CRONACA

IL SOVRAINDEBITAMENTO DELLE AZIENDE AGRICOLE, ECCO IL VERO PROBLEMA

Il decreto liquidità, non soddisfa le necessità di gran parte degli agricoltori

Arriva il decreto liquidità, promette di facilitare l’accesso alla leva del credito, con procedure semplificate e tassi agevolati.

Un produttore lettore di Terra e Vita ci scrive una lettera che riproduciamo sul sito: «La globalizzazione e decenni di ritardi nei pagamenti dei Psr hanno mandato in rosso buona parte del comparto primario: Cosa se ne fa l’agricoltore di nuovi prestiti se già non può onorare i vecchi?»

Ce la dobbiamo dire tutta: il decreto liquidità, il nuovo provvedimento economico del Governo in favore delle imprese, non soddisfa le necessità di gran parte degli agricoltori (esclusivi o prevalenti), ma bisogna anche dire che non è colpa di questo o di qualunque altro governo.

Un’emergenza e una cura uguale per tutti

Premesso che da quando è scoppiata la pandemia sono passati circa due mesi e da oltre un mese l’Italia è tutta zona rossa (lockdown), occorre anche dire che i provvedimenti di legge di emergenza come questo non possono che avere un valore universale e quindi essere uguali a tutte le categorie, agricoltori compresi.

Le debolezze del nostro settore economico

Tuttavia il mondo agricolo vive una sua peculiare debolezza, con problemi atavici (la scarsa
liquidità) solo aggravati dalla crisi attuale.

Le ragioni stanno a monte: in tutti i settori agricoli da diversi anni una globalizzazione lasciata libera – troppo libera – e mal governata ha ingenerato una spirale di magri guadagni. Gioco forza l’agricoltore, per sopperire a quella che pareva una contingenza solo passeggera, ha fatto ricorso al credito bancario.

Sostegni che diventano trappole

Fai debiti oggi, fanne domani, con l’aggiunta magari di sostegni dei Piani di sviluppo regionale (Psr) che tardavano nell’erogazione dei fondi, piano piano, anzi anche velocemente, ne è derivato un evidente sovra-indebitamento dell’intero comparto primario.

Questo fatto il Governo – qualsiasi Governo – (forse) non poteva saperlo. A meno che non gli venisse riferito dalle associazioni di categoria. Che in tutto questo periodo e ben sapendo delle manovre economiche in itinere, hanno fantasticato di tutto, tranne porre il problema cogente del sovraindebitamento.

L’occasione persa di chiedere una “ristrutturazione”

Cosa se ne fa l’agricoltore di un nuovo prestito se già non può onorare il vecchio?

Questa poteva essere l’occasione per le sindacali di proporre una “ristrutturazione” della situazione debitoria proponendo inoltre all’abbattimento completo delle tasse rinviate, cosa che comunque inciderà sulla liquidità futura.

Invece ecco i prestiti, a procedure facilitate e tassi agevolati, ok, ma i prestiti vanno bene solo a chi non ha debiti con il sistema bancario.

E questo oggi capita solo per una minoranza veramente striminzita di aziende agricole.

E tra i tanti effetti c’è a mio modo di vedere questo: le sindacali hanno perso l’occasione giusta per rimettere in carreggiata migliaia di aziende a corto di moneta.

           Giuseppe Corrado
Agricoltore di Nova Siri (Mt)

 

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