CRONACA

Invasi lucani pieni e niente lavori, e l’acqua viene buttata

Le dighe sono al massimo del consentito: accumulati più di 183 milioni di metri cubi, al servizio anche della Puglia. Ma l'estate è alle porte

Invasi lucani al massimo nella capacità di invaso rispetto alle quote attualmente autorizzate: ci sono 183 milioni di metri cubi di acqua nelle dighe lucane in più rispetto al febbraio dello scorso anno. Comunque al di sotto delle capacità massime di accumulo di tutte le dighe lucane.

E con le abbondanti piogge di gennaio e febbraio e con le nevicate degli ultimi giorni, raggiunto il limite fissato, il surplus di acqua che non può essere accumulato, è destinato allo scarico in mare.

A denunciare il paradosso è la Cia-Agricoltori Basilicata preoccupata per «gli effetti di tale situazione sull’irrigazione delle aziende agricole che hanno più bisogno di acqua, come accade purtroppo da sempre nel Metapontino».

L’invaso di Monte Cotugno a Senise, la più grande diga in terra battuta d’Europa con i suoi 530 milioni di metri cubi di capacità, realizzata lungo il corso del fiume Sinni tra il 1970 ed il 1982, che serve la Puglia e la Basilicata per uso potabile, irriguo e industriale, è passata dai circa 127 milioni di metri cubi di febbraio 2020, agli attuali 273 milioni, con un più 146 milioni di mc raggiungendo la quota massima di livello di invaso.

La diga del Pertusillo è passata 70 milioni di mc agli 89 milioni attuali, 19 milioni in più. La Diga di San Giuliano da 37 milioni di mc a 51,5 milioni, con un più 14 milioni di metri cubi. L’invaso del Camastra è passato da 6, 2 milioni di metri cubi agli attuali 8,9 milioni, più 2, 6 milioni di metri cubi.

«Con tutte queste piogge si poteva accumulare molta più acqua, sfruttando a pieno la capacità degli invasi – sottolinea il direttore generale di Acquedotto lucano, Gerardo Marotta – ma non è possibile per la carenza di interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento.

E così l’acqua viene scaricata dalla diga e sversata in mare, mentre poteva essere accumulata per un utilizzo nei periodi di maggior fabbisogno, d’estate a luglio e agosto. Bisogna evitare quello che successe l’anno scorso, quando non si sfruttarono le piogge di aprile per riempire di più l’invaso e il lungo periodo di siccità determinò poi un eccessivo deposito di materiale solido nella diga Camastra con problemi di torbidità delle acque dopo le abbondanti precipitazioni di novembre scorso. Ma la capacità dipende dall’Ente gestore».

Dai problemi legati all’uso potabile a quelli a uso irriguo. «Nessun problema per la diga di San Giuliano – sottolinea Giuseppe Musacchio, amministratore unico dei Consorzio di Bonifica – non ha una limitazione strutturale, ma solo una limitazione fino al 31 marzo di ogni anno, disposta dalla Regione Basilicata per una questione di protezione civile.

La diga viene utilizzata come vasca di accumulo nel caso ci dovesse essere un’alluvione. Si mantengono 30 milioni di volume libero per prevenire eventuali calamità».

Quanto alla diga Monte Cotugno e Pertusillo, spiega «siamo soggetti fruitori e non gestori, i limiti all’invaso sono disposti dall’Ufficio Dighe che ha imposto prescrizioni all’Ente Irrrigazione che deve fare i lavori». Ma, rassicura, «non ci sarà una crisi imminente, anche se non dovesse piovere come nel 2020».

La diga Monte Cotugno, spiega «è a riempimento biennale, ci vogliono due anni per riempirla al massimo.

Adesso rispetto alla capacità di accumulo che ha, con le limitazione imposte dall’Ufficio dighe, è sufficiente per un anno e mezzo, per cui la crisi idrica ci potrà essere se da ora in poi fino a tutto il 2022 non ci dovessero essere fluenze adeguate.

Anche con un anno siccitoso, come il 2020, pur essendoci quasi metà dell’acqua negli invasi, siamo riusciti ad andare avanti, dipende pure da noi non sprecarla. Certo sarebbe meglio avere gli invasi pieni senza limitazioni».

Un carico di responsabilità e di lavori enorme in compartecipazione tra l’Eipli, ente soppresso e in liquidazione, che sta comunque portando avanti i progetti già avviati, e il Commissario straordinario, nominato a gennaio 2019, che segue gli studi e le progettazioni delle nuove opere.

Alcune sono già appaltate e in corso di esecuzione, come quelle per la manutenzione della diga di Montecotugno, spiegano dall’Eipli, che hanno subito uno stop per via di contenziosi, in parte già risolti, in parte in via di risoluzione entro quest’anno.

Questo consentirà, come per le altre dighe, il completamento delle opere per assicurare il miglioramento degli impianti e ottemperare alle richieste del Ministero delle Infrastrutture peri il ripristino della capacità di invaso originaria.

Fonte: (Gazzetta del Mezzogiorno)

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