CRONACA

In Basilicata corsa contro il tempo per evitare nuove crisi: in campo progetti strategici per le dighe di Acerenza, Genzano e Montecotugno

Lunedì 19 iniziano i sopralluoghi dell’assessorato regionale alle infrastrutture

Non si tratta solo di progetti su carta. In Basilicata si lavora, concretamente e in fretta, per impedire che si ripeta l’incubo dell’estate scorsa: la crisi idrica che ha messo in difficoltà intere comunità, agricoltori, famiglie. Oggi, mentre la siccità torna a minacciare il Sud, la Regione accelera su due fronti cruciali: le dighe di Acerenza-Genzano e Montecotugno.

I lavori sul collegamento tra le dighe di Acerenza e Genzano non sono più rinviabili. Parliamo di un’infrastruttura fondamentale per ridare vita allo schema idrico “Basento-Bradano”, fermo da decenni. Un progetto che, fino a poco tempo fa, era solo una promessa nei documenti. Oggi, invece, è in corso d’opera: 9 milioni di euro già stanziati, altri 20,5 milioni arrivano dai fondi del PNRR per il riefficientamento di un adduttore pensile e di una galleria.

Un’opera che può davvero scongiurare nuove crisi idriche”, ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture, Pasquale Pepe, che lunedì sarà sul posto per un sopralluogo. Non si tratta solo di irrigazione per i campi – che già da sola sarebbe fondamentale – ma di una riserva d’acqua potabile che può toccare i 90 milioni di metri cubi. Una scorta preziosa, vitale, per la nostra terra.

Anche a Montecotugno, si accelera.
Qui i lavori – seguiti da “Acque del Sud” – prevedono il ripristino del manto impermeabile sul paramento di monte della diga. L’obiettivo? Riportare la capacità di invaso oltre i 230 milioni di metri cubi attuali, fino a quasi 500 milioni. Un cantiere delicato, che oggi è nella fase preparatoria (con il taglio del muro frangionda), ma che con l’arrivo della bella stagione entrerà nel vivo. Il valore dell’intervento supera i 7,6 milioni di euro.

E non finisce qui: l’Autorità di Bacino sta lavorando anche sulla rivalutazione sismica dello sbarramento, investendo oltre 1,3 milioni di euro per garantire che queste opere, oltre che utili, siano anche sicure.

Quello che fino a ieri sembrava lontano oggi si sta finalmente muovendo. Perché l’acqua non è solo un problema tecnico, è una questione umana. Di sopravvivenza. Di futuro. E in Basilicata, ora, si cerca di non lasciarla più al caso.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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