CRONACA

lI Papa in volo per l’Ungheria, previsti incontri con autorità e clero

Viaggio apostolico di tre giorni, il 41/o del suo pontificato

“Nel dopoguerra l’Europa ha rappresentato, insieme alle Nazioni Unite, la grande speranza, nel comune obiettivo che un più stretto legame fra le Nazioni prevenisse ulteriori conflitti.

Purtroppo non è stato così

Nel mondo in cui viviamo, tuttavia, la passione per la politica comunitaria e per la multilateralità sembra un bel ricordo del passato: pare di assistere al triste tramonto del sogno corale di pace, mentre si fanno spazio i solisti della guerra”.

Lo ha detto papa Francesco parlando alle autorità dell’Ungheria a Budapest, nel primo appuntamento del suo viaggio apostolico di tre giorni nel Paese, cominciato oggi.

“In generale – ha aggiunto – sembra essersi disgregato negli animi l’entusiasmo di edificare una comunità delle nazioni pacifica e stabile, mentre si marcano le zone, si Bergoglio ha detto di essere giunto “come pellegrino e amico in Ungheria, Paese ricco di storia e di cultura; da Budapest, città dei ponti e dei santi” ed ha affermato di pensare “all’Europa intera” e pregare “perché, unita e solidale, sia anche ai nostri giorni casa di pace e profezia di accoglienza”.segnano le differenze, tornano a ruggire i nazionalismi e si esasperano giudizi e toni nei confronti degli altri”.

“In questa fase storica i pericoli sono tanti oggi, tanti – ha aggiunto il Pontefice – ma, mi chiedo, anche pensando alla martoriata Ucraina, dove sono gli sforzi creativi di pace? Dove stanno?”.

E facendo riferimento alla Dichiarazione di Robert Schuman del 9 maggio 1950 ha proseguito: “‘Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche’, in quanto – parole memorabili! – ‘la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano'”.

“Penso dunque a un’Europa che non sia ostaggio delle parti, diventando preda di populismi autoreferenziali, ma che nemmeno si trasformi in una realtà fluida, se non gassosa, in una sorta di sovranazionalismo astratto, dimentico della vita dei popoli”, ha detto papa Francesco.

Parlando poi dei migranti, ha evidenziato che è “urgente, come Europa, lavorare a vie sicure e legali, a meccanismi condivisi di fronte a una sfida epocale che non si potrà arginare respingendo, ma va accolta per preparare un futuro che, se non sarà insieme, non sarà. Ciò chiama in prima linea chi segue Gesù e vuole imitare l’esempio dei testimoni del Vangelo”.

Papa Francesco è arrivato questa mattina in Ungheria, tornando  nel Paese “nel cuore dell’Europa” dopo la visita-lampo del 12 settembre 2021, quando a Budapest celebrò la messa conclusiva del Congresso eucaristico internazionale prima di proseguire per la Slovacchia. Bergoglio è il secondo Papa a recarsi in Ungheria, Paese visitato due volte anche da Giovanni Paolo II, nel 1991 e nel 1996.

Prima di partire da Roma, ha inviato il consueto messaggio di saluto al presidente della Repubblica Mattarella: “Nel momento in cui mi accingo a lasciare il suolo d’Italia per compiere un viaggio apostolico in Ungheria, mosso dal desiderio di incontrare i fratelli nella fede e testimoniare l’importanza di costruire ponti tra i popoli, rivolgo a Lei, signor Presidente, e a tutti gli italiani il mio cordiale saluto, che accompagno con fervide preghiere per il bene della nazione”.

Durante il volo il Pontefice, nel corso dei saluti ai giornalisti, ha avuto modo di rispondere alla domanda di un’inviata polacca che lo ha ringraziato per la difesa di Papa Wojtyla sul caso di Emanuela Orlandi: “una cretinata che hanno fatto”.

Questa mattina, prima di lasciare Casa Santa Marta per l’Aeroporto di Fiumicino, Papa Francesco aveva ricevuto il saluto di quindici persone senza dimora che vivono nei pressi di San Pietro accompagnati dal Prefetto del Dicastero per la Carità, Sua Eminenza il Cardinale Konrad Krajewski.

A Budapest, il Pontefice è stato accolto dal vice primo ministro Zsolt Semjen. La cerimonia di benvenuto vera e propria si svolgerà poi alle 11 nel piazzale del Palazzo “Sandor”, la residenza presidenziale.

Qui Francesco, alle 11.30, ha reso la sua visita di cortesia alla presidente della Repubblica Katalin Novak, e subito dopo ha incontrato il primo ministro Viktor Orban, prima di pronunciare il suo discorso alle autorità, la società civile e il Corpo diplomatico. Nel pomeriggio, alle 17.00, nella Concattedrale di Santo Stefano, è in programma invece l’incontro con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate, i seminaristi e gli operatori pastorali.

 

ANSA

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