CRONACA

Inchiesta sanità, il dibattito in Consiglio regionale

La discussione svolta oggi in Aula sulla comunicazione della vicepresidente della Giunta Franconi, con gli interventi di Leggieri, Rosa, Galante, Benedetto, Perrino, Pace, Bochicchio, Napoli, Romaniello e Giuzio

“Siamo alle battute finali di questa legislatura. Questo ciclo politico è alla fine e sta a noi decidere se continuare in questa lunga agonia. Non voglio entrare nelle vicende giudiziarie ma reputo molto più importante la questione politica e morale”.

E’ l’opinione del consigliere Gianni Leggieri (M5s) che ha parlato di un “sistema politico clientelare diffusissimo che rappresenta il principale cancro di questa regione”. “Un sistema – ha proseguito – che abbiamo sempre denunciato e che vogliamo combattere con forza. Un anno fa abbiamo lanciato un messaggio cercando di far aprire gli occhi sulla corruzione dilagante.

Ma un silenzio assordante ha coperto tante segnalazioni rispetto a gestioni poco chiare della cosa pubblica”. “Ricordo le parole di Pittella e dei direttori generali che elogiavano il sistema sanitario lucano.

Ma a quale sistema facevano riferimento? Quello dei concorsi truccati?”. “Personalmente provo vergogna per quanto accaduto in questi anni, per come è stata trattata la nostra terra, per come è stata svenduta e per come sono stati trattati i cittadini lucani.

Sono preoccupato per un sistema sanitario caratterizzato da raccomandazioni e aiuti agli amici degli amici. Questo sistema ha mortificato il popolo lucano e quei tanti giovani costretti a lasciare la propria terra”.

“E’ il momento di imboccare l’unica strada possibile, quella della sfiducia a una classe governante inadeguata. I cittadini lucani – ha concluso – hanno diritto a ben altri amministratori”.

“Ci saremmo aspettati l’annullamento dei concorsi oggetto dell’inchiesta o della procedura dell’importo di 45 milioni di euro per le assunzioni interinali nelle Asl – ha detto il capogruppo di Laboratorio Basilicata – Fratelli d’Italia Gianni Rosa (Lb-Fdi) -, invece l’assessore Franconi si è limitata ad esprimere rispetto per la magistratura dicendo che la Giunta andrà avanti con la propria attività.

Prendiamo atto che dopo lo scandalo giudiziario il governo regionale decide di andare avanti e questa maggioranza non riesce a capire lo stato in cui si trova.

L’inchiesta ha svelato un sistema in cui avevano accesso solo gli amici degli amici, un sistema che abbiamo denunciato da tempo. Ognuno di noi, a prescindere dal ruolo, dovrebbe provare imbarazzo, io mi vergognerei di continuare a girare per strada come se nulla fosse successo.

Abbiamo avuto la conferma che qui dentro sono arrivati solo gli amici di qualcuno e questa Giunta oggi fa finta di niente. Ma in questi quattro anni quale è stato il vostro impegno? Se è stato quello descritto dalla procura della Repubblica è meglio che state fermi.

L’inchiesta vi incatena a responsabilità politiche ben chiare. Basta, finitela, cominciate a fare mea culpa – ha concluso Rosa -, dovreste essere rappresentanti del popolo lucano che avete tradito, vi invito a fare un passo indietro”.

“Più che di vergogna parlerei di disperazione. Siamo disperati perché si tenta di processare il pensiero, la visione di una società”. Lo ha detto il consigliere Paolo Galante (Ri) rivolgendosi ai consiglieri Leggieri e Rosa che lo hanno preceduto nel dibattito.

“Noi tutti – ha aggiunto – ci sentiamo persone oneste e non abbiamo niente da invidiare all’onestà che oggi state sbandierando come se fosse un valore che appartiene soltanto a voi. Ho cercato di lavorare per questa terra al meglio di quello che potevo e lo rivendico perché mi sento una persona onesta”.

