POLITICA

Sanità lucana, Lacorazza: “I numeri smascherano Bardi e Latronico”.

I dati dell’ISTAT parlano chiaro: la sanità in Basilicata è in difficoltà, e questo accade dopo sei anni di governo targato Bardi.

Le parole non bastano più: è la realtà che smentisce le narrazioni.

Va detto con forza che, se il sistema sanitario regionale regge ancora, è grazie all’impegno quotidiano di medici, infermieri e operatori sanitari, che affrontano ogni giorno una situazione complicata, aggravata da anni di totale assenza di una vera programmazione.

Ma c’è dell’altro. Quando la comunicazione politica si trasforma in propaganda, addirittura personalizzata – come ha fatto quest’anno l’assessore Latronico – è inevitabile che aumenti il livello dello scontro politico. La complessità delle questioni viene sacrificata sull’altare della semplificazione.

Ora sul portale della Regione è comparsa una nuova sezione, “Basilicata Salute”. Speriamo che non diventi l’ennesimo spazio promozionale. Sappiamo bene che, mentre i comunicati passano e si dimenticano, un banner sulla home page resta, soprattutto se consultato da uno smartphone, dove sembra parlare direttamente con la voce del governo regionale.

La situazione è seria: circa il 7% dei lucani rinuncia alle cure (dati ISTAT), e in due anni la Regione ha speso 260 milioni per coprire le cure dei cittadini fuori regione. A questo si aggiunge il costo crescente delle prestazioni private, spesso necessarie a causa delle lunghe liste d’attesa.

Non solo: negli ultimi due anni, 100 milioni di euro delle compensazioni petrolifere sono stati usati per coprire il disavanzo sanitario, sottraendoli a interventi per imprese e lavoro.

E ancora: secondo la relazione della giunta regionale sul PNRR per il secondo semestre 2024, ci sono 150 milioni di investimenti sanitari bloccati. Si tratta di Case e Ospedali di Comunità che dovevano già essere in fase di realizzazione, ma che sono fermi per errori segnalati anche dal MEF e per una gestione inefficiente del bilancio.

Questi sono i fatti. Raccontare che tutto segue il cronoprogramma può convincere solo chi non legge i documenti. La Fondazione GIMBE ha evidenziato ritardi significativi: quelle strutture dovevano già essere operative. Il famoso “cronoprogramma” parte già in ritardo, quindi parlare di traguardi raggiunti è, nella migliore delle ipotesi, fuorviante.

Quanto al recente annuncio sulla mancata nomina del commissario per la sanità lucana: va ricordato che la Basilicata non è mai stata commissariata. Se se ne è parlato, è per i rischi generati proprio dal governo Bardi, in particolare lo scorso anno.

Ancora una volta, insomma, i fatti smentiscono la narrazione ufficiale. E più la comunicazione diventa enfatica – peggio se personalizzata – più la realtà finisce per “spogliare” chi governa.

Il centrodestra è alla guida della Regione da sei anni. Il primo di questi della nuova legislatura era stato presentato come il momento del cambiamento, con un’alleanza politica allargata proprio per dare una svolta alla sanità. Forse è il momento che anche Azione, alleata di governo, condivida il nostro appello all’assessore Latronico: meno social, più concretezza.

E se qualche segnale di malumore interno comincia a emergere, speriamo che non sia solo la premessa per una battaglia sulle prossime nomine, dall’ASP all’Azienda Ospedaliera San Carlo, dove Latronico ha difeso l’attuale DG Spera mettendoci la faccia.

Ora che i numeri hanno “spogliato” il Presidente Bardi, si prenda almeno la responsabilità di fare chiarezza e chiedere all’assessore Latronico di riportare la comunicazione pubblica a un livello più sobrio, istituzionale e trasparente.

P.S. Nessuno nega che avere un nuovo mammografo a Tinchi, promuovere formazione o firmare contratti per nuove assunzioni siano segnali positivi. Ma serve equilibrio: la comunicazione istituzionale non può diventare vetrina personale.

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