A casa di Giorgio Morandi con il fotografo americano Gary Green

Dall’11 ottobre 2025 al 6 gennaio 2026, Casa Morandi – parte integrante del circuito dei Musei Civici del Comune di Bologna – accoglie la mostra fotografica After Morandi di Gary Green, artista e docente statunitense nato a New York nel 1956.
L’esposizione, curata da Steve Bisson e promossa in collaborazione con L’Artiere Edizioni, esplora il legame intimo e riflessivo tra la fotografia contemporanea e l’eredità poetica di Giorgio Morandi.
Il progetto di Green non si propone come imitazione dell’opera del grande pittore bolognese, ma come un tentativo di catturarne l’essenza visiva e la profondità contemplativa.
Lontano dalla semplice riproduzione, l’approccio dell’autore si muove attraverso suggestioni sottili, evocando lo sguardo silenzioso e la tensione lirica che caratterizzano il lavoro di Morandi.
L’idea alla base di After Morandi nasce nel 2014, durante un soggiorno in Italia compiuto da Green nel corso di un anno sabbatico lontano dall’insegnamento al Colby College (Maine). Il passaggio a Bologna e la visita a Casa Morandi segnarono un momento chiave: «Fu come un pellegrinaggio silenzioso», ricorda il fotografo.
In quella casa-studio, Green realizzò pochi scatti – alcuni con una fotocamera di grande formato, altri in modo più immediato, con il cellulare – ma in quel gesto iniziale si depositò un’intuizione che avrebbe preso forma solo nei mesi successivi.
Dopo Bologna, Green proseguì il suo viaggio ad Assisi, dove trascorse un periodo in residenza artistica. In quella cornice umbra, immerso in un contesto essenziale e raccolto, cominciò a comporre piccole nature morte utilizzando materiali trovati sul posto: bottiglie, tegole, frammenti di pietra.
Allestì uno scenario semplice all’aperto, lasciando che la luce naturale scolpisse le forme e i contrasti tra gli oggetti. In quel dialogo fra materia, geometria e spazio, l’eco morandiana divenne progressivamente più nitida.
Ma è solo al rientro negli Stati Uniti, durante una residenza a Yaddo – celebre comunità artistica nello Stato di New York – che Gary Green riconobbe con chiarezza il senso del suo lavoro.
Riguardando le stampe e osservando le immagini alla distanza, comprese che il vero soggetto non era l’Italia, né il paesaggio umbro o l’ambiente circostante, ma lo spirito stesso di Morandi: «Un invito alla lentezza, alla ripetizione, alla contemplazione del quotidiano come forma di mistero».
Il progetto si è poi concretizzato nella pubblicazione del volume After Morandi, edito da L’Artiere nel 2016, che Green definisce una “ode silenziosa” al pittore.
La mostra omonima, ospitata oggi nel luogo dove tutto ha avuto inizio, rappresenta un cerchio che si chiude: un ritorno alle origini del progetto, non come punto d’arrivo, ma come momento di sospensione, ascolto e rilettura poetica.
ANSA