CRONACA

Emergenza sanitaria: siamo ad un passo per uscire dalla crisi

Tutte le strutture accreditate hanno un disperato bisogno di "normalità" per potersi dedicare totalmente al proprio lavoro riducendo le liste di attesa e migliorarando il SSR.

 Una sollecitazione dell’Unità di crisi al presidente Bardi e all’assessore Fanelli affinché vengano accelerati i tempi e le azioni previste dall’articolo 10 della legge di stabilità.

Melfi, 14 giugno 2023 – L’Unità di crisi sanitaria Basilicata ha inviato una sollecitazione al presidente Bardi e all’assessore Fanelli, affinché si assicuri l’attuazione tempestiva e completa dell’articolo 10 della legge di stabilità regionale. Sollecitazione che è stata inviata per conoscenza anche ai consiglieri regionali, al direttore generale del dipartimento per la Salute e le Politiche della Persona, ai direttori delle aziende sanitarie locali e al capo di gabinetto della presidenza.

 La situazione sanitaria in Basilicata continua a rappresentare un’emergenza e richiede interventi immediati per evitare l’insuccesso di tutte le iniziative positive già approvate, ma che ancora non hanno avuto attuazione: questo è in estrema sintesi il succo della sollecitazione inviata da Michele Cataldi, a nome dell’Unità di crisi sanitaria. In particolare nella missiva, in relazione alla situazione attuale, si afferma che “si è ad un passo per uscire dalla crisi e tutto ciò potrà davvero diventare un brutto ricordo del passato, degli errori compiuti, da evitare accuratamente nel presente e nel futuro. Ma oggi, siamo ancora appesi ad un filo, un filo di speranza. Oggi 14 giugno 2023, vi sono strutture e dipendenti in attesa di ricevere fattualmente i pagamenti per le prestazioni erogate nel 2022 e vi sono pazienti in attesa di ricevere prestazioni specialistiche in tempo utile a salvaguardare la propria salute. Sono due facce della stessa medaglia: se si attua rapidamente la legge approvata recentemente dal Consiglio regionale, le strutture in crisi potranno essere salvate con i loro dipendenti e i pazienti potranno ricevere sollecitamente le cure di cui hanno bisogno.”

 L’articolo 10, come viene ricordato dall’Unità di Crisi “è stato fortemente sostenuto anche dallo stesso presidente Bardi” e affronta questioni di estrema importanza, come il soddisfacimento dei bisogni sanitari reali, la riduzione delle lunghe liste di attesa, la giusta remunerazione delle strutture accreditate private e l’adeguamento alle norme nazionali vigenti.

Dunque il tempo stringe ed è chiaro che allo stato attuale occorra necessariamente un supplemento di iniziativa per deliberare prontamente sull’attuazione dell’art. 10, in particolare riguardo al comma 1 poiché, è opportuno ricordare, ancora non sono stati completati i pagamenti per le prestazioni svolte nel 2022 e si metterebbero le AA.SS.LL nella condizione di produrre i rispettivi atti di pagamento, per mettere in salvo la situazione critica che si trascina ormai da troppo.

L’Unità di crisi sollecita quindi il governatore  Bardi e l’assessore Fanelli a “intervenire con celerità. Nello specifico, è stata richiesta una distribuzione equa dei pagamenti relativi all’anno 2022, garantendo a tutte le strutture una uguale proporzione rispetto all’attività svolta. Questo assicurerebbe una percentuale fissa di remunerazione uguale per tutte le strutture, evitando disparità di trattamento e artificiose sperequazioni”.

Per quanto riguarda il problema delle liste di attesa si evidenzia ulteriormente che “per il 2023 (è giusto ricordare che siamo a giugno inoltrato), l’art. 10 della legge 5 giugno 2023, n.11, ha correttamente liberato risorse già disponibili per l’incremento dei tetti alle strutture (attualmente insufficienti perfino a gestire l’ordinario funzionamento) e per il recupero delle liste di attesa (che andrebbero a rinforzare la recente deliberazione 329/2023 Indirizzi strategici e indicazioni operative in materia di governo dei tempi di attesa)”. Anche su questo aspetto della legge, e considerato che il presidente Bardi ha più volte espresso un convinto sostegno a fare in modo che prevalga il bene di pazienti e strutture in una logica di sistema, occorre un’ulteriore e provvidenziale attenzione per l’immediata adozione delle deliberazioni attuative. Infatti, la pronta disponibilità delle risorse in capo alle Aziende sanitarie locali consentirebbe un altrettanto pronto ritorno alla corretta produttività delle strutture (uscendo dagli attuali 12/13 giorni/mese) e un pronto rinforzo per l’abbattimento dei tempi di attesa attraverso la committenza delle AASSLL.

Infine, un altro punto molto importante sottolineato dall’Unità di Crisi, è la necessità di procedere, così come previsto, al fondamentale e non più rimandabile censimento dei fabbisogni sanitari, per garantire un sistema sanitario rispettoso delle norme vigenti e in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze dei pazienti, evitando sprechi e consentendo di adottare un’organizzazione sanitaria basata sui reali bisogni territoriali.

“Occorre avere consapevolezza – si legge – che ciò costituisce un primo, fondamentale e imprescindibile passo per dirigersi verso un sistema rispettoso delle leggi vigenti in materia, ma anche soprattutto verso un sistema che produca cure e salute in funzione di quello che realmente serve ai pazienti. Comprendere fino in fondo cosa serve, quanto e dove serve, significa implicitamente evitare gli sprechi e procedere con una organizzazione sanitaria incentrata sui reali bisogni territoriali. Al primo passo, della definizione dei fabbisogni sanitari, ne dovranno succedere necessariamente altri legati alla riconfigurazione dell’offerta sanitaria, alla definizione di criteri e caratteristiche inerenti alla tipologia delle strutture sanitarie, al sistema di assegnazione delle prestazioni da erogare (anche in funzione della novazione normativa nazionale intervenuta di recente). Insomma, un vero e proprio percorso che ragionevolmente potrà condurre il SSR a essere più efficiente ed efficace già dal prossimo 2024.”

Una sollecitazione che si conclude con un vibrante invito diretto a Bardi e a Fanelli. “Egregio presidente, egregio assessore, per tutto quanto sinteticamente esposto, vorremmo che questa nostra sollecitazione fosse intesa come stimolo costruttivo verso il Vostro delicato ruolo di governo e come partecipazione attiva finalizzata ad aiutare e condividere la costruzione di un modo migliore di gestire l’organizzazione della sanità lucana, che è fondamentale per assicurare i diritti costituzionali al lavoro e alla salute.

Siamo oltremodo fiduciosi che vogliate raccogliere le nostre istanze e la nostra disponibilità, facendone tesoro per il bene di tutti i lucani e, tra questi, strutture accreditate e pazienti. Il nostro unico e vero intento coincide con il Vostro, le nostre competenze e la nostra esperienza sono al Vostro servizio, al servizio del più alto interesse generale, Vi chiediamo di considerarlo.”

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