POLITICA

VITALIZI, PITTELLA IN CONSIGLIO PROPONE REVOCA MODIFICHE

Il governatore ha chiesto all’assemblea “un passo indietro per sgomberare il campo da sospetti e ridurre il solco tra istituzioni e cittadini”, ma ha ribadito che “con quell’emendamento non si ripristinava, ma si disciplinava con maggior rigore un diritto esistente” .

“La parola vitalizio è diventata ormai impronunciabile, al di là del merito di una norma e del suo contenuto. Ed il dibattito innescato negli ulti giorni ne è la riprova più evidente ed eclatante. Nell’intento pertanto di sgomberare il campo da sospetti e ridurre il solco tra istituzioni e cittadini, in un momento nel quale è necessario rafforzare la coesione sociale e la tenuta del sistema democratico, si ritiene opportuno proporre la revoca delle modifiche approvate nella seduta del 27 giugno scorso alla legge regionale 38 del 2002 in materia di vitalizi attraverso l’abrogazione dell’articolo 20 della legge 18 del 2017”.

Lo ha detto oggi il governatore lucano Marcello Pittella, intervenendo in Consiglio regionale, in merito alle polemiche sulla modifica della legge regionale n. 38 del 2002 approvata dall’assemblea consiliare nella seduta precedente.

“Quella norma – ha sottolineato il presidente – è stata votata per determinare e disciplinare con maggior rigore e senza ulteriori oneri a carico del pubblico erario un istituto giuridico esistente. Purtroppo, però, è apparsa agli occhi dell’opinione pubblica un intollerabile privilegio di casta da bollare senza appello a scapito di qualunque ulteriore ed approfondita discussione. Ma siamo nel tempo in cui più che verità si consumano le post-verità. Siamo nella fase in cui un dibattito politico entra sempre meno nelle questioni e preferisce stare su un titolo o sui 140 caratteri, muovendosi in maniera strumentale, a volte con vere e proprie cadute di stile, come ne leggo spesso sui giornali. A questi comportamenti e critiche singolari – ha detto ancora Pittella – rispondo con la fermezza, ma anche con la pazienza di chi sa di dover governare una comunità non da solo, ma insieme a tanti altri colleghi. Replico con la forza di chi se bene dove sta la verità nel merito della vicenda e di una condotta che prova ad essere sempre responsabile e irreprensibile. Per questo motivo sono qui a ribadire che non siamo casta. Rifiuto un appellativo simile. Nel merito della vicenda – ha continuato il presidente – forse in pochi hanno provato a capire esattamente di che cosa si trattasse: di un diritto sancito e non ripristinato. Credo che il presidente del Consiglio regionale, Francesco Mollica abbia già avuto modo di comunicarlo alla società lucana in maniera meticolosa, certosina e determinata. Riteniamo, sul piano politico, etico e personale di dover rivendicare correttezza, trasparenza e compostezza di azione. Non vogliamo, quindi, che il campo di discussione programmatica e politica sul futuro della nostra regione venga inquinato da un argomento inesistente nel merito ma esistente nella percezione. Avremo il tempo, naturalmente, di leggere nel merito le norme e i comportamenti di oggi ma anche del passato, per evitare che qualcuno possa ergersi a censore di etica pubblica (ma quella altrui ovviamente!). Ma anche per scongiurare il pericolo che prenda piede quello sport diventato sempre più attuale e purtroppo da molti praticato, che è quello di chi prova a inoculare nelle vene dei cittadini i semi della discordia, dell’incertezza e della paura, utilizzando ad arte argomenti che poco stanno sul merito e molto invece sulla sensibilità e sulla pancia del cittadino. Proprio perché è nostra intenzione sgomberare il campo da tutto ciò, mi permetto di chiedere all’assise regionale, per sensibilità, responsabilità e ulteriore sforzo – ha concluso Pittella – di fare un passo indietro, per ripristinare la regolarità di un dibattito politico che deve animarsi di altro, di cose ben più serie, importanti e vitali per la nostra regione”.

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