CULTURA E EVENTI

Giornata Mondiale del Rifugiato: “Una speranza ogni oltre speranza” a Fardella

Il 3 agosto, nella pittoresca cittadina di Fardella, si è svolta una significativa celebrazione in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.

La responsabile del centro SAI di Fardella, Maria Gallo, ha preso la parola per introdurre gli eventi della giornata e presentare un bilancio sulle attività svolte dal centro in favore dei rifugiati.

Il centro SAI di Fardella è stato un faro di speranza per molti migranti che hanno trovato rifugio nella comunità. Proprio durante la manifestazione, è stato lanciato un libro speciale intitolato “Una speranza ogni oltre speranza”. Il libro, curato con dedizione dall’equipe del centro SAI di Fardella, è una raccolta di storie di integrazione che rappresentano un affascinante spaccato della vita dei rifugiati giunti nella città.

Nel volume, si intrecciano le storie di Florence, Brile, Salwa, Ibrahim, Abdelsalam, Osas e Diaye, individui coraggiosi e determinati che hanno dovuto affrontare sfide incredibili durante il percorso migratorio. Queste storie si trasformano in testimonianze di speranza, resilienza e successo nell’integrazione nella comunità di Fardella.

Ognuno di loro ha affrontato diverse sfide e difficoltà, ma hanno trovato la forza per cercare un futuro migliore per sé stessi e per le loro famiglie.

Vediamo alcune delle loro esperienze:
1. Florence, 39 anni, Nigeriana: È arrivata in Italia con il sogno di offrire un futuro migliore alla sua famiglia. Ha trovato lavoro come aiuto-cuoco, dimostrando le sue abilità culinarie e contribuendo alla società italiana attraverso il settore della ristorazione.
2. Brile, 19 anni, Etiopia: Ha fuggito dalla guerra nel suo paese d’origine, cercando rifugio e speranza in Italia. Probabilmente è stato accolto nel SAI per ricevere assistenza e supporto. La sua giovane età e le esperienze passate possono averlo portato a cercare opportunità di studio o lavoro per costruire un futuro stabile.
3. Salwa, 41 anni, Tunisina: Essendo madre di un bambino, ha cercato lavoro per sostenere se stessa e la sua famiglia. Ha lavorato temporaneamente in un’azienda sartoriale a Senise, ma ora è alla ricerca di un lavoro stabile per garantire un futuro sicuro per il suo bambino.
4. Ibrahim, 19 anni, Ciad: Ha fuggito da situazioni difficili nel suo paese d’origine e sta cercando di stabilizzarsi in Italia trovando un lavoro che gli permetta di avere una vita dignitosa.
5. Abdelsalam, 20 anni, Somalo: Anche lui ha cercato rifugio in Italia, sperando di trovare sicurezza e opportunità migliori. Probabilmente è alla ricerca di un lavoro stabile per costruire una vita indipendente e costruttiva.
6. Osas, 30 anni, Nigeriano: Ha trovato lavoro come barman a San Giorgio Lucano, dimostrando le sue capacità nel settore della ristorazione e contribuendo alla sua comunità locale.
7. Diaye, 29 anni, Mali: Lavora presso la C.I.B a San Giorgio Lucano, dimostrando la sua dedizione e determinazione nel trovare lavoro e integrarsi nella società italiana.

Queste storie riflettono solo alcune delle esperienze di integrazione di migranti nel SAI Fardella .

Ogni individuo ha un percorso unico e affronta sfide personali nella ricerca di una vita migliore. L’integrazione di migranti è un processo complesso e significativo, ma queste storie dimostrano come il contributo di persone provenienti da diverse culture e paesi possa arricchire la società e portare benefici reciproci.

Con il loro talento e la loro energia, hanno contribuito a rafforzare il tessuto sociale di Fardella e a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione dei rifugiati.

Il libro “Una speranza ogni oltre speranza” è un tributo al coraggio e alla resilienza dei rifugiati, ma è anche una testimonianza della generosità e dell’accoglienza della comunità di Fardella. Le storie di integrazione qui raccolte dimostrano che l’incontro di diverse culture e tradizioni può essere una risorsa preziosa per il progresso e la crescita di una società.

L’evento della Giornata Mondiale del Rifugiato a Fardella ha messo in luce quanto sia importante sostenere e promuovere l’integrazione dei migranti nella società, riconoscendo il loro contributo e il valore aggiunto che possono portare alle comunità che li accolgono.