“Credo – ha aggiunto – che non bisogna confondere ciò che è un pensiero, ciò che è un’idea di società con le azioni degli uomini che sono tutte da verificare.

Non me la sento di mortificare un pensiero progressista che crede in una società giusta. Tutti siamo consapevoli del momento delicato ma ciò che più mi spaventa è l’intento di processare le idee, non gli uomini.

Le idee sono patrimonio della comunità e vanno difese, non me la sento di condannare un pensiero, una visione della vita perché qualcuno ha sbagliato.

Ho difficoltà a pensare che quei valori in cui credo siano sbagliati. Le idee in cui credo sono idee oneste e di quelle idee non mi vergogno”.

“Ho vissuto le dimissioni del presidente De Filippo – ha detto il consigliere Nicola Benedetto -, ricordo bene che nel 2013 ci fu pochissima discussione e De Filippo decise di mettere fine alla legislatura. Forse bisognava aspettare il corso della giustizia.

In questo caso, come apprendo dalle parole della vicepresidente Franconi, essere garantisti è determinante. Franconi ha detto che bisogna portare avanti cose importanti, ma non sono d’accordo. Non posso condividere quanto fatto con l’approvazione del ‘collegato’, arrivato con 5 articoli diventati cento, cento leggi cambiate in una sola notte.

Quando ero assessore, avevo messo in pista un’impostazione che cambiava veramente il sistema dei trasporti e faceva risparmiare soldi, invece con la proroga non si faranno probabilmente le gare e non si faranno gli interessi dei cittadini.

L’inchiesta giudiziaria che è seguita non è stata una coincidenza e non sarà una coincidenza ciò che accadrà da qui alla fine della legislatura, ho denunciato cose che non andavano sull’appalto della Cavonica, queste cose verranno fuori, chi sta governando non è la persona adatta a rappresentare le esigenze dei lucani in questo momento.

Quindi – ha concluso Benedetto -, o ci si mette a fare azioni decise, a fare ciò che i lucani chiedono, oppure è meglio anticipare la fine della legislatura”.

“Il nostro intento è quello di stigmatizzare la discrasia tra il pensiero progressista e quello che è diventato il sistema Basilicata”. Così il consigliere Giovanni Perrino (M5s) ha commentato le parole del consigliere Galante. “Che le cose non andassero bene in Basilicata e che ci fosse questo modo di gestire non solo la sanità, era evidente a tutti – ha proseguito -.

Sono lustri e lustri che va avanti questo sistema, per questo i giovani scappano dalla Basilicata”. Perrino ha poi parlato di “una classe politica che predica bene e razzola male. Indipendentemente da come andrà il procedimento giudiziario – ha aggiunto – ci tengo a sottolineare che non siamo contenti di questa situazione.

Quando ci sono persone private della libertà non c’è da gioire ma nello stesso tempo proviamo tanto dispiacere per quei ragazzi che si sono visti mortificati dai concorsi truccati”.

Perrino ha poi fatto riferimento all’importanza dello strumento delle intercettazioni. “I cittadini – ha detto – hanno diritto di sapere, di leggere quei particolari che appaiono davvero sconcertanti”. “Avrei voluto sentire parole di solidarietà verso quei ragazzi che hanno partecipato a quei concorsi pubblici.

Ritrovare all’interno delle strutture sanitarie quelle persone che non sono all’altezza è grave. Per questo molti cittadini si vanno a curare fuori regione”. Rivolgendosi alla maggioranza Perrino ha concluso il suo intervento chiedendo di “rendere più lieve questa agonia. Il tempo non può lenire le ferite”.

“Questo dibattito – ha detto il consigliere del Gruppo misto Aurelio Pace – oscilla fra due eccessi, dall’atteggiamento del pubblico ministero a quello dell’avvocato difensore. Io non rinuncio al garantismo, abbiamo sempre avuto parole importanti per la centralità delle persone, molto spesso il dibattito lo attiviamo su quello che abbiamo letto, non sempre sugli atti giudiziari, ogni giudizio categorico da l’impressione di una volontà di parte comprimendo dl dibattito.

