Aor San Carlo su reintervento cardiochirurgico
Spera: “Questo intervento rappresenta un risultato di grande rilevanza clinica e conferma il valore delle prestazioni altamente specialistiche assicurate dalla Cardiochirurgia sotto la guida del dottor Giunti, nominato a seguito di avviso pubblico per la direzione della struttura”.

Sono trascorsi poco più di due mesi dal 22 settembre, quando l’équipe di Cardiochirurgia dell’ospedale San Carlo di Potenza, diretta dal dottor Giunti, ha portato a termine con successo un delicatissimo reintervento con la procedura di Bentall su un giovane paziente affetto da una pericolosa dilatazione della porzione iniziale dell’aorta, che aveva coinvolto anche il punto di origine di una delle due coronarie.
La condizione – spiega l’Aor San Carlo Potenza in una nota – rappresentava una evoluzione di un intervento salvavita per dissezione aortica eseguito nel 2018.
L’operazione, tra le prime in Italia a impiegare questa tecnologia d’avanguardia, ha previsto l’impianto di una protesi valvolare di nuova generazione recentemente autorizzata in Europa con marchio CE.
Il dispositivo integra una valvola biologica e un condotto aortico già pronti all’impianto, con l’obiettivo di rendere più sicure ed efficienti le procedure di bio-Bentall, particolarmente complesse soprattutto in caso di reintervento.
A distanza di settimane dall’intervento, il paziente ha completato il decorso post-operatorio ed è rientrato a casa in buone condizioni, confermando il successo dell’approccio chirurgico adottato.
“Questo intervento rappresenta un risultato di grande rilevanza clinica e conferma il valore delle prestazioni altamente specialistiche assicurate dalla Cardiochirurgia sotto la guida del dottor Giunti, nominato a seguito di avviso pubblico per la direzione della struttura”, dichiara il direttore generale dell’Aor San Carlo, Giuseppe Spera.
“La presenza di una guida stabile e riconosciuta sul piano professionale consente alla nostra Azienda di sviluppare in modo strategico un settore cruciale come quello cardiochirurgico, che richiede competenze avanzate, capacità di innovazione e un forte orientamento alla qualità delle cure.
I successi di queste settimane dimostrano che stiamo consolidando un modello organizzativo capace di rispondere con efficacia ai bisogni dei cittadini, anche di altissima complessità come il caso in questione.
Per una moderna azienda ospedaliera, investire nella ricerca e nell’innovazione tecnologica non è soltanto un’opportunità, ma una necessità di governance.
Significa – aggiunge il Dg Spera – creare un contesto organizzativo capace di attrarre professionisti di alto livello, di mettere a disposizione dei pazienti tecnologie all’avanguardia e di garantire una gestione efficiente dei percorsi di cura.
Questo intervento dimostra che un ospedale pubblico può essere un luogo in cui eccellenza clinica, capacità gestionale e visione strategica procedono insieme, generando benefici concreti per la salute dei cittadini”.
“Il buon esito dell’intervento è il risultato del lavoro integrato di un’équipe altamente specializzata e dell’impiego di tecnologie di nuova generazione come la protesi impiantata”.
Così il cardiochirurgo del San Carlo, Gabriele Giunti che spiega: “Nei reinterventi sulla radice aortica ogni fase è particolarmente delicata. Poter contare su dispositivi progettati per semplificare e rendere più sicura la procedura rappresenta un vantaggio decisivo per la riuscita dell’operazione e la sicurezza del paziente.
Per me – continua il dottor Giunti – lavorare in una Azienda del Sud Italia, con una direzione strategica chiaramente vocata alla qualità, alla ricerca e alla continua evoluzione tecnologica, è un valore aggiunto straordinario.
Qui è possibile coniugare rigore scientifico, capacità di innovare e competenze tecniche di alto livello, in un ambiente professionale che incoraggia il confronto, la crescita e la sperimentazione controllata delle migliori soluzioni cliniche.
Quando ricerca e tecnica dialogano in modo naturale, i risultati per i pazienti diventano tangibili e misurabili. Questo intervento ne è un esempio concreto”.
