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Tempo di vendemmia… digitale

Filippo Moreschi, avvocato e Responsabile Osservatorio AIDR “Digital Agrifood”

La vendemmia 2021 sta per concludersi, e con essa un arco temporale di  vita fenologica caratterizzato, per buona parte delle regioni viticole  europee, da fenomeni estremi che vanno dalla grande gelata primaverile  del 7/8 aprile alla siccità estiva.

Il rito della vendemmia è millenario, e per molti aspetti le azioni  umane sono le stesse di sempre, ben rappresentante dalle formelle e  dai bassorilievi dei “cicli delle stagioni” delle grandi cattedrali  romaniche che infallibilmente associano il mese di settembre –  nell’allora vigente calendario giuliano – al segno zodiacale della  Bilancia ed alla raccolta delle uve.

Solo per restare a cavallo del 45° parallelo, che taglia  orizzontalmente il Settentrione d’Italia – l’opera di Nicholaus,  attivo tra la Sacra di San Michele in Val di Susa e San Zeno a Verona,  e del Maestro dei Mesi nel Duomo di Ferrara munisce il contadino che  vendemmia di ronchetto e cesta.

Ed in effetti è ancora così, quasi  ovunque, a dispetto dei cambiamenti climatici e della meccanizzazione  sempre più diffusa. Quello che differenzia il tempo odierno dalle  epoche del passato, anche recente, è come si arriva alla vendemmia.

Oggi alla vendemmia si arriva più preparati, più consapevoli, più  ricchi di dati, meglio se su piattaforme digitali.

L’interessante  progetto SOS QualiTec, finanziato dalla regione Emilia Romagna, con la  collaborazione scientifica dell’Università Cattolica di Piacenza, ha  coinvolto alcune importanti cooperative vinicole della regione.

L’idea di partenza è una piattaforma digitale sulla quale i soci  caricano il registro dei trattamenti delle uve. Tale documento deve  indicare minuziosamente e precisamente quantità e qualità dei principi  attivi dei trattamenti fitosanitari svolti sulle singole particelle  viticole, e deve essere per legge aggiornato quasi in tempo reale (o  con uno scarto di pochi giorni dal trattamento).

Il dato  digitalizzato, caricato tempestivamente, consente ai tecnici  agronomici di cantina di studiare il percorso di ogni singolo  appezzamento di terreno.

Il controllo progressivo dei trattamenti  svolti permette di rimediare ad eventuali errori sul campo  nell’utilizzo di prodotti fitosanitari, ma soprattutto consente un  monitoraggio costante delle avversità – che possono variare di anno in  anno a seconda del ciclo stagionale – e quindi un quadro complessivo  dello sviluppo delle uve nelle varie fasi, dalla fioritura  all’allegagione all’invaiatura.

I vigneti vengono poi geolocalizzati, particella per particella, in  modo da essere sempre costantemente individuati ed aggiornati, così da  avere per ogni particella una “storia” che parte dal fascicolo  aziendale – ove sono riportati i dati catastali ed i dati colturali  (vitigno, sesto di impianto, metodo di coltivazione, ecc.) – ed arriva  al diario delle avversità (individuando e memorizzando le particelle  colpite, nel corso degli anni, da questa o da quella avversità, come  ad esempio la flavescenza dorata).

Grazie a questi dati diventa quindi più facile, per i tecnici,  programmare le verifiche periodiche nel corso delle varie fasi  fenologiche ed i campionamenti delle uve in previsione della vendemmia.

La piattaforma poi riceve le schede di rilevazione vigneti, che  vengono compilate dai tecnici direttamente in modo digitale, e i dati  di campionamento delle uve.

In base, poi allo sviluppo costante della  stagione e con l’integrazione dei dati climatici delle diverse zone  sarà possibile, attraverso dei modelli, programmare al meglio la  vendemmia privilegiando le aree a più veloce maturazione a fronte di  quelle dove invece è necessario aspettare per avere il massimo della  resa qualitativa e quantitativa, in base ai parametri chimici e fisici.

Il vantaggio di questo sistema interamente digitalizzato riverbera su  una migliore vendemmia, non solo dal punto di vista squisitamente  organizzativo, ma anche dell’efficacia del raccolto, perché permette  una maggiore omogeneità nelle partite delle uve raccolte ed in  definitiva un miglior prodotto da lavorare.

Col tempo, l’accumulo dei  dati permetterà di creare un vero ed unico archivio di conoscenze ed  informazioni che potrà sempre meglio caratterizzare la produzione e la  specializzazione quali-quantitativa del prodotto finale.

Insomma, la vendemmia è sempre uguale ma sempre diversa e chissà che  anche i nostri tempi non trovino il loro Nicholaus ad immortalare in  eterno l’immagine di un viticoltore del XXI secolo con gli strumenti  indispensabili del suo mestiere: una cesta, un ronchetto e…. un device.

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