Non posso sopportare che la mia terra viene definita terra di malaffare, chi ha sbagliato paghi ma la Basilicata non è terra di malaffare. Chi lo dice fa male ai giovani della Basilicata, che non devono sentirsi parte di una terra di malaffare.

L’articolo 27 della costituzione sulla presunzione d’innocenza è stato scritto da uomini saggi, occorre salvaguardare le istituzioni, poi andremo ai fatti degli uomini, ma con questo dibattito compromettiamo le istituzioni.

I cittadini vogliono che i concorsi siano regolari, dobbiamo dire se ognuno ha fatto la propria parte. Franconi deve garantire a questa Assemblea di vigilare su quei concorsi, questo compito spetta alla Giunta, al Consiglio – ha concluso Pace – spetta dare messaggi positivi. Dimostri di essere istituzione sana e lo faccia con gli atti concreti”.

“Dire che siamo stati tutti colpiti di sorpresa dalla vicenda giudiziaria sulla sanità non è sufficiente ad esprimere i sentimenti che attraversano i cittadini lucani in queste ore”. Così ha esordito il consigliere Antonio Bochicchio (Psi) che ha richiamato le tante inchieste e le malversazioni che hanno interessato in questi anni la pubblica amministrazione.

“Oggi – ha proseguito – si indaga sulla sanità lucana, l’ultimo di una lunga serie di episodi accaduti in tutta Italia e che evidenzia una propensione generale, una malattia diffusa. Ma la diffusione di questo malcostume non assolve certo i responsabili che con il loro comportamento mortificano il merito e le giovani energie che si sentono respinti sistematicamente dalla pubblica amministrazione”.

Rivolgendosi alle opposizioni Bochicchio ha poi evidenziato la necessità dell’accertamento dei fatti e definito “strumentale la richiesta di dimissioni del presidente Pittella”.

“Per quanto ci consta – ha proseguito – al presidente Pittella non sono stati contestati reati di corruzione, ma reati di abuso di ufficio e di falso, irregolarità diffusissime tra gli amministratori”. “Non consentiremo a nessuno – ha concluso – di scadere nel clima della democrazia giudiziaria. I socialisti manifestano fiducia nel lavoro della magistratura ma con occhio vigile e attento anche nei loro confronti”.

“Da questa brutta storia, con fatti che qualora fossero accertati rivestono assoluta gravità e con responsabilità che spetta ad atro organo ravvisare e nel rispetto del principio d’innocenza – ha detto il consigliere Michele Napoli – , abbiamo la necessità di porci quale domanda: cos’è oggi la società lucana? Gli eletti stanno facendo fino in fondo il proprio dovere?

La Basilicata non è solo simili mezzucci, il sistema sanitario non è solo fatto da persone che hanno posto in essere comportamenti sbagliati, c’è tanta gente seria che ogni giorno dedica il proprio tempo alla cura dei malati. A costoro in questo momento deve andare il nostro ringraziamento.

Per costruire una Basilicata diversa occorre riflettere sul rapporto fra politica e società, in Basilicata le classi dirigenti tendono a pratiche di tipo assistenziale ed esistono pratiche clientelari. Nasconderci dietro un dito non fa bene alla Basilicata.

Dobbiamo avere il coraggio di dire che alla Basilicata serve una svolta culturale accantonando logiche che non devono appartenerci. Ed occorre una profonda autocritica di tutte le componenti della società lucana. Bisogna combattere il male profondo della Basilicata, non girarsi dall’altra parte.

Spero – ha concluso Napoli – che la magistratura faccia chiarezza presto, e che tutti i soggetti interessati dalla vicenda possano dimostrare la propria estraneità.

Ma credo che si debba riflettere sulla necessità di costruire un modello di Basilicata diverso, in grado di garantire a tutti la possibilità partecipare ai concorsi e di essere giudicati in base alle prove ed ai curriculum che sono stati siamo in grado di costruire. E’ così che si restituisce credibilità alle istituzioni è così che si ricostruisce fiducia con i cittadini”.

