CRONACA

Ucraina: nuovi colloqui Mosca-Kiev. Zelensky: ‘La Russia ora dialoga’ Kuleba scettico su un accordo, ‘richieste inaccettabili’

Proseguono i colloqui in videoconferenza tra Mosca e Kiev. Il presidente ucraino Zelensky ha rilevato “un approccio fondamentalmente diverso” da parte del Cremlino, che prima non faceva che “porre ultimatum”, mentre ora ha “cominciato a parlare”.

Un “segnale dalla Russia”, come lo ha definito, all’indomani dei “progressi” nei colloqui evocati ieri da Vladimir Putin.

Uno spiraglio non rilevato però da Olaf Scholz e Emmanuel Macron che, in una telefonata, hanno incalzato Putin, chiedendo una tregua immediata in Ucraina e “l’inizio di una soluzione diplomatica del conflitto”.

Il Cremlino, secondo fonti dell’Eliseo, “non ha dato alcun segnale della volontà di sospendere la guerra”. Anzi, nella telefonata Putin ha accusato le forze di Kiev di “flagranti violazioni” del diritto internazionale umanitario.

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba si mostra scettico sulla possibilità di negoziare un accordo con la Russia che ponga fine all’invasione.

“C’è poco spazio per la diplomazia nella testa di Vladimir Putin”, ha affermato intervenendo ad un forum organizzato a Washington.

“Dobbiamo comunque tenere aperto il canale della diplomazia, ma essendo consapevoli dei tentativi di manipolazione portati avanti dalla Russia, che continua ad avanzare richieste per noi inaccettabili”. “Noi – ha ribadito Kuleba – non scenderemo a compromessi su nessuno dei temi esistenziali che riguardano l’Ucraina”.

Mentre Kiev è cinta d’assedio e le bombe russe cadono su molte città dell’Ucraina, l’offensiva avanza anche sul terreno: le forze di Mosca hanno occupato le zone periferiche di Mariupol. L’esercito russo annuncia la presa della centrale nucleare di Zaporizhzhia.

Allo staff è stato comunicato che l’impianto non appartiene più all’Ucraina e che d’ora in poi dovrà operare sotto il controllo di Mosca e nel rispetto delle regole di Rosatom, la società statale russa dell’energia atomica. Proseguono i raid anche attorno a Kiev, i cui sobborghi hanno subito pesanti bombardamenti.

Una base aerea a una trentina di chilometri dalla capitale distrutta dai missili. Nelle immagini satellitari carri armati russi a 25 km dal centro città. Bombe anche a Nikolaev (sud), Dnipro – dove i sistemi di difesa aerea, riferisce il sindaco, hanno respinto un attacco dal cielo nella prima mattina – e Kropyvnytskyi (centro del Paese).

Le autorità ucraine in serata hanno accusato i russi di aver ucciso 7 civili, tra cui un bambino, che stavano evacuando vicino a Kiev.

Altro fronte Mariupol: i russi ne occupano la periferia est e gli ucraini accusano Mosca di aver colpito una moschea dove si riparavano dalle bombe 80 civili.

Ma  il presidente dell’Associazione che gestisce la moschea di Solimano, Ismail Haciogl, ha affermato che l’area è sotto tiro, smentendo tuttavia che la moschea sia stata colpita. 

“I russi stanno bombardando l’area… che si trova a 2 chilometri dalla moschea e una bomba è caduta a una distanza di 700 metri dalla moschea”, ha scritto su Instagram. Trenta civili turchi sono all’interno dell’edificio, “compresi bambini”, ha aggiunto, senza specificarne il numero.

La Russia inoltre starebbe preparando un referendum nella città portuale di Kherson, nel sud dell’Ucraina, con l’obiettivo di creare una “repubblica popolare” come quelle create nel 2014 e nel 2015 nelle province del Donetsk e del Luhansk. Lo riportano alcuni media citando le autorità locali.

I russi “stanno chiamando i deputati del consiglio regionale di Kherson chiedendo se sono pronti a cooperare”, affermano su Facebook Serhiy Khlan, deputato del governo regionale di Kherson ed ex membri del parlamento ucraino

Mosca minaccia,colpiremo le armi inviate dalla Nato  – Joe Biden accelera sull’azione a sostegno di Kiev ed è pronto ad inviare nuovi carichi di armi di ultima generazione, per garantire rinnovato vigore alla resistenza ucraina contro l’invasore. Le prime spedizioni sarebbero già partite e la temperatura già elevatissima sull’asse Washington-Mosca rischia di salire a livelli di guardia, provocando un’escalation dalle conseguenze imprevedibili.

