Si deve, inoltre, come sottolinea l’ANCI, dare vita ad un fondo nazionale per le politiche migratorie a cui possano accedere i Comuni.

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