CULTURA E EVENTI

“6×4 Giornate”: a Montalbano Jonico un racconto corporeo sulla convivenza

Nel cuore dell’estate lucana, il Giardino Rondinelli di Montalbano Jonico si è trasformato per due sere, il 12 e 13 agosto, in uno spazio di ricerca condivisa, corpo a corpo, gesto dopo gesto.

In scena lo spettacolo di danza contemporanea “6×4 Giornate”, una creazione collettiva a cura di Matilde Bianchi, Teresa De Angelis, Asia Marchi, Vanessa Mattei Scarpuccini, Luca Occhipinti e Maryterry Rizzi.

L’opera, organizzata dalla Pro Loco di Montalbano Jonico con il patrocinio del Comune di Montalbano Jonico, si articola in un percorso di quattro giornate, ognuna delle quali esplora una condizione umana che attraversa profondamente l’esperienza della convivenza: solitudine, fiducia, ascolto, scontro.

Si comincia con la solitudine, un corpo che abita se stesso, muto e attraversato da parole che non gli appartengono. Una condizione iniziale, necessaria, che pone le basi per l’incontro.

La seconda giornata apre lo spazio della fiducia: il corpo si spinge fuori dal proprio asse, si sbilancia, rischia. Ogni movimento è un tentativo di avvicinarsi all’altro, tra esitazioni e slanci, in una danza fatta di equilibrio e sbilanciamento.

Si approda quindi all’ascolto, luogo senza filtri, dove è possibile ricominciare da capo. I corpi si toccano senza invadere, sconfinano delicatamente, imparano a sentire la pelle dell’altra come se fosse propria.

Infine, arriva lo scontro: l’incontro si fa frizione, i tentativi non coincidono, le combinazioni sembrano non funzionare. Ma proprio nell’attrito si rafforzano i legami, e nella complessità del confronto prende forma una nuova possibilità di coesistenza.

“6×4 Giornate” si inserisce nel solco della danza contemporanea, una disciplina che va oltre la pura estetica del movimento per diventare linguaggio di riflessione critica e poetica.

Caratterizzata da libertà espressiva, contaminazione tra generi e ascolto profondo del corpo, la danza contemporanea si interroga sul presente e costruisce nuovi modi di stare insieme nello spazio, nel tempo e nella relazione.

In questo lavoro, l’atto performativo diventa un dispositivo collettivo per abitare il cambiamento, il limite e la trasformazione.

Lo spettacolo è frutto del lavoro del Collettivo Seime, nato nel 2025 a Vienna. Sei artisti uniti da una visione comune della danza come pratica di dialogo e presenza, con particolare attenzione ai principi fondamentali del movimento: spazio, tempo, peso e flusso.

La Pro Loco di Montalbano Jonico, presieduta da Isa Rivelli, promotrice dell’iniziativa, conferma attraverso questo progetto il proprio impegno attivo nella valorizzazione del territorio e nella diffusione della cultura in tutte le sue forme.

Oltre a custodire le tradizioni locali, la Pro Loco si distingue da anni per la capacità di aprirsi a linguaggi contemporanei, creando occasioni di incontro tra artisti, cittadini e spazi pubblici.

Eventi come “6×4 Giornate” testimoniano una visione culturale dinamica, inclusiva e partecipata, che rafforza il senso di comunità e stimola un dialogo intergenerazionale sul presente e sul futuro.

La realizzazione del progetto è stata possibile grazie al sostegno e alla collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Montalbano Jonico, rappresentato dall’assessora Ines Nesi, dal sindaco Giuseppe Di Sanzo e dal vicesindaco Tomas Pennetta, che hanno condiviso con convinzione l’obiettivo di promuovere la cultura e le arti contemporanee sul territorio.

Un ringraziamento speciale è rivolto a Eleonora Strobino per il prezioso apporto artistico e organizzativo, che ha accompagnato con dedizione tutte le fasi del progetto.

Gli interpreti hanno espresso sincera gratitudine a chi ha voluto fortemente questa esperienza, sottolineando che, pur non essendo originari di Montalbano, hanno accolto con entusiasmo l’invito anche per contribuire alla diffusione della danza contemporanea, ancora poco conosciuta.

La presidente Rivelli ha voluto a sua volta sottolineare l’importanza di chi si è spesa con passione affinché lo spettacolo si svolgesse proprio nella sua comunità di origine, trasformando un desiderio in una concreta occasione di incontro e condivisione.

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