POLITICA

D’Andrea (BCC): difendiamo la Basilicata dall’Autonomia Differenziata

Dal secco no ad autonomia differenziata e deposito di scorie nucleari in Basilicata, alla necessità di mettere in campo azioni concrete per il rilancio di una sanità che, tra liste d’attesa e mobilità passiva è passata dall’essere uno dei fiori all’occhiello della nostra regione a motivo di disonore.

Passando per l’impegno per arginare lo spopolamento e per garantire il benessere a tutti i lucani e restituire alla Basilicata la sua naturale vocazione.

Sono questi alcuni dei punti del programma di Federica D’Andrea, in linea con quelli della lista di Basilicata casa comune, nella quale è candidata alle imminenti regionali, affinché si possa scrivere una storia nuova per la Basilicata.

“Lo spopolamento – spiega -, è il tema dei temi. Basilicata casa comune ha deciso da subito di occuparsi della questione a 360° per rendere la nostra regione attrattiva per le nuove generazioni”.

Un impegno che va portato avanti partendo dal ruolo di scuole e università. E in questo di grande esempio deve essere il vademecum stilato dalla Rete degli Studenti Medi per una Basilicata a misura di giovani, accompagnato dallo slogan “Rimanere per scelta”.

Ma la politica deve avere a cuore tutti i suoi cittadini, e in una regione con una popolazione anagraficamente spostata verso gli over 65, gli anziani non possono passare in secondo piano.

Anzi, devono essere visti come una risorsa, al pari dei giovani. E se alla politica spetta il compito di garantire il benessere dei cittadini, questo passa inevitabilmente dal dialogo.

Con i cittadini, per accogliere le loro esigenze, ma anche, pensando al mondo del lavoro, con le parti sociali. Un dialogo necessario per garantire a tutti di esercitare il proprio diritto al lavoro, e di poterlo fare in maniera sicura. Perché la sicurezza sul posto di lavoro deve diventare la normalità.

E, ancora, il tema della sanità pubblica. “Dobbiamo investire nella ricerca e nel potenziamento dei nostri presidi – spiega Federica D’Andrea -, per far sì che ci si torni a curare in questa terra. Bisogna inoltre ripartire dalle infrastrutture, perché il problema dei problemi è proprio l’isolamento.

L’abbiamo analizzato da un punto di vista pratico e sono venute fuori delle proposte come ‘Cento strade per cento comuni’, che ha un’attenzione particolare per le zone che soffrono per mancanza di strade e infrastrutture”.

E in merito all’autonomia differenziata Bcc ha da subito dichiarato la sua ferma opposizione. “I rischi sono altissimi – dichiara Federica D’Andrea – perché impatta su ambiti già carenti per il nostro territorio e che verrebbero ulteriormente penalizzati”.

E a tal proposito Piero Marrese e Angelo Chiorazzo hanno già presentato, in caso di vittoria del centrosinistra, la prima delibera di giunta. Ma il secco no di Bcc va anche al deposito di scorie nucleari in Basilicata.

“Spero che non sarà necessaria un’altra Scanzano come nel 2003 – spiega -, perché quella era la risposta fiera dei lucani alle mancanze del mondo politico. Mi auguro invece che la politica faccia la politica e si opponga in maniera forte.

Le opportunità in Basilicata – continua – si possono creare se iniziamo a comprendere qual è la sua vocazione.

Bisogna investire in cultura, in artigianato, nelle tradizioni della Basilicata, nella sua enogastronomia, che possono diventare importanti e varcare i confini regionali, nel turismo lento che rappresenta una peculiarità, nel mondo del cinema che sta guardando con attenzione alla nostra terra”.

E, soprattutto, per scrivere una storia nuova bisogna evitare di dare alla nostra regione dei contentini, investendo piuttosto in politiche che possano attuare un vero cambiamento.

“Non mi voglio arrendere – spiega – all’idea di una Basilicata che si basa semplicemente sui bonus, voglio invece immaginare una Basilicata che sappia anche creare posti di lavoro e che possa dare alle donne la possibilità di conciliare i tempi di cura con i tempi del lavoro”.

Ma la prima sfida da vincere per scrivere una storia nuova è quella dell’astensionismo. “Il diritto al voto – conclude Federica D’Andrea – deve essere esercitato, ora più che mai”.

Pulsante per tornare all'inizio