MEDIA

Nasce Tavolo Mediacoop, cooperative di giornalisti associate a Legacoop CulTurMedia.

Si è costituito il coordinamento delle cooperative di giornalisti associate a Legacoop CulTurMedia, con il nome di “Tavolo Mediacoop”. Il referente è Luca Pavarotti, presidente della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che edita il quotidiano Corriere Romagna.

In questa veste Pavarotti è entrato a fare parte del consiglio di presidenza di Legacoop CulTurMedia Nazionale, associazione di settore che ha tenuto il primo congresso il 7 e 8 febbraio a Genova.

In vista degli Stati Generali dell’Editoria annunciati dal sottosegretario Vito Crimi la direzione nazionale di Legacoop CulTurMedia, svolta il 26 febbraio a Roma, ha accolto la costituzione del tavolo MediaCoop come strumento di rappresentanza delle istanze del settore informazione cooperativo. Ne fanno parte cooperative di giornalisti che editano testate quotidiane, periodiche e web a diffusione nazionale e locale.

«Il progressivo svuotamento del Fondo per il Pluralismo dell’Informazione introdotto dalla legge di Bilancio rappresenta un colpo mortale per le cooperative di giornalisti di Legacoop e ACI, per le voci dei territori e tutto il settore industriale che opera nel mondo dell’informazione», ha spiegato Pavarotti, introducendo una risoluzione legata alla difficile situazione che vive il comparto.

«La legge 198/2016 (la cosiddetta Riforma Lotti) aveva per la prima volta garantito un sostegno certo, trasparente e selettivo alle sole testate locali e nazionali cooperative e non profit, che in Italia rappresentano i cosiddetti “editori puri”, eliminando le possibilità di abusi che nel recente passato avevano penalizzato le vere cooperative di giornalisti e ponendo al primo posto il il rispetto dei contratti di lavoro, la presenza sul mercato e la regolarità contributiva», aggiunge.

Sostegno è stato espresso – oltre che dalla presidente nazionale di CulTurMedia Giovanna Barni e dal suo vice Leonardo Palmisano – dal presidente nazionale di Legacoop e ACI, Mauro Lusetti, che ha dato riscontro positivo alle istanze del settore: «Quella della libertà di stampa – ha detto – per noi è una battaglia identitaria quanto quella per i migranti».

«Ciò che la maggioranza di Governo ha inteso cancellare non è il contributo pubblico all’editoria ma la possibilità di sopravvivenza per quella piccola parte di informazione libera che ancora non risponde alle grandi concentrazioni nazionali e internazionali», ha concluso Pavarotti.

«Diventa praticamente impossibile, inoltre, creare nuova impresa cooperativa in un settore fondamentale per la democrazia. Al termine del percorso congressuale di CulTurMedia è giunto il momento di riprendere la battaglia per il Pluralismo, ripartendo dai numerosi e in larga parte inascoltati appelli del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a tutela dei valori dell’articolo 21 della Costituzione».

Pulsante per tornare all'inizio