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Al Museo Egizio ‘Il dono di Thot’, tremila anni di scrittura

Il prossimo anno sarà spostata nella nuova Sala della Scrittura

Dal geroglifico al copto, dallo ieratico al demotico: è la scrittura dell’antico Egitto, nelle sue varianti ed evoluzioni, la protagonista della mostra “Il dono di Thot: leggere l’antico Egitto”, al Museo Egizio dal 7 dicembre.

Debutta in un nuovo spazio di 500 metri quadrati, tra piano terreno e ipogeo, concessi dall’Accademia delle Scienze di Torino al Museo Egizio, dopo un’opera di restauro, sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.

“E’ solo un antipasto di un nuovo allestimento che dedicheremo ai geroglifici e alle diverse scritture dell’antico Egitto, che saranno protagonisti in futuro di una sala a loro dedicata”, spiega Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio.

A settembre del 2023 la mostra sarà ampliata e diventerà permanente nella nuova Sala della Scrittura che nascerà al terzo piano. Curata da Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Töpfer, egittologi del Museo, la mostra è frutto di un progetto scientifico ideato dal direttore dell’istituto, Christian Greco, ed è sostenuta dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.

Sono 170 i reperti in esposizione, tutti provenienti dalle collezioni del Museo Egizio, ad eccezione delle tavolette cuneiformi che arrivano dai Musei Reali di Torino. In mostra non ci sono solo papiri, ma anche capolavori della statuaria, oggetti in alabastro e statuine lignee.

“Testo ed immagine sono reciprocamente complementari e ci permettono di avvicinarci alla comprensione di quattromila anni di storia dell’Antico Egitto” spiega Greco.

Si potranno vedere la copia della Stele di Rosetta, il Papiro dei Re, unica lista reale d’epoca faraonica scritta a mano su papiro che sia giunta fino a noi e il Papiro della Congiura, un testo quasi di cronaca giudiziaria, che ricostruisce l’attentato a Ramesse III, papiro di oltre 5 metri di lunghezza che torna all’Egizio dopo sette anni.

ANSA

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