MUSICA

Marracash lancia Marrageddon, il festival rap

Punta a "un evento annuale". In scena da Salmo a Lazza

Con il cast non ancora annunciato, erano stati venduti già 50mila biglietti per la data di Milano di Armageddon, il festival rap ideato e diretto da Marracash, che dopo il debutto il 23 settembre all’Ippodromo Snai La Maura, raddoppia all’Ippodromo di Agnano a Napoli, il 30 settembre.

E anche per la data partenopea – dice Ferdinando Salzano di Friends and Partners – sono già andati via 20mila biglietti, sempre senza un nome in cartellone che non fosse quello di Marracash.

Non solo garanzia di un nome, quello del rapper della Barona, fresco del successo del suo tour 2022 e della vittoria al Tenco, ma indice della tenuta di un genere che sempre più sta valicando i confini, con consacrazioni come San Siro (Salmo) o l’Arena di Verona (ancora Marracash), e ora il primo festival, almeno da tanti anni a questa parte.

E a Milano ci saranno tutti i big, dagli storici Salmo e Fabri Fibra ai più giovani Shiva e Paky. A Napoli i protagonisti saranno invece Lazza, Geolier, Madame, Marra + Guè in Santeria.

“Mi piaceva – dice Marracash – celebrare finalmente l’hip hop, che ha assunto un posto di rilievo nel panorama musicale italiano e farlo con un festival, che manca da tantissimo.

Sarà una cosa immensa, con un palco mastodontico”. Il sogno sarebbe renderlo un appuntamento fisso: “questo è il primo episodio, speriamo – aggiunge l’autore di ‘Noi, loro, gli altri’ – che il travolgente successo lo renda annuale”.

Per quanto riguarda il format del festival, “non sono io con degli ospiti, non sarà il Jova Beach – anticipa il direttore artistico della rassegna – ho chiesto ai miei ospiti set corposi e personalizzati, saranno delle performance con tutti gli attributi, differenti per ogni artista”.

Oltre ai nomi già annunciati, se ne aggiungeranno altri: “oltre a Madame ci saranno anche altre donne, anche in questo la scena rap ha abbattuto una frontiera”.

Riguardo alle polemiche sulla resa dal vivo del genere, Marra replica che “è vero, il rap soffre in certi contesti, come con la gente seduta, ma è per questo che è importante fare delle performance curate.

Spesso si fa l’errore di pensare che il rap dal vivo abbia bisogno di altro, io voglio dimostrare che non c’è bisogno di ibridarlo”.

E per dimostrarlo ha chiamato a raccolta “Fabri e Guè, compagni di viaggio di una vita, un veterano come Salmo, promettenti come Shiva, Paky e Lazza, Madame che è tra le mie preferite. E’ una scena dove ci si conosce tutti e la mia idea era richiamare tutti quanti”.

Nel festival, Marracash vorrebbe portare anche dei contenuti sociali: “Stiamo lavorando – spiega la sua manager Paola Zukar – per agganciare in modo coerente alcuni temi, come la salute mentale, di cui si è fatto portavoce”.

Non è solo questo argomento a stargli a cuore: ieri il rapper era nella sede di Save the Children a Torino, con ragazzi appena arrivati in Italia: “È stato bellissimo, loro sono una forza per il paese, la seconda generazione è da non sottovalutare, è importante dare loro spazio, non reprimere ma farci i conti in maniera corretta e umana ed empatica.

Anche l’hip hop di seconda generazione è molto interessante, perché esprime una rabbia di strada, reale, che nasce dall’essere ignorati, del tutto diversa da quella dei ragazzini italiani”.

ANSA

 

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