CULTURA E EVENTI

All’alba nei campi, nasce il turismo dello zafferano

Con 1 grammo Dop 20 porzioni di risotto,solo 4 con bassa qualità

Svegliarsi all’alba per assistere alla raccolta dello zafferano.

E’ il programma-vacanza di un numero crescente di viaggiatori di ogni età affascinati dalla fioritura di queste preziose piante, il cui nome botanico è Crocus sativus.

Una distesa di piccoli fiori violacei da cogliere prima della schiusa per preservare i tre, talvolta anche cinque, preziosissimi stimmi dal colore rosso-arancione da essiccare per poi ricavarne un costoso ma gustosissimo ingrediente in cucina e gelateria, ma anche essenze per la cosmesi e la farmaceutica.

Sul mercato l’essiccato costa circa 30 euro al grammo; se è di qualità uno chef sa ricavarne almeno 20 porzioni di risotto, con la bassa qualità tre-quattro porzioni al massimo.

La raccolta è in corso, a cavallo tra ottobre e novembre, e i bulbi si sono ben acclimatati in altopiano e località interne, in Abruzzo dove lo zafferano di L’Aquila vanta una Dop che comprende 13 Comuni, ma anche nel basso Lazio, in Toscana, e in Sardegna.

In una geografia che spesso coincide con quella del tartufo. “Il costo di questa spezia rara è elevato perché per produrre un chilogrammo di zafferano in fili sono necessari circa 100mila fiori e oltre 420 ore di manodopera” precisa Sonia Fiucci, presidente dell’associazione “Vie dello zafferano” che col maestro gelatiere Francesco Dioletta organizza “Raccogli, conosci e degusta” a San Pio delle Camere (L’Aquila) che nel mese di raccolta attira 150 visitatori al giorno che assistono alla raccolta mattutina e poi alla cernita e alla essiccazione sulle braci per poi assaggiare un pasto a tutto zafferano, dall’aperitivo alla birra fino alle sagne e i gelati.

Il tutto accompagnato dalla fisarmonica di una giovane band di musica popolare. Scoprendo che anche il fiore è commestibile, in insalate ma anche per farne marmellate. Non è però questa una novità per gli animali, le pecore ne vanno ghiotte, così come i topi, le talpe e i cinghiali. Per questo i campi sono tutti recintati.

A chi ha il pollice verde è invece dedicata la “Festa dei solchi”, ad agosto, con dimostrazioni su come si coltivano i bulbi.

ANSA

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