“L’ordinanza del tribunale di Matera – ha detto il consigliere del Gruppo misto Giannino Romaniello – ha determinato un forte senso di scoramento nella comunità lucana ed evidenzia un’ombra oscura sul modo di governare e gestire la cosa pubblica da parte della politica e di pezzi importanti della pubblica amministrazione.

Per la seconda volta dopo la vicenda rimborsopoli la Regione è esposta negativamente su tutti gli organi d’informazione per responsabilità di una parte della politica. Una politica che è giusto faccia un passo indietro restituendo ai cittadini lucani il diritto di scegliere con il voto i propri futuri rappresentanti istituzionali.

Non me ne voglia nessuno ma non siamo tutti uguali Non me ne vogliano coloro i quali nella passata legislatura hanno avuto il problema degli scontrini e delle fatture taroccate, io sono diverso come altri in quest’Aula. E allora è giusto che ognuno in coscienza dica se oggi ritiene di essersi comportato da persona perbene che ha guardato agli interessi della Basilicata.

Decida lui, io non devo chiedere le dimissioni di nessuno e per questo non firmo la mozione di sfiducia proposta dai colleghi del Movimento cinque stelle; del resto dal punto di vista politico siamo stati già tutti dimissionati dall’opinione che i lucani si sono fatti di quest’Aula.

Esprimendo piena fiducia nell’operato della magistratura – ha concluso Romaniello – auspico che il presidente della Giunta tragga le opportune decisioni a difesa dell’istituzione regionale”.

“La drammatica irruzione di una inchiesta giudiziaria nella vita dell’istituzione Regione è un evento straordinario che non va né demonizzato né sottovalutato, ma neppure utilizzato per le esigenze più immediate della polemica politica”. E’ la dichiarazione del capogruppo del Pd, Vito Giuzio che ha invitato i colleghi “a resistere alla tentazione di assumere ruoli che non ci appartengono e di non fare da amplificatori di cronache o scoop.

Teniamo quest’Aula al riparo da plateali montature demagogiche, anticipando temi e toni di una campagna elettorale imminente”. Giuzio ha, poi, manifestato sentimenti di vicinanza umana e politica al presidente Pittella che “ha dato nel corso di questa legislatura amplissima prova di lucidità, di concretezza e di linearità nella sua azione di governo”.

“Nell’attesa che lo sviluppo dell’inchiesta lo metta in condizione di recuperare la pienezza delle sue funzioni – ha concluso -, raddoppieremo il nostro impegno perché l’azione della Giunta regionale e l’attività del Consiglio non subiscano rallentamenti”.

Al termine della discussione i consiglieri PerrinoLeggieri (M5s), Rosa (Lb-Fdi), NapoliCastelluccio e Benedetto hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del governo regionale, che sarà discussa in una prossima seduta dell’Assemblea, così come prevede il regolamento dell’Assemblea.

In sede di controllo, il Consiglio ha poi approvato a maggioranza (con 11 voti favorevoli di Pd, Psi, Ri e Pp, 5 voti contrari di M5s, Lb-Fdi, Napoli e Castelluccio e 1 astensione di Benedetto) una deliberazione della Comunità dell’Ente Parco regionale Gallipoli Cognato – Piccole Dolomiti Lucane che ha modificato l’art. 18 dello Statuto dell’Ente (elezione e compiti del presidente) in attuazione dell’art. 21 della legge regionale n. 19/2017.

Successivamente, nel corso di una votazione su una mozione proposta dal consigliere Leggieri (M5s) per la creazione di un fondo per la realizzazione di parchi inclusivi, constatata l’assenza del numero legale (in quel momento erano presenti in Aula i consiglieri Bochicchio, Galante, Leggieri, Napoli, Perrino, Romaniello, Rosa, Santarsiero e Spada) il presidente dell’Assemblea Santarsiero ha sciolto la seduta.

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