CRONACA

Curcio: si lavora ai criteri e alle misure per lo stato di emergenza siccità

Patuanelli: "Niente guerre dell'acqua, serve un coordinamento centrale"

“I criteri li stiamo definendo con le regioni e soprattutto le misure.

Penso che nelle prossime giornate, al massimo un paio di settimane, avremo chiare le misure e potremo fare la dichiarazione dello stato di emergenza”, ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, intervistato da Sky Tg24 sul tema della siccità in questa stagione.

Gli incendi quest’anno, ha anche spiegato, sono più del doppio dell’anno scorso e oltre sei volte di più del 2020, ha detto Curcio.

“Dal 15 di giugno a ieri ci sono state quasi 199 schede di intervento contro le 80 del 2021 e le 30 del 2020. Siamo molto preoccupati“, ha dichiarato Curcio.

Il capo della Protezione civile ha anche spiegato che non si può escludere “il razionamento diurno dell’acqua”. Si è, spiega Curcio, al 40-50% di quantità di acqua piovuta in meno rispetto alle medie degli ultimi anni, e fino al 70 per cento di neve in meno. E il Po ha una portata “sino all’80 per cento in meno”.

“Una crisi idrica di questo tipo non si è mai verificata nella storia della Lombardia”, afferma intanto il presidente della regione Attilio Fontana, e aggiunge di ritenere che qualche piccolo razionamento sia già in essere.

“Non sarà la decretazione di emergenza a risolvere il problema”, sottolinea però il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, a 24Mattino su Radio24, a parere del quale “va portato a livello centrale, con un tavolo di coordinamento, tutto il quadro delle decisioni per evitare che vi siano tra settori diversi e tra zone diverse del Paese guerre dell’acqua“.

La legge già individua le priorità: prima gli usi civili, poi l’abbeveraggio degli animali, quindi l’agricoltura e dopo l’industria, chiarisce.

“Ma si deve entrare nella prospettiva che non è un’emergenza di quest’anno e dobbiamo adoperarci per risolvere strutturalmente” la crisi idrica.

Secondo Patuanelli, è necessario aumentare la capacità di captazione con un piano invasi di piccole dimensioni che consentono anche produzione di energia. “Il problema è che sono vent’anni che questo in questo Paese non si fa niente per tutelare la risorsa idrica”.

ANSA

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