Del resto il pressing sul presidente americano, chiamato da più parti a fare di più sul terreno di scontro, cresce di ora in ora. Soprattutto dopo il pasticcio dei Mig-29, quelli che la Polonia non ha potuto inviare in Ucraina per il no del Pentagono a farli transitare in una base Usa in Germania.

Una mossa giudicata troppo pericolosa da Washington, che però si è attirata molte critiche.

Ecco allora che Biden intende inviare un nuovo concreto segnale di aiuto alle forze ucraine, in accordo con la Nato e con gli alleati europei. Tanto più che il Congresso ha stanziato fondi per 3,5 miliardi di dollari per rifornire Kiev di ulteriori equipaggiamenti e mezzi militari.

La mappa della guerra in Ucraina

Ma il Cremlino, che finora si è ben guardato dal prendere di mira i convogli di armi inviati dagli occidentali, non sembra più intenzionato a restare fermo.

E il viceministro della Difesa russo, Sergei Ryabkov, lo ha detto a chiare lettere: d’ora in poi si rischiano “gravi conseguenze”, con le colonne che trasportano sistemi antiaereo e anticarro che saranno considerate dalle truppe di Mosca “legittimi bersagli”.

E c’è da credere che i russi anche stavolta facciano sul serio, visto che gli armamenti in questione sono quelli rivelatisi già fondamentali nel contenere e frenare l’avanzata delle forze occupanti in questi primi diciassette giorni di guerra.

Si tratta dei micidiali missili a spalla Stinger, che attraverso lanciarazzi portatili sono in grado anche di abbattere i jet nemici.

Oppure gli altrettanto letali Javelin, arma anticarro con un sistema di guida automatica ad infrarossi che permette ai missili di individuare il bersaglio e centrarlo seguendo il calore dei motori: per questo vengono soprannominati ‘fire and forget’, spara e dimentica. Ci sono poi anche i mortai di ultima generazione, che lanciano razzi a corto raggio in grado di infliggere danni enormi ai mezzi degli invasori.

Proseguono anche le sanzioni contro gli oligarchi russi: congelati gli investimenti in hedge fund americani di Roman Abramovich, dopo le misure che lo hanno colpito.

Il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato anche ulteriori misure contro i membri del consiglio di amministrazione di Novikombank e ABR Management. Nel mirino sono finiti Yuri Kovalchuk, Kirill Kovaluch, Dmitri Lebedev e Vladimir Knyagin di ABR Management.

I quattro componenti del cda di Novikombank colpito sono la presidente Elena Georgieva, German Belous, Andrey Sapelin e Dmitri Vavulin. Bloccata a Trieste l’imbaracazione “Sy A” del valore di circa 530 milioni di euro riconducibile all’oligarca russo Andrey Igorevich Melichenko.

Il conflitto in Ucraina ha sempre maggiori risvolti economici. Gli Stati Uniti hanno infatti vietato le importazioni di bevande alcoliche, pesce e diamanti dalla Russia. Mettendo di fatto il divieto a vodka russa e caviale.

“Il mondo libero si è unito contro Putin”, ha sottolineato Biden, annunciando le nuove misure contro la Russia. Gli Usa hanno revocato alla Russia lo clausola di nazione più favorita, mettendo fine a rapporti commerciali normali e aprendo a dazi pesanti sui prodotti.

“Adotteremo un quarto pacchetto di sanzioni”, ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

Sulla crisi è nuovamente intervenuto anche il presidente del Consiglio Mario Draghi. “Putin non vuole la pace – ha detto – il suo piano sembra essere un altro. Io mi auguro che al più presto si arrivi ad uno spiraglio e noi faremo di tutto affinché Ucraina e Russia arrivino a parlarsi, purché sia preservata la dignità dell’Ucraina”.

Sempre in campo economico, il cancelliere tedesco Scholz ha detto che l’Europa “non fermerà le importazioni nel campo dell’energia, ma usciremo da questa dipendenza”.

ANSA

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