CRONACA

Patuanelli, in settimana decreto contro caro carbuurante. Calo del Brent è sotto i 100 dollari al barile

Primi segnali di ribasso mentre il governo è al lavoro su misure per raffreddare i prezzi

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, riferirà in Senato domattina alle 9.30 sul caro benzina.

Lo si apprende al termine della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.

L’intervento dovrebbe durare un paio d’ore. A seguire inizierà l’esame del dl Sostegni ter.

”Stiamo valutando il taglio delle accise che non è differibile a mio avviso. Così come bisogna valutare altre tipologie di Interventi non solo a livello nazionale ma anche europeo'”.

Lo ha detto il ministro Stefano Patuanelli intervenuti al convegno di Afidop contro il Nutriscore. Il decreto per ridurre il prezzo dei carburanti ha detto il ministro “sarà pronto sicuramente questa settimana. Il tema è riuscire a capire come reperire le risorse necessarie per un intervento che sia percepibile da imprese e cittadini”.

“Più che un rischio ormai è una realtà: il prezzo del grano è aumentato in modo incomprensibile rispetto ad un tema di mercato perché c’è sicuramente un fenomeno speculativo come in tutte le merci che vengono scambiate nel sistema borsistico”.

Lo ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli a margine del convegno di Afidop. “Noi dobbiamo avere la capacità a livello europeo di incrementare le produzioni interne di alcuni prodotti tra cui mais grano e soia”, ha aggiunto.

Secondo il ministero “è una spirale che va interrotta: c’è un aumento dei prezzi al consumo, una diminuzione dei consumi e un minor potere di acquisto delle famiglie. Questa cosa rischia di farci perdere quel momento di crescita che avevano faticosamente conquistato con le politiche economiche messe in campo”.

Ci sono ancora code al rialzo sui prezzi dei carburanti, ma oggi emergono i primi segnali di ribasso: Eni taglia di 5 centesimi i prezzi raccomandati di benzina e diesel, proprio mentre il goevrno studia misura ad hoc per raffreddare i listini.

I prezzi praticati sul territorio dei due carburanti, in attesa di recepire l’intervento, continuano però, secondo Quotidiano energia, a salire leggermente a valle dei rialzi della scorsa settimana. Il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 2,219 euro al litro (ieri 2,217), con i diversi marchi compresi tra 2,184 e 2,269 euro al litro (no logo 2,191). Il prezzo medio praticato del diesel self cresce a 2,225 euro al litro (ieri 2,220) con le compagnie posizionate tra 2,201 e 2,261 euro al litro (no logo 2,223).

Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è a 2,328 euro al litro (ieri 2,323) con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 2,248 e 2,404 euro al litro (no logo 2,236). La media del diesel servito va a 2,342 euro al litro (ieri 2,333) con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 2,283 e 2,405 euro al litro (no logo 2,267).

I prezzi praticati del Gpl vanno da 0,883 a 0,904 euro al litro (no logo 0,877). Infine, il prezzo medio del metano auto è ancora in crescita e si posiziona tra 1,996 e 2,376 euro (no logo 2,274).

I prezzi di benzina e gasolio sfondano la soglia di 2 euro al litro anche nelle rilevazioni settimanali ufficiali del Mite. La verde al self service è arrivata la scorsa settimana a 2,185 euro e il gasolio a 2,154 euro al litro. Un record che riguarda anche gli aumenti: in 7 giorni, infatti, il rialzo per la benzina è stato di oltre 23 centesimi e per il diesel di 32,5 cent, battendo – sottolinea l’Unione nazionale consumatori – il precedente rialzo del 12 dicembre 2011 quando salirono rispettivamente di 9,7 cent e 13,2 cent per via dell’entrata in vigore del Salva Italia di Monti che alzò le accise.

Anche il brent, il petrolio del Mare del Nord, torna sotto i 100 dollari al barile. E’ la prima volta che scende sotto questa soglia dall’1 marzo. A raffreddare le quotazioni del greggio, infiammate dalla guerra in Ucraina, stanno contribuendo i lockdown decisi dalla Cina, principale importatore mondiale di greggio. Il brent cede il 6,7% a 99,7 dollari al barile, dopo aver toccato un minimo di 97,4 (-8,8%) mentre il Wti arretra del 7,2% a 95,63 dollari.

ANSA

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