CULTURA E EVENTI

Appello per Gaza: ponti accademici, non muri. Alla Camera il progetto per borse di studio e corridoi umanitari

“L’umanità o è intera, o non è umanità”. Con queste parole si è aperta alla Sala Stampa della Camera dei Deputati la conferenza “Appello per Gaza, costruiamo ponti con le università italiane”, un’iniziativa nata per offrire opportunità concrete a studentesse, studenti, ricercatrici e ricercatori che si trovano attualmente nella Striscia di Gaza, colpita da una crisi umanitaria senza precedenti.

Il progetto, presentato alla presenza dei parlamentari del Movimento 5 Stelle Gilda Sportiello, Stefania Ascari e Antonio Caso, è stato fondato dall’editrice Anna Giada Altomare (ideatrice anche dell’iniziativa Fiori dai Cannoni) in collaborazione con il collettivo Gaza Students.

Alla conferenza hanno preso parte anche figure del mondo accademico e culturale: il candidato al Premio Nobel per la Pace Hafez Haidar, l’attivista Tony La Piccirella, la Prof.ssa Fausta Scardigno (Università di Bari), la Prof.ssa Giusi Antonia Toto (Università di Foggia), e l’avvocata Annalisa Nanna.


Università come spazi di protezione e libertà

Cuore dell’iniziativa è la promozione di un’azione corale tra il Governo e gli atenei italiani per garantire ai giovani gazesi il diritto all’istruzione e alla mobilità accademica. Tre gli obiettivi chiave:

  1. Attivazione di bandi universitari per l’ammissione straordinaria di studenti e ricercatori da Gaza;

  2. Corsie diplomatiche prioritarie per l’ottenimento di visti umanitari per “emergenza educativa”;

  3. Riconoscimento ufficiale della missione come operazione umanitaria urgente a fini formativi.

Nel corso dell’incontro, è stato ribadito il ruolo strategico dell’università non solo come luogo di formazione, ma anche come presidio di diritti fondamentali, capace di garantire protezione e accesso alla conoscenza anche in contesti di conflitto.

La proposta è rivolta direttamente agli atenei italiani, chiamati ad agire con misure immediate e misurabili: borse di studio, esoneri dalle tasse, posti alloggio, tutoraggi e altri strumenti concreti di accoglienza, in stretta collaborazione con le autorità competenti.


Un libro per dare voce alla sopravvivenza

L’iniziativa è legata anche alla pubblicazione del libro “L’Ultimo Respiro di Gaza”, scritto da Naim Abu Saif, un giovane giornalista ventiduenne del nord della Striscia. Sopravvissuto a lutti e bombardamenti, Naim ha perso casa, padre e gran parte della famiglia. Il suo racconto è una testimonianza di sopravvivenza, di resilienza e di dolore umano profondo, nata dalle ceneri della guerra.

Il volume, edito da Another Coffee Stories, sarà interamente devoluto a sostegno di Naim. Nella prefazione, l’editrice Anna Giada Altomare scrive:

“Questo libro esiste perché Naim è vivo. Vivo per raccontare. Vivo per testimoniare. Vivo per scrivere. […] L’umanità non può essere selettiva. L’umanità o è intera, o non è.”

Attraverso la parola scritta, L’Ultimo Respiro di Gaza rompe il silenzio mediatico e offre uno spazio di ascolto a una delle tante voci sommerse dalla guerra. È un grido d’aiuto, ma anche un gesto di speranza.


Un invito all’azione collettiva

“Appello per Gaza” è più di una proposta accademica: è un manifesto etico e civile, che chiama in causa la responsabilità collettiva, l’impegno delle istituzioni e la coscienza di ognuno. Il progetto chiede l’apertura urgente di un tavolo interministeriale per creare corridoi umanitari sicuri e rapidi, che consentano a studenti e studiosi di Gaza di fuggire dalla guerra per ritrovare il diritto allo studio e alla vita.

Alla base di tutto, un principio che travalica la geopolitica e tocca il cuore della nostra identità democratica: nessuno deve essere lasciato indietro, nemmeno nei luoghi più dimenticati del mondo.


Per saperne di più o sostenere il progetto:

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