POLITICA

L’Ue verso l’ok al nuovo Pnrr, in arrivo anche la quarta rata

Meloni: 'Non abbiamo nessun ritardo sul Pnrr'. Fitto: 'Al lavoro in queste ore con la Commissione europea'

Un doppio via libera che chiude, almeno per il 2023, uno dei capitoli più complessi del rapporto tra l’Italia e l’Ue, quello del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

La Commissione europea si avvia, salvo cambi di programma già venerdì, a formalizzare il placet alla revisione Pnrr. Il governo l’aveva presentato lo scorso otto agosto. Per la mole dei finanziamenti e la corposità delle modifiche l’esame di Palazzo Berlaymont è stato lungo e non privo di criticità.

Assieme al sì al nuovo Piano, o più probabilmente all’inizio della prossima settimana, arriverà anche il via libera alla quarta rata di pagamenti chiesta dal governo: 16,5 miliardi che saranno quindi esborsati entro l’anno come nella tempistica prevista da Roma.

Che l’esame si concluda “molto presto”, come si è limitata a spiegare una portavoce della Commissione, è anche nell’ordine delle cose: la valutazione delle modifiche, che hanno interessato ben 144 misure tra riforme e investimenti, in questi 4 mesi è stata oggetto di una stretta e “costruttiva” collaborazione tra Bruxelles e Roma. Con un obiettivo: cambiare in corsa eventuali punti oscuri senza incorrere in bocciature dannose per l’Italia ma anche per l’Ue.

C’è poi da tener presente anche semplicemente il calendario: affinché le risorse previste dal Recovery Plan non vadano perse, entro il 31 dicembre tutti i Piani modificati vanno approvati in via definitiva, ovvero dal Consiglio Ue.

Quest’ultimo ha 4 settimane per ratificare il giudizio per la Commissione. Il Pnrr italiano dovrebbe finire sul tavolo dell’Ecofin dell’8 dicembre e non sarà certo il solo. Negli ultimissimi giorni l’esecutivo europeo ha dato via libera a ben undici Piani, accogliendo le modifiche – e l’inclusione del capitolo RepowerEu – di Croazia, Finlandia, Grecia, Polonia, Romania, Belgio, Cipro, Lettonia, Irlanda e Ungheria.

Con il sì dell’Europa Giorgia Meloni e il ministro per gli Affari Ue, il Sud, la Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto avranno un cronoprogramma più fedele agli obiettivi del governo e, almeno in teoria, potrebbero fare richiesta per la quinta tranche già il 31 dicembre. Il nuovo Piano italiano, inizialmente da 191,5 miliardi, nella proposta presentata dal governo prevede 2,76 miliardi di prestiti in più tutti dedicati al Repower.

Il capitolo energetico, nel suo complesso, presenta progetti per un totale di 19,2 miliardi, in grandissimi parte ricavati tagliando alcune misure distribuite sui 6 paragrafi del Pnrr iniziale. In particolare il governo ha rivisto i target nell’efficienza energetica, nei progetti di rigenerazione urbana, nei cosiddetti piani integrati e nella lotta al dissesto idrogeologico.

Fitto aveva assicurato agli enti locali che i fondi del Recovery saranno sostituiti da quelli nazionale ma ciò non è servito a placare l’ira dei sindaci.

E la mancata sponda dell’Ue non li tranquillizzerà certo. “L’obiettivo era recuperare al divario Nord-Sud, il Pnrr ha tradito la sua ragione sociale”, ha tuonato il governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Nel question time al Senato, invece, la premier Meloni ha rivendicato il lavoro svolto. “Sul Pnrr non abbiamo nessun ritardo.

Ancora una volta la speranza di una certa opposizione di tifare contro il fatto che all’Italia venissero pagate le rate è stata tradita”, ha sottolineato la presidente del Consiglio replicando a Matteo Renzi. Il sì al nuovo Piano toglie dal tavolo uno dei principali nodi che erano destinati a puntellare la trattativa tra Roma e Bruxelles sul nuovo Patto.

Del resto la Commissione Ue ha ormai fatto sua la linea della cautela. Dando il via libera anche al capitolo Repower presentato dall’Ungheria.

Le condizioni poste per l’esborso dei finanziamenti, tuttavia, restano invariate: se il governo di Viktor Orban non soddisferà le 27 ‘pietre miliari’ indicate dalla Commissione sulla scia del meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto i fondi del Next Generation destinati a Budapest resteranno congelati.

ANSA

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