In conclusione, le storie di Florence, Brile, Salwa, Ibrahim, Abdelsalam, Osas e Diaye, narrate nel libro “Una speranza ogni oltre speranza”, rappresentano un messaggio di speranza e di fiducia nella possibilità di un mondo migliore, in cui tutti possano avere una possibilità di realizzare i propri sogni, ovunque essi possano nascere.

Dopo il toccante discorso di Maria Gallo sulla Giornata Mondiale del Rifugiato e il lancio del libro “Una speranza ogni oltre speranza”, è stato Don Pino Marino a prendere la parola per affrontare un tema cruciale: il lavoro e l’immigrazione. Con il suo intervento, Don Pino ha voluto evidenziare l’importanza del lavoro come elemento di nobilitazione dell’uomo e dell’importanza di fornire opportunità di impiego dignitoso a tutti, compresi i migranti.

Il suo discorso si è concentrato sul fatto che ognuno possiede un talento speciale e che il lavoro, oltre a garantire sostentamento, conferisce dignità e senso di realizzazione. Ha sottolineato che molti operatori laureati lavorano in vari campi, tra cui psicologi e assistenti sociali, dimostrando che il talento e la competenza possono essere messi a disposizione della comunità e delle persone in difficoltà, inclusi i migranti.

Inoltre, Don Pino ha posto l’accento sull’importanza di iniziare a lavorare anche in posizioni meno ambite o con retribuzioni inferiori, accontentandosi inizialmente, ma mantenendo sempre la speranza di crescere e progredire nel futuro. Questa prospettiva è particolarmente rilevante per i migranti che possono affrontare sfide aggiuntive nell’ingresso nel mondo del lavoro, a causa di barriere linguistiche, differenze culturali o pregiudizi.

Il sacerdote ha voluto sottolineare che il lavoro dignitoso è un diritto umano fondamentale, esteso a tutti, compresi i migranti. Essi meritano di essere trattati con rispetto e di avere accesso a opportunità di lavoro che rispettino la loro dignità e il loro valore come individui.

L’intervento di Don Pino Marino ha avuto un impatto significativo sull’uditorio presente alla manifestazione. Ha messo in luce il potenziale di ogni individuo, indipendentemente dalla sua origine, e ha sottolineato l’importanza di abbattere pregiudizi e discriminazioni nei confronti dei migranti, favorendo invece l’integrazione e l’accoglienza.

La sua parola ha anche ricordato che la società nel suo insieme trae beneficio dall’inclusione e dalla valorizzazione delle diversità, e che l’accoglienza e il sostegno ai migranti nel loro percorso di inserimento lavorativo sono investimenti per un futuro più solidale e prospero per tutti.

In conclusione, l’intervento di Don Pino Marino ha rafforzato il messaggio di speranza e integrazione portato avanti dal centro SAI di Fardella e ha sottolineato l’importanza di promuovere il diritto al lavoro dignitoso per tutti, contribuendo così alla costruzione di una società più inclusiva e accogliente.

Dopo i saluti di Don Pino Marino è intervenuta la consigliera comunale Benedetta Cirone porti avanti il tema dell’integrazione e del lavoro dei migranti con passione sin dall’adolescenza. La sua dedizione verso questa causa è davvero ammirevole. È altrettanto encomiabile sapere che il sindaco Coringrato Mariangela sia impegnato in un’operazione di soccorso a una persona anziana, dimostrando la sua sensibilità verso il benessere della comunità.

Il fatto che il centro SAI Fardella abbia ricevuto il ringraziamento e il supporto delle persone presenti, così come delle aziende, è un segno positivo che l’integrazione e l’occupazione dei migranti sono temi importanti e sentiti dalla comunità.

È incoraggiante sapere che anche in un piccolo centro dove d’inverno la popolazione si riduce, l’entusiasmo dei bambini che animano il quartiere con le loro voci contribuisce a mantenere una positiva atmosfera.
In generale, l’impegno di tutti coloro che si dedicano all’integrazione e all’occupazione dei migranti è un passo importante verso la creazione di una comunità più inclusiva e solidale.

Speriamo che queste iniziative continueranno a crescere e ad avere un impatto positivo sulle vite di molte persone.

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