Abbigliamento: da Federmoda un “pacchetto di proposte”

In piena stagione saldi – che dopo la prima fase di buoni affari per intensi giorni di vendite prosegue a fasi alterne e a “macchia di leopardo” sui territori con andamenti differenziati – Federmoda in occasione del Tavolo della Moda ha presentato un pacchetto di proposte concrete per rafforzare il commercio al dettaglio con il conseguente rilancio dei consumi. Tra le indicazioni: introduzione di detrazioni fiscali nella dichiarazione dei redditi IRPEF per gli acquisti di prodotti moda effettuati nei negozi di prossimità; IVA agevolata sui prodotti di moda Made in UE e sostenibili; un credito d’imposta del 30% sulle locazioni commerciali o una cedolare secca, subordinata a una riduzione concordata del canone; un credito d’imposta del 100% sui costi di commissione per i pagamenti digitali a favore dei negozi con fatturato fino a 2 milioni di euro; un fondo per il ricambio generazionale, l’innovazione e l’ammodernamento dei negozi; l’abolizione dell’esenzione dei dazi sotto i 150 euro e un contributo fisso per ogni pacco proveniente da Paesi extra UE.
Per il presidente Giulio Felloni serve anche un Patto di filiera con l’obiettivo di applicare il principio ‘stesso mercato, stesse regole’ con l’obiettivo di arginare la concorrenza delle grandi piattaforme online e di alcuni nostri stessi fornitori che scavalcano la distribuzione tradizionale. Siamo fortemente preoccupati – continua Federmoda – perché si è passati da una competizione leale dettata da un mercato con delle regole certe che hanno permesso un pluralismo distributivo a una concorrenza sempre più sleale e che non vorremmo divenisse addirittura letale per il retail e, per effetto domino, anche per l’intera filiera e per le stesse città messe a rischio di desertificazione commerciale”.
In estate – aggiunge Antonio Sorrentino, referente Federmoda – ci favorisce la presenza di turisti, visitatori, famiglie che tornano in paese e, come sempre, la stagione delle cerimonie, matrimoni, comunioni-cresime-battesimi su tutte. Contiamo su un ritorno importante allo shopping nei negozi di vicinato, quindi nell’acquisto in presenza, questo perché c’è voglia di socialità, di tornare nei negozi, di misurare i capi e di uscire dalla freddezza dello schermo. Ma – conclude Sorrentino – sarebbe ora di prendere in seria considerazione la possibilità di abolire i classici periodi di saldi estivi ed invernali e liberalizzare le iniziative promozionali”.