MUSICA

Sting, 70 anni in tour aspettando il nuovo album

Dai Police alla carriera solista, successo planetario e impegno

Chi non vorrebbe invecchiare come Sting? Avvolto nella sua aura, Gordon Matthew Thomas Sumner oggi compie 70 anni e, vista la forma in cui è, il regalo più bello che riceverà sarà la sua immagine nello specchio.

In questi giorni è in tour, ripreso a distanza di due anni, dopo che era stato interrotto dal Covid e domani sarà tra gli ospiti del programma ‘Felicita’ su Rai 2.

Il 13 novembre uscirà “The Bridge”, il suo nuovo album: a ottobre e novembre è atteso da una residence al Caesar Palace di Las Vegas (quattro concerti a settimana) che riprenderà a giugno e dove presenterà “My Songs”, il suo nuovo spettacolo.

Il 22 aprile 2022 sarà a Torino e il 19 luglio a Parma. Nel frattempo tra le varie proprietà che possiede tra Stati Uniti e Gran Bretagna, si gode la sua amatissima tenuta in Toscana di 350 ettari, dove produce vino, vende cibo biologico e ha pure aperto una pizzeria.

Senza contare che nessuno può mettere in discussione il fatto che sia un’icona ormai non solo del rock, il caso raro di artista che è diventato una star con una band dal successo planetario come i Police e che è riuscito da solo a costruirsi una carriera altrettanto di successo e ancora più sorprendente.

A costruire una vicenda così fortunata contribuiscono naturalmente tanti elementi ma c’è un punto di partenza preciso: una motivazione feroce. Nel 1987, a Perugia, quando a Umbria Jazz fu protagonista di un magico concerto con Gil Evans e la sua Big Band (ascoltate su Youtube “Little Wing”), in un’intervista, in mezzo a tante cose intelligenti, ci disse: “Io sono stato povero e non l’ho mai dimenticato.

Di una cosa sono sicuro: non voglio più essere povero”. E’ stato di parola. Sting è nato in una famiglia modesta nella periferia nord di Newcastle, ha fatto vari mestieri saltuari compreso l’insegnante, e una gavetta durissima. Poi ha incontrato Stewart Copeland e Andy Summers, ha fondato i Police ed è partito alla conquista del mondo mescolando, in piena New Wave, il reggae con il punk ed elementi e generi sempre pià sofisticati.

I Police sono nella Hall of Fame del Rock’n’Roll e ancora oggi il loro è un sound popolarissimo che ha prodotto una serie di hit che sono da anni nella memoria collettiva nonostante la vita della band (durata sette anni, a parte qualche sporadica reunion e il tour lucrosissimo del 2007) abbia prodotto odi feroci tra i tre componenti.

Da quella situazione Sting è uscito da principe: un esordio solista fortunatissimo e sorprendente seguito, nel 1986 da un tour musicalmente irresistibile, immerso nel jazz: “Bring on The Night” con la formazione “All Stars” con Branford Marsalis al sax, Omar Hakim alla bateria, Kenny Kirkland piano e tastiere e Darryl Jones, oggi bassista dei Rolling Stones.

Nei quasi quarant’anni seguenti ha fatto cinema con risultati altalenanti (tra l’altro è nel cast del primo, “Dune”, ma le cose migliori sono in “Quadrophenia”, “Lock & Stock”, l’insolito noir “Stormy Monday”) e naturalmente ha continuato a produrre musica, collaborando con un’infinità di musicisti di diversissime estrazioni, coprendo un arco creativo che va dal pop alla musica barocca, dalle canzoni eseguite con la Royal Philarmonic al ruolo di narratore nel “Pierino e il Lupo” diretto da Claudio Abbado (nella versione italiana il narratore è Roberto Benigni), passando per i canti tradizionali e le riflessioni spirituali fino ad arrivare a Shaggy.

Dopo anni di creatività tumultuosa, la sua carriera musicalmente si è adagiata su un’ elegante routine ma, come abbiamo visto, di sicuro è tutt’altro che una vecchia gloria che nel frattempo si è tolta la soddisfazione di avere l’impronta sulla Walk of Fame, di essere stato nominato Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico, Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere in Francia e di aver ricevuto il Kennedy Price, uno dei più prestigiosi riconoscimenti assegnati negli Stati Uniti.

E’ un’icona dell’impegno a favore dei diritti dell’uomo, sostiene da decenni Amnesty International, ha sostenuto le madri di Plaza de Mayo, gli indigeni della foresta pluviale, è stato una delle voci di Band Aid e uno dei protagonisti di Live Aid: nel 2009 ha accettato l’invito del suo amico Zucchero, che è il padrino di sua figlia, a partecipare al concerto a favore delle vittime dell’esplosione del treno nella stazione di Viareggio.

E’ stato un fiero oppositore della Brexit e ora è un altrettanto entusiasta sostenitore dei vaccini contro il Covid.

In tutti questi anni mosse sbagliate ne ha fatte pochissime, sempre accompagnato dall’invidia degli uomini che non gli hanno mai perdonato quell’intervista, mai smentita, in cui dichiarava che grazie alle tecniche tantriche poteva (può?) fare sesso per sei ore.

ANSA

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