CRONACA

Il Recovery Plan e la mobilità sostenibile

Vito Coviello Socio AIDR e Responsabile Osservatorio Tecnologie Digitali nel settore dei Trasporti e della Logistica

Nel pieno rispetto dei tempi richiesti dall’Ue, l’Italia ha presentato  il Recovery Plan italiano.

Saranno complessivamente 248  miliardi di euro gli investimenti  a  disposizione   per gli anni dal 2021 al 2026 per  ripartire e  lasciarsi progressivamente alle spalle la crisi  degli ultimi anni  aggravata anche dal COVID.

Il primo anticipo, pari al 13%, potrebbe arrivare in tempi molto  rapidi. Gli anticipi saranno versati dalle casse dei singoli stati ma   poi l’unione rimborserà con cadenza semestrale dopo aver valutato gli  investimenti e gli obiettivi.

L’Italia è la prima beneficiaria, come è noto, delle risorse previste  con i  due  strumenti a disposizione  dei Paesi  UE:  il Dispositivo  per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla  Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU).

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si articola in sei Missioni:

1.    digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura;
2.    rivoluzione verde e transizione ecologica;
3.    infrastrutture per una mobilità sostenibile;
4.    istruzione e ricerca;
5.    inclusione e coesione;
6.    salute.
La Missione 3 dispone una serie di investimenti finalizzati allo  sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale,  sostenibile e interconnessa.

Gran parte delle risorse è destinata all’ammodernamento e al  potenziamento della rete ferroviaria, ma si  prevede anche il  completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità,  l’integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale,  la messa  in sicurezza dell’intera rete.

Sono stati anche previsti   interventi per la digitalizzazione del  sistema della logistica, per migliorare la sicurezza di ponti e  viadotti, e misure per innalzare la competitività, capacità e  produttività dei porti italiani.

Il 29  aprile è stato anche  approvato il decreto-legge che individua  i programmi e ripartisce le risorse del piano nazionale per gli  investimenti, integrando  il PNRR con risorse nazionali (30,62  miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026).

Il decreto-legge  prevede quindi il Fondo complementare al PNRR e  introduce nuove  misure finalizzate alla realizzazione degli  investimenti.

Nel fondo complementare   sono state previste risorse per:

o    le  infrastrutture e la   mobilità sostenibile  – come  rinnovo  flotte, bus, treni e navi verdi
o    la sostenibilità ambientale dei porti e il miglioramento  dell’accessibilità e della sicurezza delle stato.

Sono stati previsti anche altri 10,3 miliardi di euro  per completare  l’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria e Milano-Venezia.

Con questi due fondi  aggiuntivi disponibili con decreto sarà   possibile far   partire subito  gli interventi in ambito.

Il   ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile avrà  quindi   62 miliardi da spendere, 14 in più rispetto alla bozza di   piano di gennaio.

·    10,1   miliardi  con il DDL del 29 aprile u.s.  che ha istituito il  fondo complementare
·    40,71 miliardi  previsti nel PNRR presentato all’UE il 30 aprile u.s.
·    10,35 miliardi  previsti con lo scostamento di Bilancio

A questo enorme flusso di finanziamenti  in parte di provenienza PNRR  e in parte da assegnazione di risorse nazionali,  saranno applicate le  medesime rigide  regole UE  riguardo alla definizione degli obiettivi,  della progettazione, realizzazione e rendicontazione.

Nei prossimi giorni  partirà il lavoro di analisi delle proposte per  renderle  coerenti ma dovranno soprattutto cambiare rapidamente   le  procedure  autorizzative ed esecutive: senza un radicale cambiamento    non  sarà possibile  raggiungere gli obiettivi previsti per il 2026  dal piano  e si rischierà anche di perdere  gli altri  capitali  privati che  si sommerebbero solo se il piano assicurerà una vera e  rapida crescita.

Non dovranno essere cambiate le sole procedure di appalto ma anche  tutto il processo della programmazione e della progettazione degli  interventi.

E’ per questo motivo che nel piano sono state previste forti  immissioni di nuove professionalità sia a livello centrale sia a  livello territoriale con l’obiettivo di far partire rapidamente i  progetti.

Anche il processo autorizzativo sarà rivisto al fine di velocizzare  l’iter  e di reingegnerizzarne le fasi di attuazione.

Molto importante sarà anche il coinvolgimento delle regioni e degli  enti locali  affinché si realizzi una sinergia nella gestione delle  priorità e delle risorse da integrare con i fondi regionali disponibili.

Ad esempio, nel PNRR sono previsti investimenti per  l’ultimo miglio  su porti e aeroporti:  di intesa  con le regioni alcuni fondi  regionali potranno integrare questi interventi.

Allo stesso modo  ci sono i fondi per il Trasporto  Pubblico locale    per  il   rinnovo del  parco pullman  e  gli  altri  fondi regionali  potranno  rafforzare tali iniziative.

Ci sono poi  molti capitali privati  che potranno  sommarsi  a tali  investimenti pubblici   se questi ultimi riusciranno a fare da volano  per la ripresa economica del Paese.

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