CULTURA E EVENTI

Addio all’Artista Lucano Mario Favoino, Maestro del bassorilievo in ferro battuto

“Non tutti sanno che a Colobraro c’è la bottega del fabbro”,  così il Maestro Favoino aveva intitolato l’insegna in ferro battuto che indica l’ingresso della sua bottega d’arte a Colobraro.

Nella sua infinita Umiltà il Maestro si autodefiniva fabbro, ma non tutti sanno che in realtà  era un Grande Artista del basso rilievo in ferro battuto, sapiente custode di un’arte antica che affonda le sue radici in epoche remote della storia del genere umano.

Purtroppo come spesso accade in queste tristi circostanze ci si limita a descrivere il percorso artistico dell’artista, ma, a me viene estremamente difficile citare qualche nota biografica, elencare  i titoli delle opere e lo stile adottato dall’artista nel realizzarle, senza prima aver dato il giusto spazio al profilo umano dell’uomo che ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere.

Gli ideali di vita, il pensiero ed i sentimenti, le emozioni da cui è scaturito l’impulso fisico attraverso il quale l’estro Artistico del Maestro ha preso forma e corpo plasmando e modellando la materia tanto da farne uniche ed irripetibili Opere d’Arte.

Il Maestro Favoino attraverso i suoi bassorilievi ha saputo narrare gli umori,  le emozioni, i costumi, i sentimenti e le tradizioni di un mondo arcaico che ancora oggi si percepisce e si respira passeggiando tra i vicoli dei centri storici medievali della Lucania.

Non è stata  certo la ricerca di notorietà né tanto meno la necessità di trarre profitto dalle opere ad aver spinto il Maestro Favoino ad intraprendere il difficile e faticoso percorso artistico.

Era già felicemente e meritatamente in pensione dopo un’intera vita dedicata al lavoro ed alla famiglia, quando circa una quindicina di anni fa il Maestro, nell’eseguire la creazione di un corpo stilizzato in ferro battuto che doveva ospitare un bocciolo di rosa scolpito nella pietra dallo scultore Nicola Iannarelli,  senti riaccendersi in Lui una antica passione di gioventù.

Infatti il Maestro aveva intrapreso l’arte della lavorazione del ferro  da ragazzo quando già verso la fine deglii anni 50 aveva svolto gli studi superiori alla scuola di arte e mestieri di Avigliano.  Purtroppo a causa di un’allergia al fumo del carbone da fucina il Maestro non potè mai dedicarsi pienamente a questa arte,  ma non rinunciò ugualmente a dedicarsi alla lavorazione del ferro.

Una lunga carriera durata oltre 60 anni nella quale il Maestro Favoino si è dedicato alla creazione di manufatti nella sua piccola bottega d’arte, alternando la passione di una vita al lavoro di assistente tecnico  negli istituti di scuole superiori della Lucania.

Ricordo ancora con nostalgia quando io stesso apprendevo da Lui le tecniche di saldatura dei metalli durante la mia frequenza negli anni 80/90 all’Ipsia Pitagora di Policoro e poi ancora, le tante ore trascorse insieme  nel suo laboratorio a Colobraro,  osservandolo mentre lavorava, il Maestro non era avaro né di esempi e ne di buoni consigli, aveva sempre dei buoni insegnamenti da offrire a tutti noi ragazzi.

Avrebbe potuto in mille occasioni, celebrare se stesso attraverso la sua opera, ma in Lui prevaleva un’esigenza dettata dall’amore per la sua terra e le tradizioni ad essa legata, in lui ha prevalso la volontà ferma e decisa di donare al patrimonio artistico Lucano e nazionale una testimonianza concreta,, unica ed irripetibile nel suo genere.

Ed è  così che dalle mani del Maestro sapientemente mosse da tutta l’esperienza maturata in anni di lavoro e arricchita da un  amore viscerale per la sua terra, sono nati dei meravigliosi bassorilievi in ferro che raccontano la Lucania attraverso scorci di paese, chiese e antichi manieri, torri e castelli medievali.

Per citarne qualcuno: La torre di Chiaromonte, paese che ha dato i Natali al Maestro,  il castello di Miglionico, un’antica porta d’accesso a Francavilla, il castello e la chiesa di San Nicola di Colobraro.

Ed immancabilmente le opere dedicate ai culti religiosi profondamente radicati nelle tradizioni popolari dei nostri piccoli paesi, tra le tante un bellissimo bassorilievo raffigurante la Sacra Famiglia, lo sguardo attento che San Giuseppe rivolge alla Madonna  che stringe tra le braccia il bambin Gesù,  esprime tutto l’amore, l”attenzione e la dedizione che il Maestro Favoino ha sempre rivolto alla sacralità della famiglia.

Ma non mancano nella ricca collezione di opere, dei bellissimi scorci naturalistici del nostro  Parco Nazionale del Pollino,  uno stupendo pino loricato prende corpo sulla lamina di ferro dando sfoggio a tutta la sua imponente maestosità. In questi anni il Maestro Favoino ha lavorato instancabilmente per far conoscere i luoghi più remoti della sua amata Lucania, portando i suoi lavori in mostra nelle piazze,  nelle estemporanee e nei raduni artistici, condividendo sul web dove oggi si possono ammirare sul suo profilo Facebook e sul portale d’arte Gigarte.com.

Era sempre presente Durante gli eventi estivi a Colobraro,  a Francavilla, alla Rabatana di Tursi al Castello Federiciano di Rocca Imperiale nella vicina Calabria, a Mottola nella vicina Puglia, riscontrando sempre grande consenso di critica e di pubblico, ottenendo spesso dei riconoscimenti al Merito Artistico.

Questo è stato il Maestro Mario Favoino,  un figlio della Lucania che ha dedicato l’esistenza alla famiglia, al lavoro ed alla sua terra.

Lunedì 28 agosto tutta la comunità di Colobraro e non solo a portato l’ultimo saluto al Maestro Favoino condividendo il dolore dei familiari colpiti dall’improvvisa scomparsa.

Le sue opere saranno una preziosa testimonianza per le generazioni future, un patrimonio artistico e culturale  che prende posto meritatamente nella storia dell’Arte popolare Lucana. Grazie per tutto Maestro, RIP.

 

Giuseppe Iannarelli

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