POLITICA

Comunali, nelle proiezioni Lagalla, Bucci e Biondi eletti al primo turno

A Verona Tommasi in vantaggio. A Parma Guerra avanti

Sindaci di centrodestra a Genova, Palermo e L’Aquila.

Ballottaggi a Verona, Parma e Catanzaro.

Dove corre unito, il centrodestra vince. Diviso invece arranca e regala al centrosinistra la possibilità di trovarsi in vantaggio in sfide che sembravano in salita, come ad esempio Verona. E’ questa la fotografia che offrono i primi risultati del voto amministrativo.

Ma non basta, perchè questa tornata elettorale segna anche nuovi equilibri all’interno delle coalizioni. Fratelli d’Italia supera la Lega nei voti di lista mentre nel campo largo di centrosinistra sembra sbilanciarsi ancora di più il rapporto tra Pd e Movimento.

Il Pd tiene, decisamente molto meno i pentastellati, un flop che spinge più di qualcuno tra i dem e non solo (Matteo Renzi lo dice apertamente) a chiedere che si riapra il dossier alleanze in vista delle elezioni politiche delle 2023. Occhi puntati sui risultati dei partiti di centro, Italia Viva ma soprattutto Carlo Calenda. In attesa dei dati definitivi c’è però un dato inconfutabile e riguarda il flop dei referendum sulla giustizia.

L’affluenza per la consultazione sui cinque quesiti referendari, tenutasi lo stesso giorno delle amministrative, è la peggiore della storia repubblicana. Ecco come cambiano colore i capoluoghi al voto (VAI)

PALERMO
E’ Roberto Lagalla il nuovo sindaco di Palermo. L’ex rettore, sostenuto dal centrodestra, raccoglie il testimone di Leoluca Orlando, che ha regnato per trent’anni: vince al primo turno con circa il 48%, anche se lo spoglio delle schede nei 600 seggi è ancora in corso.

Staccato di circa dieci punti Franco Miceli, che lamenta l’alto astensionismo (non ha votato il 59 per cento degli elettori), problemi nella certificazione del voto disgiunto che lo avrebbero penalizzato e soprattutto non risparmia critiche ai partiti della coalizione che l’hanno sostenuto, soprattutto al Pd.

A sorpresa l’outsider Fabrizio Ferrandelli (Azione e +Europa) raggiunge quasi il 15%, il doppio dei pronostici della vigilia, rimediando i complimenti davanti alle telecamere di Gianfranco Miccichè (Fi). Forza Italia con circa il 12% si afferma come primo partito, davanti a FdI e Pd che navigano attorno al 10%.

Dimezza i voti rispetto alle scorse comunali il M5s, che si attesta sul 7%. Sul filo del rasoio Lega-Prima l’Italia, che oscilla intorno al 5%, la soglia di sbarramento necessaria per entrare in Consiglio comunale. Balla poco sopra il 5% pure la Dc Nuova, il partito di Totò Cuffaro, che non si fa vedere per tutto il giorno evitando i riflettori. Non dovrebbe entrare nel nuovo consiglio Sinistra civica ecologista che per ora è al 3,4 % il cui leader è l’ex assessore comunale Giusto Catania.

GENOVA
Sindaco dove va a festeggiare?: “Non festeggio”. E via a concedere la centesima intervista, perchè tutte le televisioni vogliono capire il segreto di Marco Bucci, che cinque anni fa è stato il primo sindaco di centrodestra a governare la Genova della sinistra e oggi addirittura raddoppia.

E’ un uomo molto pragmatico Bucci, gli piace chi fa, non chi parla, e i genovesi lo hanno confermato per questo.

La tragedia del Morandi, oltre al dolore per i 43 poveri morti, avrebbe potuto portare una devastazione economica ma Bucci un’ora dopo il crollo era già in azione, a dire cosa e come fare, con un ritmo e una forza che trasmetteva positività. E molti, anche tra gli avversari, hanno ringraziato il cielo che in uno dei momenti più drammatici della storia della città al timone ci fosse lui.

Non sta mai fermo, non tentenna. “Entro metà luglio avremo la nuova giunta e il primo consiglio comunale, ma non staremo fermi, abbiamo molte cose da fare, sulla metropolitana lavoreremo ardentemente” dice. Una delle qualità riconosciute è la convinzione che ogni problema si affronta e si risolve. “Abbiamo fatto tante cose positive ma ci sono ancora tante parti della città che hanno bisogno del nostro intervento. Investiremo 1 miliardo in manutenzioni nei prossimi cinque anni” dice.

CATANZARO
Sarà una sfida tra professori quella che si giocherà a Catanzaro nei prossimi 15 giorni per decidere chi sarà il nuovo sindaco.

Valerio Donato, docente di Diritto privato all’università Magna Graecia di Catanzaro, e Nicola Fiorita, docente di Diritto canonico e Diritto ecclesiastico all’Università della Calabria, sono chiamati a giocare i tempi supplementari di questo turno elettorale – che ha registrato un’affluenza del 65,90% in calo rispetto al 72,45% di 5 anni fa – al quale il centrodestra si è presentato spaccato sostenendo 3 candidati diversi, mentre sul fronte opposto si è dato vita a quel campo largo invocato a livello nazionale a trazione Pd-M5S.

