CRONACA

Da Zes unica Mezzogiorno un ponte naturale per la cooperazione nei Paesi Africani

“La strada indicata dalla Premier Meloni all’Assemblea dell’Unione Industriali Napoli per rilanciare la Zes Unica del Mezzogiorno quale piattaforma naturale al centro del Mediterraneo, soprattutto alla luce della “minaccia dazi Usa”, rilancia la strategia di ItalAfrica perché attraverso le nuove localizzazioni nella Zes e un’accelerazione del Piano Mattei e dei programmi di cooperazione Italia-Africa, si programmino soluzioni alternative all’export specie dalle regioni del Sud”. Così Alfredo Carmine Cestari, presidente della Camera ItalAfrica.

“Condividiamo la nuova narrazione della Meloni relativa al Sud che – aggiunge – è dinamico, ambizioso, attrattivo di investimenti e pronto per accrescere la presenza in Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo come del centro Africa.

Il continente africano, con i suoi 1,5 miliardi di abitanti e le sue abbondanti risorse naturali, ha tutte le carte in regola per rafforzare la sua integrazione economica e resistere meglio alle turbolenze del commercio mondiale.

L’aumento dei dazi doganali negli Stati Uniti è solo un ulteriore segnale che è necessario intervenire con urgenza.

Per questa ragione, come ItalAfrica, sosteniamo il Piano Mattei promuovendo l’attività di partnership e investimenti delle nostre imprese nei Paesi Africani considerando da sempre il Mediterraneo allargato, uno spazio geopolitico essenziale per il ricollocamento di segmenti strategici delle catene del valore dell’industria europea.

Grazie agli accordi di libero scambio stipulati con l’Unione europea e con la creazione di una zona panafricana di libero scambio, Marocco, Algeria, Tunisia e Egitto possono esportare e importare beni a tariffe ridotte verso entrambe le sponde del Mediterraneo, tali Paesi costituiranno sempre più un ponte fra l’Europa e il continente africano, che raggiungerà i 2 miliardi di abitanti entro il 2050 e ospita alcune delle economie con le più alte prospettive di crescita, in cui abbondano risorse naturali, quali idrocarburi, minerali e terre rare.

ItalAfrica inoltre – continua Cestari – guarda con interesse alla decisione della Premier Meloni di allargare il Piano Mattei ad altri cinque Paesi Africani (Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal).

In particolare, in Angola e Tanzania siamo impegnati in numerosi progetti nei settori energetici e di attività produttive e daremo un ulteriore contributo allo sviluppo del Piano Mattei.

Nostro compito– afferma Cestari – è quello di far capire ai Governi degli Stati Africani e alle popolazioni di quei territori che oltre a negoziare con Trump esiste un’alternativa possibile, innanzitutto che si possono avviare, nei loro Paesi, progetti volti a migliorare la qualità di vita e creare lavoro.

Penso, inoltre, che questa sia in generale la strada maestra per arrestare i flussi migratori, per dare alle persone una speranza vera. L’Europa è su questo che deve impegnarsi.

Un’altra soluzione potrebbe essere rappresentata dall’Area di libero scambio continentale africana (Afcfta). Si tratta di un trattato che ha coinvolto 54 Paesi africani su 55, entrato in vigore formalmente il 1° gennaio 2021.

La Camera ItalAfrica dopo gli accordi già sottoscritti in particolare in Tanzania, Zanzibar, Senegal, Mozambico, Angola, Sierra Leone, Congo intensificherà la propria attività di consulenza ed assistenza alle imprese italiane specie con l’organizzazione di specifiche missioni accompagnandole in ogni fase.

Si tratta di capovolgere lo stereotipo dell’Africa come portatrice di problemi per guardare invece alle opportunità anche per le pmi del Sud Italia”.

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