PARMA
Che fossero Michele Guerra e Pietro Vignali i candidati al ballottaggio per la carica di sindaco del Comune di Parma appariva scontato, ma il risultato numerico delle urne è andato oltre qualsiasi previsione.

I due contendenti, uno in rappresentanza del centrosinistra, l’altro del centrodestra senza Fratelli d’Italia, si ritrovano distaccati infatti di oltre venti punti, nessuno sondaggio li aveva segnalati così distanti: 44% Guerra, 22% Vignali, a scrutinio ancora da ultimare.

“E’ il successo delle larghe intese, delle coalizioni ampie” ha sottolineato parlando di Parma Francesco Boccia, responsabile enti locali del Pd. Nella città emiliana il candidato, assessore alla cultura della giunta Pizzarotti, ha infatti riunito i partiti più importanti del centrosinistra, con anche Italia Viva oltre ad Effetto Parma, il movimento dell’attuale sindaco Federico Pizzarotti nato dopo la sua uscita dal M5S, che invece non si è presentato alle elezioni.

L’AQUILA
“Dedico la vittoria alla famiglia: sarò il sindaco di tutti, la campagna elettorale finisce qui. Ora è tempo di indossare la casacca neroverde e di mettere da parte quella di partito”. Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Bondi, ricandidato per la coalizione di centrodestra, sbanca al primo turno le elezioni comunali dell’Aquila confermandosi primo cittadino per i prossimi cinque anni.

L’annuncio della netta vittoria in piazza Duomo, nel pieno della calura pomeridiana che ha avvolto il capoluogo abruzzese, fuori dal suo comitato elettorale tra gli applausi scroscianti dei sostenitori in una clima di grande festa e soddisfazione.

Vittoria al primo turno, che avrà un’eco nazionale visto che L’Aquila era tra i quattro capoluoghi regionali al voto, nonostante i dati non siano ancora definitivi, è stata confermata anche dagli interventi dei due sfidanti di centrosinistra, il consigliere regionale di ‘Legnini Presidente’ Americo Di Benedetto, a capo di tre civiche, e la deputata del Pd Stefania Pezzopane, candidato del centrosinistra ufficiale, che hanno dato vista a un sfida nella sfida, finita a sorpresa a vantaggio del civico, che cinque anni fa perse al ballottaggio proprio contro Biondi, dopo aver vinto nettamente al primo turno. Secondo proiezioni e dati non ancora definitivi, Biondi si attesta intorno al 54%, Di Benedetto al 24, Pezzopane al 22.

VERONA
Lo spoglio ha confermato per Verona la sorpresa anticipata ieri sera dai primi exit poll: Damiano Tommasi, ex centrocampista della Roma e della Nazionale, ex presidente dell’Assocalciatori, candidato per il centrosinistra, si presenterà al ballottaggio dopo aver vinto il primo turno alle elezioni comunali, ottenendo il 40% delle preferenze.

Il centrodestra spaccato si è piazzato dietro, alle prese con il braccio di ferro interno alla coalizione, con il sindaco uscente Federico Sboarina che nonostante l’appoggio di Giorgia Meloni e Matteo Salvini è staccato raccogliendo 32-32,5%. Fuori dal ballottaggio l’ex primo cittadino Flavio Tosi, con la sua coalizione civica appoggiata anche da Forza Italia, fermo al 23,7-23,8%. La lista di Tommasi è la prima formazione politica in città, seguita dal Pd; dall’altra parte, Fdi soppianta la Lega come primo partito di coalizione, Fi (4,3%) risale nei voti ma resta indietro.

I referendum sulla Giustizia non raggiungono il quorum e si fermano a una partecipazione intorno al 20,8%. Secondo l’analisi di You trend, se non ci fossero state le Comunali, l’affluenza sarebbe stata di 5 punti inferiore, intorno al 15%. Ma anche nelle città delle amministrative c’è stato un boom di schede bianche sui quesiti.

La Lega protesta: ‘Un complotto contro il quorum’. Anm: ‘Bocciato il disegno della riforma, ora prenderne atto’. Domani riunione dei ministri Cartabia e D’Incà con i capigruppo della maggioranza in commissione al Senato.

QUESTI I RISULTATI DEI REFERENDUM
– n.1 ABOLIZIONE LEGGE SEVERINO affluenza definitiva 20,95%, non c’è quorum – SI’ ha avuto il 53,97 % dei voti, il NO 46,03%
– n.2 LIMITAZIONE CUSTODIA CAUTELARE affluenza definitiva 20,95%, non c’è quorum – SI’ ha avuto il 56,12 % dei voti, il NO 43,88%
– n.3 SEPARAZIONE CARRIERE MAGISTRATI affluenza definitiva 20,93%, non c’è quorum – SI’ ha avuto il 74,01 % dei voti, il NO 25,99%
– n.4 VALUTAZIONE SU OPERATO MAGISTRATI affluenza definitiva 20,92%, non c’è quorum – SI’ ha avuto il 71,94 % dei voti, il NO 28,06%
– N.5 ABOLIZIONE RACCOLTA FIRME ELEZIONI CSM affluenza definitiva 20,92%, non c’è quorum – SI’ ha avuto il 72,52 % dei voti, il NO 27,48%

ANSA

 

 

 

 

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